L’Antitrust ha aperto un procedimento nei confronti di Telecom Italia per accertare possibili violazioni in tema di abuso di posizione dominante. Secondo l’Autorità, Tim avrebbe ostacolato le gare indette da Infratel Italia per coprire con reti in Ftth le aree a fallimento di mercato del territorio nazionale, in modo da preservare la posizione monopolistica storicamente detenuta in questo settore ed evitare l’ingresso di nuovi operatori concorrenti.
Durante le gare, infatti, Telecom Italia avrebbe annunciato una modifica dei piani d’investimento rispetto a quanto comunicato alla stessa Infratel nel corso della consultazione pubblica svolta per l’individuazione delle aree a fallimento di mercato. In questo modo, Telecom avrebbe tentato di rimettere in discussione la classificazione delle aree in cui è stato suddiviso il territorio nazionale, dichiarando l’intenzione di investire comunque nelle aree a fallimento di mercato.
La revisione del piano di investimento sarebbe stata comunicata nonostante fossero già in corso le procedure di gara predisposte per le aree bianche del territorio e successivamente alla decisione della Commissione europea di approvare la misura di intervento diretto proposta dal Governo. La strategia di Telecom per rallentare lo svolgimento delle gare sarebbe stata condotta anche attraverso la proposizione di numerosi ricorsi e segnalazioni ad autorità giudiziarie e amministrative. Rallentando le procedure di selezione dei soggetti incaricati di realizzare le reti a banda ultralarga nelle aree bianche, Telecom potrebbe ostacolare lo sviluppo di forme di concorrenza infrastrutturale e l’entrata di nuovi concorrenti.
La società, inoltre, avrebbe cercato di accaparrarsi preventivamente la clientela sul nuovo segmento dei servizi di telecomunicazioni al dettaglio a banda ultralarga, anche con politiche commerciali anticoncorrenziali (prezzi non replicabili, lock-in).
L’Autorità valuterà se le condizioni tecniche ed economiche delle offerte siano tali da vincolare il cliente al contratto di fornitura di Telecom per un lungo periodo (lock-in) e con prezzi non replicabili da parte degli operatori alternativi. Tale condotta potrebbe risultare aver ristretto indebitamente lo spazio di contendibilità della clientela residuo per gli operatori concorrenti, limitando la concorrenza nel mercato per i servizi di telecomunicazioni al dettaglio a banda ultralarga, proprio in una fase in cui una competizione vigorosa sarebbe particolarmente auspicabile.
L’avvio del procedimento, precisa l’Antitrust, è stato notificato martedì nel corso di ispezioni effettuate dall’Autorità in collaborazione con il Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Da parte sia, Tim evidenzia che “l’avvio dell’istruttoria dell’Antitrust è dipeso dalla presentazione nelle scorse settimane ed in un arco di tempo estremamente ridotto di una serie di esposti da parte dei soggetti portatori di un interesse ad impedire la realizzazione del suo investimento. Tim, come anche in passato ha dimostrato, è certa di avere agito nel rispetto delle norme e lo dimostrerà nelle sedi opportune. Tim confida che, già in fase di istruttoria, emergerà la correttezza dell’operato della società”.