Le banconote da 500 euro vanno in pensione. O quasi. Domenica scorsa, 27 gennaio, 17 delle 19 banche centrali dell’eurozona hanno smesso di emettere i biglietti viola. Restano fuori, ma solo per il momento, gli istituti centrali di Germania e Austria, che hanno ottenuto una proroga di tre mesi per “assicurare una transizione senza intoppi”. Ma anche loro, dal 26 aprile, dovranno dire addio al pezzo più pregiato della collezione.
Per quanto riguarda le banconote da 500 euro già in circolazione, non c’è di che preoccuparsi: continueranno ad avere valore legale a tempo indeterminato e si potrà sempre andare in banca per cambiarle con tagli più piccoli. Alla fine, però, spariranno. Del resto, la rarefazione di questo taglio è già in atto da tempo: nel 2008 i pezzi da 500 euro rappresentavano il 35% del valore di tutte le banconote, mentre nel 2017 questa percentuale era scesa al 22%. Ora, con l’interruzione della stampa, questo processo è destinato ad accelerare.
La decisione di interrompere la produzione delle banconote di maggior valore è stata presa dalla Banca centrale europea nel 2016. Il motivo? L’Eurotower ritiene che in questo modo sarà più semplice contrastare il riciclaggio di denaro, il finanziamento di organizzazioni criminali e terroristiche e l’evasione fiscale. Tutti reati che oggi vengono perpetrati in larga parte usando biglietti da 500 euro, grazie alle quali è possibile nascondere e trasportare grandi quantità di denaro in poco spazio. Per intenderci: in un pacchetto di sigarette si possono ammassare fino a 20mila euro, mentre in una busta da due chili entra fino a un milione di euro.
Per quanto riguarda gli altri tagli di banconote, sono in via di rinnovamento con la nuova serie “Europa”, che rispetto al passato contiene dei dettagli in più ed è ancora più difficile da contraffare. Lo scorso settembre sono stati presentati i modelli da 100 e 200 euro, che devono ancora entrare in circolazione. I tagli più piccoli, invece, hanno già esordito.