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Banco Pop e Bpm volano in vista delle nozze: Piazza Affari regina d’Europa

La settimana borsistica chiude in bellezza, con tutti i listini in crescita, dopo lo sconforto di ieri e grazie a una serie d’indicatori economici positivi. Da Tokyo a New York, da un meridiano all’altro, la giornata è orientata all’ottimismo.

Milano fa la parte del leone, con il Ftse Mib a +1,98%, sostenuto da bancari e assicurativi esuberanti: in primo piano ci sono il Banco Popolare (+6,25%) e la Popolare di Milano (+6,08%), alla vigilia dell’assemblea di quest’ultima, per una fusione che convince il mercato. In scia si pone la Bper con un balzo del 5,23%, Ubi Banca +3,48%, nel giorno dell’assemblea dove Victor Massiah, rispondendo agli azionisti, ribadisce “se non c’è un’eventuale creazione di valore non facciamo l’operazione. Non abbiamo come missione salvare qualcuno ma creare valore per gli azionisti”. L’assemblea, con il 91,8% dei consensi, approva la nascita della banca unica di gruppo attraverso l’incorporazione di sette controllate. 

I titoli del comparto bancario e di quello assicurativo mettono in scena una performance effervescente: Unipolsai +5,3%, Unipol +5,48%, Intesa San Paolo +2,75%, Mediobanca 2,48%, Unicredit +1,94%. Tutte le Blue Chips portano il segno più davanti, tranne Atlantia che galleggia esattamente in parità. Freno a mano leggermente tirato solo per Ferrari (+0,29%), Recordati (+0,77%), Mps (+0,23%).

Secondo Bank of America-Merrill Lynch le banche italiane sarebbero oggi penalizzate dai problemi di Deutsche Bank, ma il broker ritiene che nei prossimi dodici mesi l’Italia dovrebbe accelerare, lasciando addirittura indietro altri paesi della zona euro. Intanto, secondo indiscrezioni di stampa, la Bce starebbe valutando un innalzamento dei requisiti minimi sul capitale per una trentina di banche europee tra cui Unicredit e Carige. Per Unicredit s’ipotizza un aumento capitale fino a 13 miliardi di euro, per Carige oltre 500 milioni. 

A livello planetario il primo segnale incoraggiante della giornata arriva dalla Cina, con l’inflazione in crescita in misura maggiore del previsto: +1,9% i consumi a settembre, +0,1% i prezzi alla produzione. 

Molte ore dopo, nel nostro pomeriggio, la positiva apertura di Wall Street imprime un’ulteriore spinta rialzista alle borse europee. A spingere New York ci sono una serie di trimestrali migliori delle previsioni: Citigroup, utile di 3,84 miliardi di dollari, fatturato 17,76 miliardi di dollari; Wells Fargo, la banca di San Francisco travolta dallo scandalo per i 2 milioni di conti fantasma, con profitti per 5,64 miliardi di dollari, fatturato a 22,33 miliardi; JP Morgan, utile di 6,29 miliardi di dollari, ricavi a 25,51 miliardi di dollari. 

Molti i dati macroeconomici Usa resi noti in giornata: +0,6% le vendite al dettaglio di settembre, in linea con le stime; +0,3% i prezzi alla produzione, sempre in settembre, dato sopra le stime; delude invece l’indice sulla fiducia dei consumatori. Il tutto in attesa del discorso del numero uno della Fed Janet Yellen che parla in queste ore alla Boston Fed Conference, mentre fioccano le scommesse su un rialzo dei tassi a dicembre. 

Oggi anche la Banca d’Italia, nel suo Bollettino trimestrale, traccia un quadro economico finanziario abbastanza confortante per il nostro paese. La qualità del credito delle banche italiane sta migliorando e il flusso di nuovi crediti deteriorati “è sceso sui livelli osservati all’inizio della crisi globale”. Le banche hanno partecipato alla seconda operazione di finanziamento Tltro2 della Bce, tenutasi il mese scorso, richiedendo fondi per “poco più” di 17 miliardi di euro, circa 16 a livello netto. Il totale delle richieste nelle due operazioni Tltro2 condotte finora ammonta a 156 miliardi, 46 al netto dei fondi ottenuti tramite i vecchi finanziamenti Tltro1 che sono stati rimborsati anticipatamente.

In leggero rialzo le stime del Pil, tra luglio e settembre, dopo l’andamento piatto del secondo trimestre. Mentre gli investimenti esteri in titoli pubblici italiani sono rimasti positivi per 15,1 miliardi e si sono ridotte le obbligazioni bancarie italiane nel portafoglio dei non residenti (-21,1 miliardi da inizio 2016) “in seguito a rimborsi non compensati da nuove emissioni, in linea con la riduzione dei collocamenti obbligazionari all’ingrosso da parte delle banche residenti”.

Sempre oggi è stata resa nota dal Tesoro anche la cedola minima, reale garantita, pari allo 0,35%, del nuovo Btp Italia, la cui offerta si svolgerà la prossima settimana. Il collocamento del titolo, a 8 anni, sarà riservato agli investitori retail tra lunedì 17 e mercoledì 19, con la possibilità di ridurre il periodo a due giorni; le richieste saranno soddisfatte per intero. L’offerta agli istituzionali è invece limitata alla sola mattinata di giovedì 20, con la facoltà per il Tesoro di applicare un riparto alle richieste.

Passando alle materie prime: petrolio in rialzo a New York, dove le quotazioni in apertura salgono dello 0,79% a 50,84 dollari al barile. Petrobras, colosso petrolifero pubblico brasiliano, ha annunciato un allineamento della sua politica dei prezzi ai corsi di mercato, con un conseguente calo del 2,7% del prezzo del gasolio e del 3,2% di quello della benzina nelle raffinerie.

Monete: dollaro grande protagonista, con un saldo positivo settimanale di oltre un punto percentuale rispetto al paniere delle principali divise mondiali, sostenuto dalle aspettative di un rialzo dei trassi. Nella settimana il biglietto verde guadagna circa l’1,6% sull’euro.

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