In casa Banco Bpm, dopo un confronto piuttosto acceso e a rischio di rottura durato settimane, è arrivata l’intesa con i sindacati relativa al welfare. L’accordo, che i dipendenti si aspettavano già a dicembre, è stato siglato ieri sera (29 febbraio) e prevede un premio da 1.800 euro per tutti i lavoratori dell’istituto di credito, con una maggiorazione rispetto ai precedenti 1.500 euro. Inoltre verrà erogato un primo importo di 5,8 milioni di euro, corrispondente a 300 euro per ogni dipendente, da destinare a una progressiva armonizzazione delle differenze tuttora esistenti in particolare nell’ambito della previdenza e dell’assistenza sanitaria.
“L’accordo siglato oggi in tema di premio welfare, che vede l’incremento del valore complessivo dello stesso rispetto allo scorso anno, costituisce un riconoscimento concreto che il gruppo ha voluto attribuire all’impegno delle persone di Banco Bpm, che hanno dato un contributo essenziale per ottenere i risultati straordinari conseguiti nello scorso esercizio” dice Roberto Speziotto, responsabile Risorse Umane dell’istituto milanese. “Quanto precede, unitamente alle intese raggiunte in tema di formazione e attenzione al bilanciamento vita-lavoro rafforzano la base su cui costruire un futuro ricco di traguardi altrettanto importanti da portare avanti, insieme”.
Creata una cabina di regia per armonizzare le diverse forme di assistenza
Nel Gruppo sono presenti al momento quattro forme di assistenza sanitaria diversa e due forme di previdenza differenti, eredità delle diverse banche che nel tempo sono finite sotto l’ombrello di Piazza Meda (Popolare di Verona, Popolare di Lodi, Popolare di Novara). Per questo è stata anche creata una cabina di regia per conciliare le differenze.
“Si è compiuto un primo ma significativo passo verso la soluzione dell’annosa questione della disparità dei trattamenti di assistenza sanitaria e previdenza complementare all’interno del gruppo. L’accordo di percorso appena sottoscritto mira a garantire, mediante l’attivazione di una cabina di regia, cui partecipano le organizzazioni sindacali, un presidio negoziale dinamico, con l’obiettivo prioritario della giusta armonizzazione dei trattamenti collettivi di “retribuzione indiretta” e “retribuzione differita”, in un’ottica di solidarietà inclusiva”, commenta Domenico Iodice, segretario nazionale First Cisl.
Fabi: trattativa sull’orlo della rottura
Soddisfatta la Fabi, dopo “una trattativa molto lunga e difficoltosa nel corso della quale si è più volte rischiata la rottura”, spiega Gianpaolo Fontana, coordinatore nel gruppo Banco Bpm. “Ringrazio – aggiunge – l’intera delegazione trattante per la collaborazione ed il supporto. Riteniamo che questo pacchetto di accordi sia un giusto riconoscimento all’impegno delle colleghe e dei colleghi e che, oltre a consentire una sempre migliore conciliazione tempi di vita/lavoro, porti quale importantissimo valore aggiunto l’inizio del percorso di armonizzazioni welfare da tanto tempo auspicato”. L’incremento economico che deriva dall’intesa è pari al +40% annuo. Sono stati inoltre sottoscritti i rinnovi delle giornate di astensione volontaria retribuite al 40% e di ampliamento dello smart learning, sottolinea.
Infine parla di “un riconoscimento all’impegno e alla produttività dei lavoratori del gruppo” Paola Minzon, segretaria responsabile Uilca di Banco Bpm. “Con questi accordi cominciamo anche a porre le basi per costruire, per la prima volta dopo tanti anni, un vero percorso di armonizzazione della previdenza complementare e dell’assistenza sanitaria del gruppo”.