Non conveniente. Non congrua. Sfavorisce gli azionisti di Piazza Meda. E sottovaluta la banca. In una sola parola: no. Secondo il Banco Bpm, l’offerta di Unicredit non va bene. Respinta dal cda, dunque, l’ops lanciata dall’istituto guidato da Andrea Orcel. Non solo. Il valore generato dall’acquisizione di Anima – sottolinea ancora il board di Banco Bpm – “potrebbe diluirsi all’interno di Unicredit, ponendo a rischio lo sviluppo futuro della fabbrica prodotto”. A ciò si aggiungono le parole pronunciate dal ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, secondo il quale Piazza Meda “ha un track record solido che permette alla banca di portare più valore agli azionisti. Stiamo affrontando una banca che non aumenta il suo livello. Raggiungeremo il 50% delle commissioni, mentre Unicredit sarà attorno al 42% e loro sono molto più esposti alla volatilità dei mercati”. Da qui la reiterazione del suggerimento ai soci: “Dato che si tratta di un’offerta totalmente inadeguata, continueremo a consigliare ai nostri azionisti di non aderire”,
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Banco Bpm: ecco cosa ha detto il cda sull’ops di Unicredit
l consiglio di amministrazione di Banco Bpm ha approvato all’unanimità il “comunicato dell’emittente” sull’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle sue azioni promossa da Unicredit. Il cda “a seguito di un’attenta valutazione dei termini e delle condizioni descritti nel documento di offerta pubblicato da Unicredit il 2 aprile scorso e delle altre informazioni disponibili, tenuto conto altresì dei diversi elementi evidenziati più compiutamente nel comunicato dell’emittente, ha ritenuto l’ops non conveniente e il corrispettivo non congruo“, si legge in una nota diramata dal Banco stesso.
Il corrispettivo previsto dall’ops promossa da Unicredit “è del tutto insoddisfacente per gli azionisti di Banco Bpm, non riconosce il reale valore delle azioni e penalizza gli azionisti rispetto agli azionisti di Unicredit”, afferma nel comunicato il gruppo guidato da Castagna.
Banco Bpm: nell’ops di Unicredit corrispettivo non congruo
“A seguito di un’attenta valutazione delle informazioni disponibili e alla luce di molteplici fattori, il cda ha concluso che il corrispettivo non sia congruo da un punto di vista finanziario. Tale conclusione è supportata, tra i vari fattori considerati, dalle rispettive analisi finanziarie condotte da Citi e Lazard, in qualità di advisor finanziari, e dalle rispettive opinion”, aggiunge Banco Bpm.
In particolare il gruppo evidenzia il “mancato riconoscimento di un premio per il controllo agli azionisti di Banco Bpm. Il corrispettivo, che incorpora un premio dello 0,5% rispetto al prezzo dell’azione al 22 novembre 2024 (ultimo giorno di Borsa aperta prima dell’annuncio dell’ops), non riflette sostanzialmente alcun premio per il controllo. Tale considerazione risulta valida anche prendendo a riferimento, come da prassi in questo tipo di operazioni, le medie dei prezzi dell’azione Banco Bpm e dell’azione Unicredit relative a diversi orizzonti temporali precedenti all’annuncio dell’ops, che evidenziano premi estremamente contenuti”, afferma il board dell’istituto.
“Inoltre, prendendo a riferimento i valori puntuali dei prezzi ufficiali 6 mesi e 12 mesi prima dell’annuncio dell’ops, il corrispettivo riflette addirittura uno sconto rispetto al prezzo dell’azione del Banco Bpm, a tali date, rispettivamente pari al 3,4% e al 15,3%. La sostanziale assenza di un premio non risulta coerente con un’operazione di questa rilevanza ed è una fattispecie ritenuta senza precedenti per operazioni di questo tipo”, spiega la nota.
Citi e Lazard agiscono in qualità di advisor finanziari di Banco Bpm e hanno fornito le rispettive opinion al consiglio di amministrazione, accluse al comunicato dell’emittente appena approvato, sottolinea la banca. Il cda di Banco Bpm si è avvalso inoltre del supporto di Intermonte, in qualità di advisor finanziario e di Legance – Avvocati Associati, in qualità di advisor legale.
Bpm: manca piano industriale combinato di Unicredit
Quel che rileva il board del Banco nel ribadire il no all’ops di Unicredit, dunque, è che gli azionisti di Bpm “non dispongono né di un piano combinato di Unicredit e Bpm né di un piano consolidato della sola Unicredit su cui poter fondare le proprie valutazioni”. E ancora: “Alla data del comunicato dell’emittente”, Unicredit “non ha fornito un piano strategico aggiornato che tenga conto di previsioni e stime inclusive dell’entità risultante dall’integrazione di Bpm e Anima” con Unicredit.
Inoltre, le più recenti proiezioni di medio-lungo termine di Unicredit, risalgono all’11 febbraio 2025, data in cui Unicredit “ha presentato un aggiornamento delle stime Ambition 2025-2027 e della Guidance 2025”. In tali documenti “vengono presentati solo alcuni obiettivi finanziari per gli anni dal 2025 al 2027 su basi stand-alone, senza una descrizione dettagliata delle azioni specifiche a sostegno dei target di piano e senza dettagli sull’evoluzione del capitale regolamentare e di altre grandezze economico-finanziarie”.
“Fino all’approvazione di un nuovo piano industriale combinato di Unicredit”, sottolinea Bpm, “gli azionisti saranno quindi esposti a un ulteriore fattore di incertezza“.
Banco Bpm, cosa ha detto il presidente Tononi
Il consiglio di amministrazione “riconosce che l’offerta di Unicredit sottovaluta la nostra banca”: lo afferma il presidente di Banco Bpm, Massimo Tononi, dopo che il cda del gruppo ha ribadito la contrarietà all’ops di Unicredit. “L’offerta è inadeguata dal punto di vista finanziario e non è giusta per i nostri azionisti”, aggiunge Tononi nella conference call con gli analisti finanziari dopo l’approvazione del comunicato dell’emittente da parte del cda di Banco Bpm.
Tra gli elementi citati per respingere l’ops di Unicredit, vi è il fatto che il gruppo di Orcel intende ridurre “il contributo del business italiano”, come già comunicato in occasione della presentazione dei risultati di fine anno 2024″, mentre il Piano strategico di Bpm presentato il 12 febbraio 2025 ne prevede una crescita. Relativamente all’Italia, evidenzia Bpm, Unicredit “ha comunicato di prevedere una diminuzione dell’utile netto del 3% medio annuo per il prossimo triennio e una riduzione del contributo al risultato netto di gruppo dal 45% del 2024 al 40% del 2027”. Al contrario, il Piano di Bpm prevede “un’ulteriore espansione dei crediti verso la clientela in Italia”. Inoltre, “non è chiaro come le citate previsioni di Unicredit si concilino con la prescrizione contenuta nel provvedimento golden power in merito al mantenimento nei prossimi 5 anni del rapporto impieghi/depositi praticato da Bpm e Unicredit in Italia e quali impatti abbia sul business dell’offerente tale prescrizione”.
In definitiva, ha proseguito Tononi, il cda di Banco Bpm ritiene che Unicredit “sottostimi in maniera sostanziale il nostro valore“. Ancora in merito al corrispettivo, viene ribadito che, alla luce del fatto che il corrispettivo favorisce gli azionisti di Unicredit, trasferendo loro valore dagli azionisti di Bpm, “la distribuzione del valore delle eventuali sinergie non è equa e sfavorisce gli azionisti di Bpm”.
Banco Bpm: “Valore di Anima potrebbe diminuire in Unicredit”
Il valore generato dall’acquisizione di Anima – dice inoltre Banco Bpm – “potrebbe diluirsi all’interno di Unicredit, ponendo a rischio lo sviluppo futuro della fabbrica prodotto”.
A oggi “Unicredit ha dichiarato di non avere elaborato un piano strategico e non ha chiarito quali siano i propri piani futuri relativamente ad Anima – prosegue il comunicato – si rammenta che Unicredit ha ceduto nel 2017 le proprie attività di asset management ad Amundi sottoscrivendo al contempo una partnership con il gruppo francese tuttora in vigore”. Non è chiaro “come l’acquisto di Anima si riconcilierebbe con il progetto industriale” del gruppo di Orcel , infatti “la coesistenza di Anima e della partnership con Amundi all’interno di Unicredit potrebbe determinare una sovrapposizione in termini di fabbrica prodotto quantomeno in alcune aree, con una conseguente potenziale dispersione di valore, potenzialmente dando corso a dissinergie con gli attuali partner distributivi di Anima.
Banco Bpm segnala che Unicredit “ha ritenuto opportuno porre come una delle condizioni dell’ops il fatto che non fossero apportate modifiche all’opa Anima da parte di Bpm segnalando che la determinazione del corrispettivo è stata effettuata sulla base dei prezzi precedenti all’annuncio dell’operazione da parte di Bpm. Tale incertezza non è stata chiarita da Unicredit neppure a seguito del provvedimento Golden Power”. Proprio contro i vincoli del Golden Power, lo si ricorda, Unicredit ha deciso di affilare le armi e di dare battaglia, forse anche con un ricorso al Tar.