“Questo matrimonio non s’ha da fare”. Ad avere l’ultima parola su quelle che potrebbero essere le nozze del decennio nel panorama bancario italiano stavolta non sarà un prepotente signorotto attivo sul ramo orientale del lago di Como, ma un colosso del credito nato e cresciuto sulle rive della Senna.
Dopo aver prenotato una quota potenziale del 19,9% del Banco Bpm, Crédit Agricole ha spostato a Parigi l’asse del risiko bancario italiano. Lo sa bene Unicredit, tant’è che secondo quanto riferisce Repubblica, Andrea Orcel e Philippe Brassac, rispettivamente Ceo di piazza Gae Aulenti e della banca verte, avrebbero già cominciato a trattare. “Il primo round negoziale però non è decollato – scrive il quotidiano romano – pare per i dinieghi di Orcel a qualsiasi proposta dei francesi. Così Brassac si è ritirato in buon ordine e ha cominciato a lanciare messaggi al governo italiano”. Ma Orcel non ha alcuna intenzione di darsi per vinto, tanto che si parla già di possibili nuovi incontri al tavolo delle trattative dopo le feste.
La difesa del Banco
Nel frattempo, nemmeno l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, se ne sta con le mani in mano e anzi cerca di capire se in Crédit Agricole potrà trovare un alleato prezioso per difendersi da Unicredit.
Il Banco sarebbe al lavoro per definire una strategia. Tra le ipotesi sul tavolo, racconta Mf, ci sarebbero un dividendo straordinario o un rilancio su Anima Holding, dopo l’Opa da 1,6 miliardi lanciata lo scorso 6 novembre.
Sullo sfondo c’è poi l’opzione Mps su cui Banco Bpm potrebbe lanciare un’operazione straordinaria volta a creare l’ormai famigerato terzo polo. In questo caso però i tempi sarebbero parecchio lunghi, almeno tre-quattro mesi, e il sostegno del primo socio francese diventerebbe ancor più fondamentale.
Unicredit: il rilancio è possibile?
Anche Unicredit potrebbe però decidere di muoversi. Il mercato si attende un rilancio, nell’ordine dei 3-4 miliardi, con un’offerta che potrebbe valutare Banco Bpm fino a 9 euro ad azione contro i 6,6 proposti da Unicredit. Non a caso, nelle ultime settimane il titolo della banca milanese ha guadagnato parecchio terreno in Borsa e attualmente passa di mano a quota 7,75 euro per azione.
In una video call con gli investitori organizzata da BofA, Orcel ha detto che Unicredit ha tempo fino a marzo per valutare l’opportunità di migliorare le condizioni dell’ops. Il prezzo offerto per Banco Bpm è “fair”, con un premio del 15-20% sui corsi di Borsa “undisturbed”, prima dell’opa su Anima e dei rumor sul consolidamento, ma in ogni caso l’elemento cruciale è il ritorno sull’investimento, che dovrà essere sopra il 15%, ha ribadito il Ceo di Unicredit, aggiungendo che per poter valutare eventualmente un rilancio bisognerà esaminare i risultati di fine anno di Banco Bpm, che saranno pubblicati nel febbraio 2025, nonché l’esito dell’Opa lanciata da quest’ultimo su Anima. La partita, insomma, è ancora lunga.