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Banchieri milionari crescono: in Italia sono 241

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Banchieri milionari crescono. Secondo il rapporto dell’Eba sugli “high earners” del credito il numero dei banchieri italiani che, tutto compreso (salario fisso e variabile, bonus sui risultati e contributi previdenziali) hanno portato a casa più di un milione di euro in un anno ha raggiunto le 241 unità, con un aumento del 17 per cento, il più alto della Ue, rispetto ai 206 dell’anno precedente, il 2018. Il rapporto delle autorità europee, infatti, si riferisce al 2019, prima dell’esplosione del Covid-19 e dell’uscita della Gran Bretagna. Il quadro è probabilmente cambiato nel 2020, a fronte della crisi e dei vincoli posti alla distribuzione di utili ai soci e, probabilmente, di bonus all’alta dirigenza. Come lascia intendere un’altra ricerca, stavolta curata dal centro di ricerca High Pay, relativa al mercato inglese da cui emerge una flessione (-17 per cento) della remunerazione complessiva dei top manager britannici che però anche nell’anno peggiore, hanno guadagnato in media più di 3 milioni, cioè quanto 86 dipendenti. 

Va rilevato che la legge britannica impone alle aziende con più di 250 dipendenti di dichiarare la differenza tra la paga del direttore generale e quella media dei loro sottoposti, un dato utile per gli azionisti chiamati ad esprimersi sulle richieste dei vertici che, in generale, hanno dato prova di moderazione di fronte ai patimenti della pandemia. Ma non preoccupatevi: non è si fa peccato a prevedere che, una volta caduti i vincoli sui dividendi da versare ai soci, sia destinata a ripartire alla grande la stagione degli stipendi d’oro. Non solo nel Bel Paese.

Il compenso medio dei banchieri italiani è allineato a quello dei colleghi francesi e tedeschi (in media 1,7-1,8 milioni), ma inferiore a quello degli inglesi, poco sopra i 2 milioni nell’anno dell’esodo, (peraltro modesto, meno di un centinaio di unità) dalla City londinese a Parigi e Francoforte. Un piccolo ma battagliero esercito di fortunati capitanato dalle star (vedi Sergio Ermotti, già punta di diamante di Ubs, piuttosto che Andrea Orcel approdato ad Unicredit con una paga di 7,5 milioni) che, tra il 2010 ed il 2019, si è ingrandito con l’arruolamento di nuovi 1.500 uomini d’oro che hanno portato il totale a sfiorare le 5 mila unità. O, molto probabilmente, a valori ben superiori, vista la stagione eccezionale dei mercati che ha consentito di gonfiare la schiera dei private e degli investment bankers. Va del resto rilevato che già nel 2019 la componente variabile era pari al 129% della quota fissa, un dato destinato a salire a fronte della pioggia di buoni dal che i bankers hanno messo a segno nell’anno delle Spac.

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Categories: Finanza e Mercati