Sono tante le poltrone in ballo in questi giorni. La prima, ma non l’unica, è quella di Victor Massiah, il Ceo di Ubi Banca. Forse quello che Carlo Messina gli ha rivolto nella conferenza stampa di presentazione dell’Ops di Intesa su Ubi Banca voleva essere un complimento per indorare la pillola dell’Ops ma chi vive vicino a Massiah assicura che non ha preso bene l’offerta di entrare nel management di Intesa Sanpaolo. Che infatti non avrà un seguito, anche se l’operazione di acquisto di Intesa dovesse andare in porto.
La poltrona di Massiah al vertice di Ubi Banca, oltre ovviamente a quella della presidente Letizia Moratti, non è l’unica in discussione in queste ore. In bilico ci sono anche quelle di altri quattro banchieri. La prima è quella di Jean Pierre Mustier, il Ceo di Unicredit che potrebbe traslocare al vertici di una banca internazionale del calibro di Hsbc, dove – se la nomina andrà in porto – dovrà gestire una ristrutturazione mostruosa che prevede il taglio di 35 mila lavoratori: è bastato che circolasse la voce del possibile trasloco di Mustier perchè il titolo della banca italiana scivolasse in Borsa, come è avvenuto nelle ultime due sedute, nelle quali ha perso poco meno del 7%.
Poi c’è la poltrona dell’Ad del Monte dei Paschi che si libererà in occasione prossima assemblea di primavera dopo che Marco Morelli ha fatto sapere di non essere disponibile alla riconferma nella complicata banca senese. Toccherà al Tesoro, primo azionista di Mps, procedere al rinnovo nomine, anche se sarebbe raccomandabile che non terremotasse tutto il Cda.
E con Morelli sono tre i banchieri in uscita, ma in palio ci sono anche le poltrone di altri due banchieri. La prima è quella del banchiere ticinese Sergio Ermotti, già Unicredit ai tempi di Alessandro Profumo, e oggi in procinto di lasciare la guida della banca svizzera Ubs, dove arriverà l’olandese Ralph Hamers, finora alla testa di Ing.
Infine si prepara a lasciare la guida di Anima Holding, gioiellino del risparmio gestito che nel 2019 ha fatto il record di utili e messo a segno il miglior bilancio della sua storia, l’ad Marco Carreri, che non si ricandiderà alla prossima assemblea sociale e che intende cimentarsi in nuove sfide professionali. Presto si vedrà chi ne prenderà il posto.