Nel giorno dell’incontro Renzi-Merkel, è il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco a dare fuoco alle polveri nella polemica tra Italia e Germania, soprattutto in seguito alle dichiarazioni, definite “politicamente molto scorrette”, rilasciate al Corriere della Sera da Elke König, economista e presidente del Single Resolution Board (Srb), l’autorità europea di risoluzione unica e secondo pilastro dell’Unione bancaria.
König aveva ribadito la contrarietà agli aiuti di Roma alle banche italiane ricordando come la Germania abbia sì aiutato le banche tedesche, ma quando era concesso: “Gorbaciov una volta disse: chi arriva tardi viene punito dalla storia. Onestamente l’Italia ha attraversato la prima e seconda ondata della crisi senza interferire con le sue banche”.
Visco è immediatamente intervenuto, difendendo la strategia adottata sulle banche italiane. “Occorre distinguere tra le politiche concepite per attivare meccanismi di mercato e gli aiuti di Stato distorsivi della concorrenza”, ha contrattaccato il governatore nel corso di un workshop sulla stabilità del sistema bancario a Firenze. Il governatore ha fatto notare che la natura particolare del settore bancario e l’obiettivo di stabilità finanziaria dovrebbero richiedere un approccio più strutturato da parte della Commissione europea in tema di concorrenza e aiuti di stato. Le norme invece prevedono che ogni intervento pubblico faccia scattare la procedura. In questo modo prevale l’obiettivo delle politiche su concorrenza e aiuti di stato rispetto all’obiettivo di salvaguardia della stabilità finanziaria. “In altri termini – ha detto Visco – non è preso nella giusta considerazione il fatto che la stabilità finanziaria è di vitale importanza per l’economia reale”.
Visco ha anche usato un’espressione sibillina per far comprendere quanto pericoloso sia il tema bancario: “Se fallisce un supermercato, lo chiudi e un altro apre. Se fallisce una banca, è molto improbabile che ne apra un’altra, è più probabile che quella accanto cominci ad avere problemi”. Le conseguenze di uno squilibrio dei mercati “possono essere piuttosto gravi” e per questo a volte occorre agire velocemente: “Nel caso delle banche, questo richiede la possibilità di ricorrere a una rete di protezione pubblica e, in un’Unione come la nostra, anche a una sovranazionale in presenza di rischi sistemici e di contagio“.
Il numero uno di Bankitalia, che ha difeso il fondo Atlante, è anche intervenuto sulla questione della Bce, definendo “sbagliata” la percezione che Francoforte stia facendo pressioni per una rapida dismissione dei crediti deteriorati, come “recentemente e pubblicamente chiarito” dal presidente di Eurotower Mario Draghi e dal capo del supervisory board. Questa percezione dei mercati e della stampa potrebbe essere stata tra i motivi della significativa flessione dei corsi azionari delle banche dell’area euro e di quelle italiane in particolare.
Infine, Visco chiede nuovamente una revisione delle norme europee sul bail-in, perché “uno strumento, il bail-in, disegnato per ridurre l’impatto di una crisi non deve creare le premesse” di renderla più probabile. Inoltre il governatore indica che “non dovrebbe essere proibita la possibilità di un temporaneo supporto pubblico nei casi di crisi di banche sistemiche”, quando il ricorso al bail-in “non è sufficiente per raggiungere gli obiettivi di risoluzione” e si rischia di “compromettere la stabilità finanziaria”. Visco ricorda di non essere il solo a proporre l’esigenza di un ripensamento del bail-in citando l’ultimo rapporto Fmi nel quale si è evidenziata la “necessità di applicare le nuove regole (incluse quelle sugli aiuti di stato) con flessibilità e attenzione nella fase di cambiamento verso il nuovo sistema”.