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Banche Usa: la speculazione è il nostro mestiere

La Federal Deposit Insurance Corporation ha annunciato di voler allentare le restrizioni alle attività bancarie più speculative previste dalla Volcker Rule – Wall Street ha subito premiato i grandi gruppi bancari.

Banche Usa: la speculazione è il nostro mestiere

Grazie alla crisi le grandi banche Usa hanno ottenuto la cancellazione delle regole anticrisi. Ieri, infatti, la Fdic, l’ente federale di garanzia dei depositi bancari, ha votato per l’abolizione della Volcker Rule, la normativa voluta dall’ex presidente della Fed nel 2012 che prevede vincoli pesanti per le attività più speculative delle banche. Dopo una dura battaglia durata mesi, la norma, introdotta dopo la crisi Lehman Brothers è stata in buona parte cancellata nonostante il voto contrario di Martin Guenberg, l’unico superstite della squadra nominata a suo tempo da Barack Obama, che ha protestato contro “la caduta di una misura a sostegno dell’interesse pubblico nel bel mezzo della pandemia”. 

Esulta invece la lobby dell’Isda, l’associazione che riunisce gli operatori in swaps e derivati: grazie alla riforma (o controriforma) le venti banche più importanti avranno presto la liberà di tornare ad investire sul mercato over the counter nelle attività più rischiose. Si riducono le garanzie chieste per le operazioni sui derivati e cadono i limito sugli investimenti nei fondi di venture capital. In cifre si liberano risorse che, nel 2019, hanno comportato l’immobilizzo di 44 miliardi di dollari. Sul piano politico è una vittoria dell’amministrazione Trump, fin dalla sua elezione impegnato a smontare la legislazione introdotta dopo la crisi del 2008/09. Sul piano finanziario l’effetto immediato è stato il rimbalzo delle grandi banche Usa: Goldman Sachs è stata ieri la miglior blue chip della giornata con un rialzo del 4,6%, davanti a Morgan Stanley +4% e JP Morgan +3,5%. A Borsa chiusa, però, è arrivata una piccola delusione con la pubblicazione degli stress test della Fed. 

Lo stato del credito, secondo la banca centrale, è sotto controllo: ma siccome con il coronavirus la prudenza non è mai troppa, la supervisione mette un freno ai dividendi ed al riacquisto di azioni. Alle banche viene chiesto di calcolare la politica di remunerative dei soci, attraverso una formula che in alcuni casi potrebbe portare all’azzeramento dei dividendi previsti per il secondo trimestre. A pagare sarà soprattutto Wells Fargo, su del 6,7% ieri. La decisione della Fed è una sorta di compromesso: i democratici erano per lo stop ai dividendi, come avvenuta in Europa, ma Powell si è limitato a vietare cedole più alte che in passato ed il ricorso ai buy back, fino a pochi mesi fa il vero propellente dei rialzi. Ma, come suggerito da Jamie Dimon di JP Morgan, il punto di riferimento dei banchieri americani “si tonerà a parlare di buy back solo quando la situazione della pandemia sarà più chiara”. Per ora i Big si accontentano di aver rimosso l’ombra del banchiere centrale più temuto da Wall Street. 

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