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Banche, Ubi esplora la “sorpresa” Intesa: anche Mps nel risiko

Imagoeconomica

L’epidemia rallenta in Cina ma fa la sua apparizione in Corea del Sud e in Giappone, suscitando nuove paure: Prada ha rinviato la sua prima sfilata a Tokyo. Tuttavia, a rincuorare i mercati ci ha pensato la Banca centrale cinese, rivedendo al ribasso i tassi d’interesse di riferimento per i prestiti concessi ad aziende e persone. Intanto, dalla pubblicazione delle minute della Fed emerge l’ottimismo dei banchieri centrali Usa per la congiuntura: a fine gennaio non si cambierà rotta. Il risultato è un quadro dei mercati a più tinte.

Il Nikkei di Tokyo guadagna lo 0,3% ma solo grazie alla discesa dello yen, che perde il 2% rispetto alla corona norvegese, un’altra valuta usata come bene rifugio.

Esplodono le polemiche in Giappone per la gestione dell’epidemia dopo il decesso di due anziani sulla nave da crociera messa in quarantena nel porto di Yokohama.

La Borsa di Seul perde lo 0,5%, anche per effetto della notizia del balzo del numero degli ammalati in Corea del Sud, saliti a 82 dai 31 di ieri. Gli infetti sarebbero per la maggior parte membri di una setta religiosa che a inizio mese avevano partecipato ad una funzione tenutasi nella città di Daegu, dove era presente una persona già ammalata di Coronavirus.

Salgono invece i listini di Shanghai e Shenzhen (+0,9%). I nuovi casi di coronavirus sono scesi a 394.

LA CINA TAGLIA IL COSTO DEL DENARO, PAURA A SEUL E TOKYO

L’attesa delle nuove misure espansive approvate da Pechino ha favorito ieri l’ascesa dei mercati Usa. Nasdaq (+0,87%) e S&P 500 (+0,41%) hanno segnato nuovi record. Dow Jones +0,4%.

Tecnologia (+1,1%) e petroliferi hanno guidato il rialzo. Apple (+1,4%) ha recuperato le perdite della vigilia. In grande evidenza Nvidia (+6,1%) dopo la promozione da parte di Bernstein.

L’effetto dell’epidemia si fa sentire su valute e materie prime, oltre che tra i beni rifugio. La discesa dello yen ai minimi ida dieci mesi a 111,4, una novità assoluta in un momento di tensione, si accompagna alla debolezza dello won coreano (-0,7%). Sale il cross il cross dollaro-yuan per il terzo giorno consecutivo, sui massimi da inizio anno.

ORO AI ASSIMI DA SETTE ANNI

Continua la corsa dell’oro: +0,6% a 1.611 dollari, sui massimi degli ultimi sette anni. Vola a nuovi record anche il palladio.

Il petrolio Brent arriva all’ottava seduta consecutiva di rialzo, a 59,8 dollari il barile: ieri il greggio del Mare del Nord ha chiuso in rialzo del 2,4%.

Ancora debole stamane l’euro, a sostegno della favorevole congiuntura delle Borse.

L’EUROPA ACCELERA, LA MONETA RESTA DEBOLE

Ieri i mercati del Vecchio Continente hanno raggiunto Piazza Affari al grande ballo del Toro che, complice il blitz di Intesa Sanpaolo (ma non solo), ha favorito una performance eccezionale: sette delle ultime otto giornate a Milano si sono chiuse in rialzo. Gli altri listini hanno l’aria di voler recuperare il terreno perduto, anche sull’onda dell’euro debole, a 1,079 sul dollaro.

Dall’economia reale arrivano conferme sul rischio recessione che potrebbero trovare conferma oggi con la pubblicazione degli indici Pmi delle principali economie dell’Eurozona. Ma i mercati non mostrano grande preoccupazione: i ministri finanziari della zona euro, riunitisi ieri a Bruxelles, hanno messo a punto un documento congiunto nel quale si prevede la possibilità di interventi di stimolo, in caso di frenata dell’economia provocata da Covid 19.

SVOLTA “EPOCALE” PER PIAZZA AFFARI OLTRE QUOTA 25 MILA

L’indice Ftse Mib (+1,01% a 25.477 punti) ha aggiornato i massimi dall’ottobre 2008. Dal punto di vista dell’analisi tecnica si tratta di una svolta epocale, dopo un decennio gli innumerevoli tentativi di sfondamento andati sistematicamente a vuoto, dando origine a prolungate (e dolorose) correzioni.

Segno più anche sulle altre piazze: Francoforte +0,76%, Parigi +0,9%, Madrid +0,74%, Londra +1,04%.

Poco mosso il mercato secondario: spread a 135 punti base (+1,23%) e rendimento a 0,93%.

Il tasso del Bund decennale inizialmente era sceso portandosi vicino al -0,43% (minimo da due settimane) per poi risalire di poco. Per Angela Merkel i negoziati per la definizione del primo budget dell’Unione Europea dopo l’uscita del Regno Unito saranno “molto duri e complicati”. Ma non sarà meno arduo trovare un successore di frau Angela alla guida della Cdu e del governo tedesco.

BANCHE SUPERSTAR, GLI ANALISTI PROMUOVONO L’OPS

Le banche (+8% l’indice di settore da inizio anno) restano le grandi protagoniste del mercato italiano.

Il Cda di Ubi (+0,23%) ha dato mandato al consigliere delegato Victor Massiah di nominare gli advisor finanziari e legali che assisteranno la Banca nella valutazione dell’offerta presentata da Intesa Sanpaolo, “con le possibili alternative”. È quanto si legge in un comunicato diffuso da Ubi al termine del Cda riunitosi ieri dopo l’offerta pubblica di scambio da 4,9 miliardi presentata da Intesa (+0,13%), definita “sorprendente” dal consigliere di Ubi Ferruccio Dardanello. Oggi si riunirà il comitato degli azionisti del patto. Berenberg e Deutsche Bank hanno rivisto al rialzo i target dell’istituto a 4,25 euro.

SOFFRE BPER IN ATTESA DELL’AUMENTO

Tra i protagonisti del risiko, soffre ancora Bper (-0,34%), dopo il brutto tonfo della vigilia. Equita Sim ha abbassato il rating da buy a hold sul titolo, con un prezzo obiettivo che scende da 5,1 a 4,8 euro per azione. Ma Carlo Cimbri, ceo di Unipol Sai, ha sottolineato che, se andrà in porto l’operazione che prevede l’acquisto i 400/500 filiali di Ubi, la banca “crescerà del 50% in un colpo solo diventando il quarto gruppo italiano”. Avanza invece Unipol (+2,77%) che dovrebbe prendersi il polo assicurativo.

Ma al centro dell’attenzione ieri è balzata Banca Monte Paschi (+11,46% a 2,11 euro). Il ministro Gualtieri ha detto che l’uscita definitiva del socio pubblico dal capitale della banca avverrà nei tempi previsti, alla fine del piano concordato con la Ue. L’istituto, controllato dal Tesoro con poco meno del 70%, ha chiuso il 2019 con una perdita di poco superiore al miliardo di euro per l’impatto da 1,2 miliardi di revisione del valore delle Dta, ma con un risultato operativo in crescita e una riduzione significativa dello stock dei crediti deteriorati.

CONTINUA IL RALLY DI NEXI, GUIZZO DI ANIMA

Tra i finanziari in evidenza anche Finecobank (+3,23%) e Nexi (+2,13%), promossa da Citigroup che ha alzato il prezzo obiettivo sulla società dei pagamenti da 13,7 a 20 euro e confermato “buy”.

Anima avanza del 6%: Ubi non venderà la sua quota.

PIACE AGLI ANALISTI LA PRUDENZA DI PIRELLI

Al di fuori del comparto del credito, da segnalare la performance di Pirelli (+3,3%) dopo i dati del piano industriale, che vedono un ulteriore aumento dei margini al 18-19% al 2022. Ma le prospettive del mercato sono modeste, perciò il piano prevede di ridurre gli investimenti ed aumentare il taglio dei costi.

STM RECUPERA DIETRO APPLE

Forte Stm (+4,6%) in recupero dopo i recenti ribassi in linea con la ripresa delle azioni di Apple a Wall Street. Allunga anche Prysmian (+3,26%).

Bene le utilities: Hera +2,7%, Enel +1,3%.

FRENA CAMPARI, SOFFRE MEDIASET

Campari -3,4% dopo i risultati. Credit Suisse sottolinea i dati inferiori alle attese e il fatto che non è previsto un aumento dei margini nel 2020; JP Morgan ha tagliato le stime del 3-4%. Mediaset -1,9%. Equita abbassa il giudizio a “reduce”, con un target a 2,1 euro, dopo i dati Nielsen deludenti sulla pubblicità del quarto trimestre. Dall’inizio dell’anno le azioni del Biscione cedono il 12,5%, con il titolo che viaggia sui minimi da fine dicembre 2016.

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