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Banche, Tabacci: “Commissione d’inchiesta è una mina vagante”

“Bisogna fare molta attenzione e muoversi con prudenza perchè c’è il rischio che la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, si sovrapponga al normale lavoro della magistratura e, anzichè accertare i problemi e le cause di cattiva gestione delle banche in crisi per risolverli, diventi solo un rodeo politico e un gioco al massacro di ripicche e ritorsioni politiche che finirebbe per accreditare l’idea infondata che tutto il sistema bancario italiano sia in crisi”. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Commissione bicamerale sulla semplificazione, Bruno Tabacci, in occasione della presentazione delle conclusioni dell’indagine conoscitiva sulla semplificazione e sulla trasparenza delle attività finanziarie, bancarie e assicurative nei rapporti con gli utenti.

“I primi segnali sollevati dalla Commissione d’inchiesta tra chi vuole trovare i responsabili politici della crisi della Banca dell’Etruria e chi invece vuole risalire ai padrini politici della crisi del Monte dei Paschi non lasciano ben sperare” ha commentato Tabacci.

Il sottosegretario all’Economia e alle Finanze, Pier Paolo Baretta, che ha la delega del Governo per le banche, ha convenuto sull’opportunità che la recente Commissione d’inchiesta si muova “con equilibrio” perchè sarebbe profondamente sbagliato e deleterio accreditare l’immagine di un intero sistema bancario in crisi che però soffre di una “sfiducia crescente” che va affrontata e rimossa alla radice. Da questo punto di vista, come ha sottolineato il presidente della Commissione Finanze della Camera, Maurizio Bernardo, un contributo positivo all’esatta comprensione dei problemi può venire anche dall’educazione finanziaria che il recente decreto salva-risparmi ha finalmente messo in campo.

Alla presentazione dei risultati dell’indagine parlamentare sulla semplificazione in finanza è intervenuto anche il Direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, che ha messo in guardia dalle facili illusioni spiegando come la necessità di prevenire i rischi abbia in realtà aumentato la complessità delle regole internazionali in campo finanziario. L’Ivass, l’Authority che sorveglia le assicurazioni, si è così trovata a dover recepire in un anno qualcosa come 700 linee guida dell’Autorità europea del settore.  “Semplificare non è banalizzare” ha sostenuto Rossi, secondo cui è plausibile che prodotti finanziari troppo rischiosi e troppo complessi siano riservati solo a investitori istituzionali e vietati al pubblico retail.

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