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Banche sotto tiro: agenzie di rating, Bce su Npl e bufera Bankitalia

Non si placa la tempesta su Banca d’Italia scatenata dai siluri di Matteo Renzi contro Ignazio Visco che si è presentato ieri alla commissione d’inchiesta sulle banche, forte tra l’altro del sostegno di parte del governo. La bufera sui cieli dell’industria bancaria colpisce il sistema in un momento molto delicato: tornano a farsi sentire i warning delle agenzie di rating, la Bce (che ha il diritto/dovere di tutelare l’indipendenza delle banche nazionali del sistema) si accinge a rivedere i termini della politica espansiva. 

NPL, NUOVE REGOLE “PER CHI TERGIVERSA”  

Ieri sera, infine, Daniel Nouy, il capo della Vigilanza della Bce, ha detto che l’autorità di cui è responsabile sta valutando delle “linee guida quantitative” per lo smaltimento dello stock accumulato di crediti deteriorati. Nouy ha ricordato che a ogni istituto è stato chiesto di preparare piani di smaltimento “ambiziosi e realistici” dello stock di Npl già a bilancio, ma al tempo stesso ha dichiarato che “intendiamo emanare linee guida addizionali con indicazioni quantitative per le banche che tergiversano”. Insomma, il tempo della ricreazione è finito, ma qualcuno non se ne è accorto. 
 
CONTINUA LA MARCIA DI TOKYO, STABILE LA CINA  
 
Grandi manovre nei cieli della geopolitica. L’attenzione dei mercati è concentrata su Pechino dove, con un discorso di tre ore e mezza, il presidente Xi Jingping ha tracciato le linee del “socialismo del XXI° secolo”, più aperto al mercato ma solidamente sotto il controllo del partito. Stamane Pechino ha annunciato che il Pil è cresciuto nel terzo trimestre del 6,8%, meglio degli obiettivi (6,5%): la cornice giusta per render possibile l’ampio rinnovo dei quadri dirigenti in vista per il dopo Congresso. 

I consumi sono saliti in settembre del 10,3%, poco meglio del previsto. Ha battuto le attese, anche se non di molto, la produzione industriale: +6,6% in settembre. Composta la reazione delle Borse cinesi: Hong Kong -0,1%. L’indice CSI300 dei listini di Shanghai e Shenzen, perde lo 0,3%. Ancora in ascesa la Borsa di Tokyo +0,3%, a pochi giorni dalle elezioni di domenica. La Borsa dell’India è in calo dello 0,2%, quella della Corea del Sud dello 0,5%. 
 
IBM TRASCINA IL DOW JONES A UN NUOVO MASSIMO 

Wall Street ha demolito un nuovo record. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,7% a 23.152 punti: l’indice aveva superato quota 22 mila all’inizio di agosto. Robusto anche il rialzo del Nasdaq (+0,6%), mentre l’S&P500 è salito solo dello 0,1%. Il dollaro ha invertito la rotta, chiudendo in lieve flessione su euro a 1,178 da 1,176 del giorno prima. 

Il rendimento del Treasury Bill a 10 anni è salito a 2,34% da 2,31%. A guidare il rally è stata la riscossa di Ibm +10% che ha così ridotto la perdita da inizio anno a -4%. Ibm prevede il ritorno alla crescita dei ricavi dopo 5 anni consecutivi di contrazione: il quarto trimestre si dovrebbe chiudere con una crescita dell’1,5% a 22,1 miliardi di dollari. Negativa la risposta del mercato ai conti di eBay -4%. Meglio del previsto i risultati di American Express +0,43%. 

MNUCHIN: SENZA RIFORMA FISCALE, LA BORSA CROLLERA’  

E’ ormai imminente la nomina del nuovo presidente della Fed. Donald Trump annuncerà la sua decisione dopo l’incontro con Janet Yellen, forse ancor prima del suo viaggio in Asia del 3 novembre. Il presidente sarebbe propenso, secondo le ultime voci, a puntare su John Taylor, professore di economia alla Stanford University, noto per aver elaborato la Taylor rule, per l’individuazione del livello gusto dei tassi, a suo avviso oggi troppo bassi.  

Wall Street è stata ieri agitata dal monito di Steven Mnuchin, segretario al Tesoro e braccio destro di Trump nella partita della riforma fiscale. Se il Congresso non approverà la svolta, ha intimato Mnuchin, Wall Street pagherà pesanti conseguenze. Un monito che cade nell’anniversario del 19 ottobre 1987, data del secondo peggior tonfo nella storia del mercato.

PETROLIO AI MASSIMI. SAIPEM, PEGGIOR TITOLO A MILANO 

Sulle piazze finanziarie asiatiche, il petrolio Brent è piatto a 58,1 dollari il barile, ieri sera ha chiuso in rialzo dello 0,4% a 58,2 dollari, sui massimi delle ultime tre settimane. Debole a Piazza Affari Eni -0,1%. Bridgewater Associates, il più grande fondo hedge del mondo, ha aperto una posizione ribassista da 300 milioni di dollari sulla società. Tenaris perde l’1,3%. Tonfo di Saipem -2,7%, peggior titolo del Ftse Mib. Il titolo ha visto qualche presa di profitto in vista dei risultati del terzo trimestre 2017 che saranno approvati dal cda il 23 ottobre e pubblicati il 24 ottobre. 

EUROPA ALLE PRESE CON L’ULTIMATUM ALLA CATALOGNA 

Modesto rialzo per i listini europei, zavorrati dalla crisi catalana, alla vigilia di un nuovo delicato braccio di ferro tra Madrid e Barcellona e dall’impasse dei negoziati della Brexit. “Dal vertice di oggi e domani non mi aspetto alcun risultato concreto” ha detto il presidente della Ue Donald Tusk. Un accordo entro l’anno, ha aggiunto” è ancora possibile ma è necessario che arrivino proposte più concrete da Londra”. Gli scoglio principale resta la fattura del divorzio.   
 
Piazza Affari, in coda ai listini europei, ha agganciato di un soffio il segno positivo: +0,08%, indice Ftse Mib a 22.354 punti. 
Più toniche Madrid +0,48%; Parigi +0,42%; Francoforte, +0,37%; Londra +0,36%. 

CORO DI PROTESTE PER LE MOSSE ANTI-VISCO

Non si placa il clamore (e le critiche) dopo l’imboscata del Pd ai danni di Ignazio Visco, che sarà “al più presto audito” (parola di Renato Brunetta) dalla commissione d’inchiesta sulle banche. “Non commento per carità di patria”, ha detto il ministro Carlo Calenda interpellato sul tema dai giornalisti mentre usciva dall‘aula di Montecitorio al termine del question time. Matteo Renzi, però, insiste: “Bisogna scrivere una pagina nuova”.   

Mario Draghi, come ovvio, non interviene sulla questione. Il presidente della Bce, senz’altro indebolito dai segnali in arrivo da Roma (l’indipendenza della Banca d’Italia è condizione necessaria per far parte del direttorio Bce), ha sottolineato che la politica monetaria accomodante garantita dalla Banca centrale europea offre ai governi della zona euro una finestra di opportunità per intraprendere riforme strutturali. 

Draghi ha anche parlato del Job’s Act. Gli incentivi fiscali che hanno accompagnato l‘introduzione delle nuove regole del mercato del lavoro in Italia hanno migliorato l‘efficacia delle riforme, permettendo un incremento degli occupati permanenti pari a 500.000 unità.

BTP IN CALO. OGGI TEST PER I TITOLI SPAGNOLI 

Il secondario italiano appare in calo in una seduta di correzione in attesa delle aste di domani, incluse quelle spagnole. Il mercato è stato nei giorni scorsi generalmente sostenuto da attese di una Bce, nei prossimi mesi, più ‘colomba’ di quanto precedentemente creduto. Il taglio degli acquisti sul mercato sarà, secondo le indiscrezioni, molto graduale.  

Oggi sul mercato arrivano le aste, robuste, di Francia (6-7 miliardi di Oat) e Spagna (scadenze 2021, 2025,2027 32046). Inoltre, a sorpresa, c’è stato l’annuncio del varo di un’emissione a quarant‘anni da parte del Nord Reno Westphalia. Ieri Berlino ha collocato 807 milioni del suo trentennale con tassi in lieve calo. 

Sotto i riflettori soprattutto la Spagna. Ieri è arrivata la dichiarazione della Catalogna che ha fatto sapere che il governo locale non intende rinunciare alla causa della secessione. Oggi, scadenza del nuovo ultimatum, Barcellona darà al governo centrale la stessa risposta fornita lunedì. Intanto la Corte Costituzionale spagnola ha dichiarato nulla la legge, approvata dal governo catalano il 6 settembre, del referendum sull‘indipendenza. La tendenza del mercato dovrebbe essere comunque generalmente positiva dato l‘atteso prolungamento del Qe, che indica un ritardo nel futuro innalzamento dei tassi. 

IL PRESIDENTE DEL REAL LANCIA L’ATTACCO ANTI-BENETTON 

Sul fronte di Abertis è scattato, come previsto, l’offensiva di Acs per strappare (come vuole una parte del governo di Madrid) la concessionaria autostradale ad Atlantia. Florentino Perez, presidente del Real Madrid e di Acs, è sceso in campo con un’offerta, tra contanti ed azioni superiore ai 17 miliardi, superiore sulla carta a quella della società del gruppo Benetton (16,5 miliardi) attraverso la controllata tedesca Hochtief. La risposta della Borsa non si è fatta attendere: il titolo Abertis, dopo la contro-Opa lanciata da Hochtief, (controllata tedesca di Acs) al prezzo di 18,76 è balzato fino ad un massimo di 19,1 euro per poi correggere a 18,85 (+7%), sempre sopra il livello della contro-Opa. 

E’ il segnale che il mercato attende ora la contromossa di Atlantia ieri sotto dell’1,36% dopo l’annuncio di Hochtief. Decisiva, probabilmente, sarà la scelta del primo socio di Abertis, Criteria Caixa, il braccio finanziario di una potente e politicamente connessa fondazione bancaria che possiede il 22,3% della concessionaria e che non ha preso finora alcun impegno. In rialzo gli titoli coinvolti nella nuova offerta: Hochtief sale di 1,27%, Acs di oltre 4%. Cellnex guadagna 1%. Sale di riflesso Rai Way +4,99%, possibile partner della società spagnola delle torri.  
 
PECHINO RIAPRE LE PORTE A PRYSMIAN +1,88% 

Di rilievo, sul fronte degli industriali, il balzo di Prysmian +1,88% che ha accelerato in rialzo nel pomeriggio facendo segnare a 29,67 euro il nuovo massimo storico.  

Il gruppo italiano è tornato ad operare attivamente in Cina. Lo ha comunicato la società in una nota, indicando come il nuovo stabilimento Prysmian Technology Jiangsu, sia pienamente operativo, grazie all’acquisizione di alcuni asset dalla ex Shen Huan Cable Technologies. Il gruppo, guidato da Valerio Battista, da tempo era in attesa delle omologazioni dei cavi necessarie per tornare a produrre in Cina, dopo la cessione obbligata della propria partecipazione nella joint venture Baosheng Cable.  

Il paniere del credito ha terminato la seduta con un rialzo dello 0,41% resistend all’outlook negativo fornito da Fitch sul settore bancario italiano. Si fa notare Intesa +0,8% davanti ad Unicredit +0,3%. 
 
BPM, CONTRATTO MILIARDARIO CON CATTOLICA 

Sale Banco Bpm +1%. La banca tratterà in esclusiva con Cattolica la collaborazione commerciale. Il titolo della compagnia assicurativa perde il 4%. La compagnia ha messo sul piatto 150-250 milioni in più di Covea e la differenza è stata determinante per convincere Banco Bpm a concedere alla compagnia veronese quindici giorni di esclusiva per siglare la nuova alleanza nella bancassicurazione.  L’offerta della compagnia scaligera, valuta il 100% del business oggetto di gara tra 1,2 e 1,3 miliardi, mentre quella francese si fermava poco sopra il miliardo. 
 
Generali +0,3%. UnipolSai +0,5%. Risparmio gestito in ordine sparso: Poste Italiane +0,89%, Finecobank +0,62%, Banca Generali +0,54%. In calo invece Banca Mediolanum -1,46% e Azimut -0,18%. Yoox net-a-Porter -2,3%, sulla scia dei risultati deludenti di Asos e dei numeri del terzo trimestre della tedesca, Zalando, che ha avvertito che l’utile potrebbe risultate inferiore alle attese.  
 
ELICA, GIGLIO E AEFFE. IL VOLO DELLE SMALL

Nel resto del listino da segnalare alcuni exploit: 
Elica +8,2% segna nuovi massimi dell’anno, tornando su livelli che non vedeva dal 2009: ora scambia a 2,7480 euro, +6,1%. Questo mese, Banca Imi ha espresso un giudizio Buy (target 2,80 euro), rating Hold per Equita Sim (target 2,50 euro). 
Aeffe +7,8% ai massimi da due anni. L’azienda oggi cambia in rialzo del 7,8% a 2,172 euro, massimo degli ultimi due anni. Il titolo è seguito da Mediobanca con rating Outperform. 
Giglio Group si mette in mostra con un balzo del 4% a 8,33 euro. La quotazione è quasi triplicata a partire dal primo gennaio ad oggi.

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