Stavolta andrà meglio oppure l’aumento dei tassi Usa provocherà reazioni negative come quelle dello scorso dicembre? La risposta, tanto per celebrare la notizia del giorno, è davvero “blowin’ in the wind”, come ci ha insegnato il premio Nobel Bob Dylan. Janet Yellen, che stasera parlerà al congresso degli economisti americani, ha usato ogni precauzione per evitare ai mercati un impatto troppo ruvido. Ma è bastato il dato deludente della bilancia commerciale cinese per risvegliare le paure di Wall Street. L’allarme è poi in parte rientrato. Chissà, forse, come canta il poeta, “the times they are a changing”. Ma per ora, l’avversione al rischio è la stessa che ha obbligato la Fed ad una rapida retromarcia, rinunciando a nuovi rialzi vista la fragilità della ripresa.
SOFTBANK-ARABIA ASSIEME PER UN FONDO DA 100 MILIARDI
I mercati si accingono comunque a chiudere la settimana con una nota di cautela. Deboli le Borse cinesi: Shanghai -,5%, Shenzhen -0,8%. Ma dai dati macro emerge oggi una nota positiva: l’indice dei prezzi all’ingrosso tona a salire dopo 54 mesi consecutivi al ribasso. Sul fronte societario da rilevare il balzo di SinoChem (+10%) sull’onda delle indiscrezioni sulla prossima fusione con ChemChina (socio numero uno di Pirelli)
Tokyo +0,2%, al traino di Softbank (+3,2%), che ha annunciato ieri il varo di un fondo destinato ai titoli tech di 100 miliardi di dollari: l’investitore più importante è il fondo sovrano dell’Arabia Saudita.
Il mercato finanziario della Thailandia reagisce con un apprezzamento della valuta e un rally del listino azionario alla notizia della morte del re Bhumibol Adulyadej. L’indice di riferimento della Borsa di Bangkok sale del 4%.
OGGI I CONTI DI JP MORGAN E CITIGROUP
Finale in recupero per i mercati Usa, scivolati a metà seduta ai livelli dello scorso luglio, grazie alla ripresa dei prezzi petroliferi. Il Dow Jones ha limitato il ribasso allo 0,09%, S&P 500 -0,12%. Il Nasdaq ha perduto lo 0,3%.
Oggi la campagna delle trimestrali entra nel vivo con i conti di JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo (-1,26% ieri, dopo le dimissioni dell’ad John Stumpf, protagonista dello scandalo dei conti falsi).
Verizon intende rinegoziare l’acquisto degli assets di Yahoo (-1,8%) per 4,6 miliardi approvato l’estate scorsa. La decisione arriva dopo l’annuncio fatto a fine settembre dall’azienda Internet di un attacco hacker – avvenuto a fine 2014 – a danno di almeno 500 milioni di utenti.
TIENE IL PETROLIO. ANDURAND: SALIRÀ A 60 DOLLARI
A sostenere Wall Street è stata la performance del petrolio, nonostante l’aumento delle scorte Usa. Il Wti ha guadagnato 26 cent, a quota 50,44 dollari al barile, Brent stabile a 51,79. Pierre Andurand, il più importante gestore hedge sul mercato del petrolio, si è detto certo che i prezzi sono destinati a salire a 60 dollari e oltre. Nel 2015 il finanziere, che analizza costantemente l’andamento di 10 mila pozzi, fu tra i primi a puntare sul crollo dei prezzi.
Peggiore blue chip Chevron, in calo dell’1,3%. Debole a Piazza Affari Eni (-0,6%). Il ministro dell’Energia kazako ha dichiarato che l’avvio della produzione del campo di Kashagan procede come da tabella di marcia e una limitata quantità di greggio è già stata trattata e stoccata. Si tratta di 90 mila barili al giorno, che saliranno a 170 mila a novembre. Il cane a sei zampe, che detiene il 16,6% del giacimento, conta che la produzione salga a 370 mila barili nel 2017. Saipem -1,6%, Tenaris -0,2%. Kepler Cheuvreux ha aumentato il target price sull’azione da 9 a 9,7 euro.
PIAZZA AFFARI GIÙ DELL’1,2%. LE APP AFFONDANO IL TOM TOM
I future sulle borse europee anticipano un avvio in rialzo dello 0,5%. A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso l’ultima seduta seduta con un -1,22%, a 16.269 punti. Giù anche Parigi (-1,06%) e le altre piazze: Francoforte-1,04%, Madrid -0,9% e Londra -0,66%.
Tramonta alla Borsa di Amsterdam l’astro di Tom Tom (-7,9%). La società olandese che produce navigatori satellitari ha tagliato le stime sui ricavi da 1,05 miliardi di euro a 980 milioni di euro, in quanto c’è stato un netto calo delle vendite. La banca olandese NIBC ha rilevato che l’aumento del prezzo medio ha solo parzialmente compensato il calo dei volumi: troppo forte la concorrenza delle app che si possono scaricare sugli smartphone. Da inizio anno il titolo perde il 32%.
IL QATAR PERDE 1,2 MILIARDI SU DEUTSCHE BANK. MA È COMPRATORE
Altra giornata difficile per Deutsche Bank (-2,9): l’accordo con le autorità Usa sulla multa di 14 miliardi di dollari sembra ancora lontano. Gli investitori del Qatar che detengono la partecipazione più rilevante nell’istituto stanno valutando l’acquisto di altre azioni se la banca tedesca decidesse di raccogliere nuovo capitale. Lo scrive Reuters, citando fonti vicine alla politica di investimenti del Qatar.
I fondi controllati dall’ex primo ministro del Qatar, lo sceicco Hamad bin Jassim al-Thani, hanno acquistato il 6,1% di Deutsche Bank a metà 2014 e hanno poi successivamente incrementato la quota poco sotto il 10%, opzioni incluse, a luglio di quest’anno. Alla luce del calo recente del titolo i fondi del Qatar hanno perso sulla carta oltre 1,2 miliardi di dollari. L’intenzione è di restare poco sotto il 10%, riferisce una delle fonti. In Germania chi possiede più del 10% in una società quotata è soggetto a obblighi di trasparenza più severi.
OGGI LA CEDOLA DI BTP ITALIA: 0,35-040%
Seduta contrastata per il mercato del debito, ma i Btp hanno tratto sostegno dalla buona risposta alle aste di ieri. Il tasso sul decennale ha chiuso a 1,37%. Stamane verranno offerti in riapertura 1,875 miliardi di Btp a 3, 7 e 15 anni, collocati ieri per l’importo massimo previsto di 8,5 miliardi, con rendimento in lieve risalita.
Il Tesoro comunicherà oggi l’importo della la cedola reale minima garantita per il nuovo Btp Italia a 8 anni, in offerta tra lunedì e giovedì della settimana prossima. Il rendimento dovrebbe collocarsi tra lo 0,35% e lo 0,40%.
VOLA FINECO, FRENA UNICREDIT. MOODY’S PREMIA BPM-BANCO POPOLARE
Giornata tempestosa per il comparto bancario. L’indice italiano ha lasciato sul terreno il 2,74%, ma non sono mancate le note positive. Finecobank è stato il miglior titolo del listino principale con un rialzo del 5,58%, a 5,06 euro, dopo il collocamento del 20% a 4,55 euro da parte di Unicredit (-3,64%). Al titolo, promosso a “buy” da Banca Akros e da Equita, fa bene in particolare l’impegno di lock-up di un anno sul restante 35% preso dalla banca controllante.
Rialzo di analoghe proporzioni pe Banca Generali (+5,67%), nei giorni scorsi considerata un potenziale acquirente per Fineco.
Alla vigilia del d-Day delle assemblee per la fusione, pioggia di vendite su Banco Popolare (-4,69%) e Banca Popolare Milano (-4,61%). Dopo i forti guadagni dei giorni precedenti gli operatori hanno assunto una posizione più prudente in attesa del meeting dei soci dell’istituto di Piazza Meda: le iscrizioni hanno superato le 12 mila unità.
La fusione tra Bpm e Banco Popolare è positiva e se non dovesse andare in porto, con il voto contrario dei soci alle assemblee di sabato, sarebbe “un’occasione persa”. Lo ha detto Edoardo Calandro, assistant vice-president e analista bancario di Moody’s, nel corso di un incontro a Milano. “Vediamo la fusione come positiva e per questo abbiamo messo i rating delle banche sotto ‘review’ per un ‘upgrade'”. Inoltre, ha aggiunto l’analista, a prescindere dalla fusione “le due banche anche da sole stanno risolvendo alcuni problemi che tenevano il rating basso”.
Deboli gli assicurativi: Generali ha perso il 2,86%, Unipol il 4,12% e UnipolSai il 4,41%.
LA CINA SPAVENTA L’AUTO. OPA DI EDISON SU ALERION
I segnali di rallentamento dell’economia in Cina hanno fatto scattare un segnale d’allarme per il settore Automotive: Fiat Chrysler -3,4%, Brembo -1,7%. Frena anche Ferrari (-0,6%): Mediobanca Securities ha alzato il prezzo obiettivo a 6,5 da 6 dollari. Cnh è arretrato del 2,7%. JP Morgan ha confermato sul titolo il giudizio underweight in vista dei risultati trimestrali portando il prezzo obiettivo a 6,5 da 6 dollari.
Mediaset chiude a +0,15%, a 2,606 euro, dopo aver toccato un minimo di giornata a 2,502 euro. Il titolo ha accelerato al rialzo in scia alle indiscrezioni di stampa secondo le quali Vivendi sta preparando un nuovo piano per risolvere la disputa su Premium, che prevede un coinvolgimento di Telecom (-0,93%).
Fuochi d’artificio su Alerion (+21,91%). Edison ha lanciato ieri una contro-Opa a 2,46 euro per azione con l’obiettivo di diventare il numero due del settore in Italia, dietro soltanto a Erg Renew, ma superando il suo diretto concorrente Enel Green Power. Alerion è già soggetta a un’Opa parziale (sul 29,9 per cento del capitale) da parte di un operatore Bolzano, il gruppo Fri-el Green Power. Rispetto all’offerta precedente, Edison paga il 29,5% in più.