Il Consiglio dei ministri ha approvato giovedì il decreto crescita, ma dal provvedimento sono state scorporati i rimborsi in favore di azionisti e obbligazionisti vittime del decreto salva banche, vero nodo del contendere fra il Movimento 5 Stelle e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Sui risparmiatori da risarcire, il numero uno del Tesoro la pensa in modo diverso dagli alleati di governo. In particolare, Tria vorrebbe sottoporre ogni singolo caso a un arbitrato e stabilire dei filtri ai risarcimenti: soglia Isee a 35mila euro e patrimonio immobiliare non superiore a 100mila euro.
La Lega sembra disponibile a convergere sulla proposta dal ministro, mentre i 5 Stelle insistono sulla necessità di prevedere un trattamento unico per i rimborsi, senza esaminare caso per caso. Una soluzione che Tria non intende avallare per il timore d’incorrere nella censura della Commissione europea.
Ma il leader pentastellato, Luigi Di Maio, insiste: “Bisogna mantenere la promessa di risarcire tutti i risparmiatori” e quindi attuare la norma contenuta nella legge di Bilancio e già bocciata da Bruxelles.
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per il momento ha evitato di assumere una posizione definita sulla materia, ma sembra propenso a sostenere le ragioni del suo ministro, entrando così anche lui in contrasto con il M5S.
Per il momento la situazione rimane in stallo: la soluzione è rinviata (almeno) a martedì 9 aprile, quando a Palazzo Chigi saliranno le associazioni coinvolte nel discorso rimborsi.
Per quanto riguarda le reazioni delle opposizioni, Forza Italia parla di “beffa per i risparmiatori”, mentre il Pd commenta: “Non è un governo, è Scherzi a parte”.
Ma cosa c’è all’interno del decreto crescita? Innanzitutto, il provvedimento contiene la norma su Alitalia voluta dal ministero dello Sviluppo economico per convertire il prestito ponte in equity e consentire eventualmente allo Stato di entrare nella newco.
Il decreto prevede inoltre lo stanziamento di 500 milioni di euro in favore dei Comuni di tutta Italia per avviare opere pubbliche in materia di efficientamento energetico e di sviluppo sostenibile sul territorio.
In arrivo anche 300 milioni per le Zes (Le Zone economiche speciali). “Renderemo ancora più attrattiva, per le imprese che vogliano investire al Sud Italia, la possibilità di insediarsi e programmare investimenti nelle Zone economiche speciali”. Lo dice il Ministro per il Sud Barbara Lezzi al termine del Cdm. “Nello specifico, saranno 50 milioni per il 2019, 150 nel 2020 e 100 milioni nel 2021. Si tratta di un importante risultato che fa seguito ai numerosi interventi già realizzati in favore del Sud da me e dal governo di cui faccio parte. Con lo stanziamento odierno, effettuato grazie al Fondo sviluppo e coesione, andiamo a incrementare il fondo per le Zes che già contiene i 250 milioni stanziati per le agevolazioni sul credito di imposta”.