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Banche, Rcs e Btp alla ribalta di Piazza Affari

“We are living in a Yellen submarine”, ha commentato a caldo un operatore dopo le parole del presidente della Fed di venerdì. Non a torto perché, nonostante oggi le Borse Usa resteranno chiuse per la ricorrenza del Memorial Day, l’andamento dei listini sarà senz’altro condizionato dal messaggio sui tassi di miss Yellen.

La conferma è arrivata fin dalle prime battute: sale il dollaro contro tutte le valute asiatiche, a partire dallo yen, trattato sotto quota 111 contro la valuta Usa, il valore più basso da un mese. In calo anche lo yuan, scambiato a 6,5814. Al fixing ufficiale, il cambio della moneta cinese è stato abbassato dello 0,4%.

L’avanzata della moneta Usa si è fatta sentire anche sul fronte delle materie prime: il petrolio scivola sotto quota 50 (Brent a 49,23 dollari al barile). In calo anche l’oro, scivolato sotto i 1.200 dollari l’oncia, per la prima volta da febbraio.

Sale alla Borsa di Tokyo l’indice Nikkei (+1%), nonostante il calo delle vendite al dettaglio in aprile. Ma il mercato dà per scontato il rinvio dell’aumento dell’Iva. Bene Hong Kong (+0,7%). Più contrastate le piazze cinesi: Shanghai +0,2%, Shenzhen -0,1%. “La ripresa del dollaro – commenta l’economista di Goldman Sachs Song Yu – non potrà che favorire la ripresa della fuga dei capitali dalla Cina”. Secondo Daiwa Securities le riserve valutarie di Pechino scenderanno a 2.700 miliardi (contro le attuali 3.300) entro l’anno per poi scivolare a 2.000 miliardi alla fine del 2017.

I futures segnalano un’apertura positiva anche nei i listini europei, galvanizzati dalla forza della valuta Usa: l’euro ha aperto le contrattazioni a 1,11 ai minimi del mese, sull’onda delle indicazioni della Banca centrale Usa. Ma sarà una seduta a ranghi ridotti: è festa non solo in Usa ma anche in Gran Bretagna, con effetti sulla City, che pure aprirà i battenti. “Stavolta”, ha detto ieri sera James Bullard della Fed di Saint Louis, “i mercati sono stati preparati per bene”. Merito di Janet Yellen.

FED E BCE: LE BANCHE CENTRALI TORNANO PROTAGONISTE

“Ha qualcosa da dire agli investitori? Se non vuole o non può, non risponda. La posso capire”. Ma Janet Yellen, intervistata venerdì sera ad Harvard da Gregory Mankiw (già consigliere economico di George W.Bush), non si è tirata indietro. “Lasciatemelo dire senza giri di parole: la Fed si è fissata da tempo l’obiettivo di alzare con prudenza e gradualmente i tassi ufficiali. Ebbene, è probabile che una mossa in questa direzione nei prossimi mesi sia appropriata”. Così il presidente della Fed ha squarciato l’ultimo velo di incertezza sulle intenzioni della Banca centrale: l’aumento ci sarà, nella riunione del 14-15 giugno o a luglio.

Più facile quest’ultima ipotesi per evitare che la mossa coincida con la possibile turbolenza in caso di vittoria degli anti-Ue al nel referendum inglese sulla Brexit del 23 giugno, incognita molto temuta dai grandi, come si evince dal comunicato finale del G7. Per l’occasione il Giappone, anche se a malincuore, si è impegnato a non praticare una politica di indebolimento dello yen. A convincere Shinzo Abe ha senz’altro contribuito la prospettiva di un rafforzamento del dollaro grazie all’aumento dei tassi.

La Banca Centrale Europea prenderà atto nella riunione di giovedì del nuovo scenario proposto dalla politica monetaria Usa. Ma non è previsto alcun cambio di rotta da parte di Mario Draghi, in attesa che la politica espansiva di Francoforte produca finalmente effetti sull’inflazione. L’attenzione dei mercati sarà rivolta alla tipologia degli acquisti: ormai è stato esaurito il tetto dei titoli pubblici acquistabili (vedi Portogallo e Irlanda) ed è sempre più rara la carta tedesca e francese. Di qui l’allargamento a corporate bond con la prospettiva, perversa, di finanziare le corporations Usa che stanno accelerando le emissioni in euro (già salite a 240 miliardi).

VERTICE OPEC, OCCUPAZIONE USA, LE CONSIDERAZIONI FINALI DI BANCA D’ITALIA

Giovedì si terrà a Vienna il vertice dell’Opec. Sarà l’occasione per fare il punto sull’attuale livello di produzione dei Paesi del cartello ma non si prevede alcun accordo per congelare l’attività. L’obiettivo è stato accantonato dopo l’aumento dei prezzi del petrolio che in settimana hanno superato il livello dei 50 dollari al barile.

Nutrito, al solito, il calendario macro Usa. Il dato più importante, in uscita venerdì, riguarda l’andamento del mercato del lavoro: la previsione è di 160 mila nuovi posti, ma la recente serrata di Verizon potrebbe aver provocato il taglio, seppur temporaneo, di 35 mila posti. Di rilievo anche l’indice Case Shiller sull’andamento del mercato immobiliare e il dato sulle vendite, entrambi in uscita mercoledì.

Stamane uscirà l’indice della fiducia dei consumatori dell’Eurozona e in Italia l’indice dei prezzi alla produzione. L’istituto Markit pubblicherà mercoledì i dati del Pmi manifatturiero per le principali economie dell’Eurozona e per il Giappone.

L’appuntamento più importante in Italia riguarda le “Considerazioni finali” del governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco, in programma per mercoledì 31 maggio, alla vigilia del vertice della Bce.

OGGI L’ASTA DEI TITOLI A MEDIO-LUNGO. IN VISTA NUOVI RIBASSI

A Piazza Affari è in programma stamane l’offerta di titoli a medio e lungo termine tra 6 e 7,5 miliardi di euro. I rendimenti dei BTp a 5 e 10 anni sono attesi in lieve calo rispetto all’asta dello scorso aprile: il titolo a cinque anni è atteso in area 0,42%, in flessione rispetto allo 0,49% dell’asta di aprile mentre il rendimento del BTp a 10 anni dovrebbe attestarsi in area 1,43%, in calo rispetto all’1,51% del collocamento del mese scorso. Venerdì scorso il Bot a sei mesi ha toccato un nuovo record negativo a -0,226%. Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso a 1,35% da 1,47% del venerdì precedente.

ASSEMBLEA TERNA, FERRARI PAGA IL DIVIDENDO 

Oggi staccano il dividendo Astm (0,25 euro), Nice (0,0703 euro) e Tamburi (0,061 euro). Stamane va in pagamento il dividendo Ferrari (0,46 euro), staccato il 23 maggio. Sempre oggi si tengono le assemblee per l’approvazione del bilancio di Terna e di Pierrel.

CARIGE E VENETO BANCA ALL’ULTIMO APPELLO

Giornata cruciale per due istituti bancari ad alto rischio: Carige e Veneto Banca. Il consiglio d’amministrazione della Banca genovese si riunisce oggi per varare le linee guida del nuovo piano industriale che sarà sottoposto domani all’esame della Bce, che ha accettato il rinvio della consegna del piano definitivo al 30 giugno prossimo. Il nodo cruciale sono le sofferenze. L’istituto ha respinto l’offerta del fondo Apollo che prevedeva l’acquisto di 3,5 miliardi di non performing loans (per 695 milioni), oltre ad un aumento di 500 milioni riservato all’investitore Usa. Come sarà articolata la controfferta messa a punto dall’attuale maggioranza? Sembra esclusa un’operazione sul capitale, l’attenzione sarà rivolta al taglio dei costi. Basterà a soddisfare Bruxelles?

Ancor più urgente il dossier Veneto Banca. Ieri si è tenuto il comitato degli investitori del fondo Atlante, in vista di un intervento simile a quello adottato per la Popolare di Vicenza. Il Cda di Veneto Banca definirà oggi la forchetta di prezzo a cui cedere le azioni di nuova emissione per un totale di un miliardo di euro. La previsione è per un prezzo minimo, cioè 0,10 euro ad azione, comunque giudicato troppo alto dal mercato. Di qui il probabile ingresso di Atlante in qualità di sub-garante del consorzio guidato da banca Imi. Un’operazione fotocopia di quella adottata per Pop. Vicenza. Intanto, Atlante sta accelerando le trattative per imbarcare i capitali di fondi pensione e di previdenza (un miliardo circa l’obiettivo) nell’impresa di intervenire sugli Npl.

RCS, VIA LIBERA ALL’OPS DI CAIRO: INIZIA LA BATTAGLIA FINALE

Dopo il via libera in extremis della Consob concesso nella giornata di sabato tutto è pronto per l’Ops di Cairo Communications su Rcs Mediagroup. L’operazione prenderà il via il 13 giugno per concludersi l’8 luglio. Dal prospetto non emergono novità di rilievo rispetto a quanto già noto. Urbano Cairo punta sul rilancio industriale del gruppo con 140 milioni di risparmio sui costi nei primi tre anni oltre ad un incremento dei ricavi (il tour de France, si legge nel prospetto, garantisce 110 milioni di introiti contro 25 del Giro d’Italia). In prospettiva è prevista anche la fusione tra Rcs e La7.

Nel frattempo il presidente del Torino non h aumentato la sua offerta (0,12 azioni Cairo Communications contro 1 Rcs), che risulta così inferiore sia a quella di Bonomi (0,70 euro ad zione), che alla valutazione del mercato, 0,76 euro, convinto che sia in arrivo offerte migliorative da parte dei due contendenti. O, forse, da un terzo incomodo. Il più gettonato, nonostante le smentite, resta il gruppo Pesenti.

La prospettiva dell’aumento dei tassi Usa, accompagnata dall’aumento delle quotazioni del petrolio, ha permesso alle Borse di vivere una settimana all’insegna del rialzo. A Wall Street l’indice S&P 500 ha messo a segno un progresso del 2%, il migliore dalla fine di marzo.

Con tre sedute positive e due in calo anche la Borsa di Milano ha archiviato la settimana con un rialzo complessivo del 2,1%. L’indice complessivo delle Borse europee Stoxx 600 è salito del 3,4%, riducendo la perdita da inizio anno a -4,4%. Per quanto riguarda Piazza Affari, la performance da inizio anno dell’indice FtseMib è -15%.

A sostenere i listini è stato il comparto bancario, nella prospettiva di una ripresa dei profitti: banche e assicurazioni nell’attuale scenario di tassi a zero fanno estrema fatica a ottenere rendimenti accettabili per i loro investimenti. L’indice Stoxx europeo di settore delle Banche è salito in cinque giornate del 5,6%. Assicurazioni +4,9%.

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