X

Banche popolari, Piazza Affari punta sul risiko e attende il Qe

Fuochi d’artificio in vista a Piazza Affari, chiamata stamane a valutare l’impatto della riforma delle Popolari sul futuro del sistema bancario. Intanto i riflettori dei mercati, dentro e fuori la Ue, sono già puntati su Francoforte in attesa delle decisioni della Bce. Listini poco mossi, euro debole e nuovi cali del greggio caratterizzano così la vigilia della riunione di Francoforte in cui verrà varato il Quantitative Easing europeo.

Il bollettino dei mercati segnala:

In terreno positivo le Borse asiatiche, con l’eccezione di Tokyo -0,9% condizionata dal rialzo dello yen. La banca centrale ha deciso di lasciar inalterata la sua strategia, rispettando così le previsioni. Con un guizzo finale gli indici di Wall Street sono saliti sopra la parità: Dow Jones +0,02%, S&P 500 +0,1%, mentre il Nasdaq è salito dello 0,44%. Arretra di nuovo l’euro a 1,1570. Il franco svizzero resta vicino alla parità con l’euro (1,01). La revisione al ribasso delle stime sulla crescita del Fondo Monetario hanno favorito un nuovo ribasso del petrolio. Pesa anche l’allarme lanciato dal ministro dell’energia iraniano: salvo cambio di rotta dell’Opec, ha detto, il prezzo può scendere fino a 25 dollari al barile. 

BORSE UE AVANTI PER IL QUARTO GIORNO DI FILA

I listini europei hanno chiuso in rialzo la quarta seduta positiva consecutiva. Francoforte, invariata, riflette le perplessità tedesche sul Qe, in rialzo Parigi e Madrid +1%. In linea la Borsa di Milano salita dello 0,9%. Risale anche la Borsa di Zurigo +0,3%.
Lo spread tra Btp e Bund è salito a 128 punti base e il rendimento del decennale domestico all’1,68%.

MOODY’S CAMBIA CRITERI PER ADEGUARSI AL QE

Il Quantitative Easing è ormai scontato, specie dopo la dichiarazione di “apertura” di ieri del ministro delle Finanze di Berlino, Wolfgang Schaeuble: “Se ci sta a cuore l’indipendenza della Bce dobbiamo accettare le sue mosse”. Resta l’incertezza sulle modalità dell’operazione il piano di acquisto di vari strumenti finanziari, fra cui titoli di Stato, dovrebbe ammontare tra i 500 e i 550 miliardi di euro. Gli acquisti saranno pagati con moneta fresca di stampa.

Moody’s ha pubblicato ieri una revisione della propria metodologia che prevede un innalzamento del tetto di rating per i paesi della zona euro permettendo così all’agenzia di assegnare rating più alti alle operazioni di finanzia strutturata, quali covered bond e Abs, di paesi come l’Italia. La mossa consente tra l’altro l’allargamento del bacino potenziale degli asset a disposizione della Bce per i suoi programmi di acquisto.

“I tetti di rating di tutti i paesi della sona euro sono stati alzati a sei notch sopra il relativo rating sovrano o – se il rating sovrano è A3 o superiore – a Aaa” si legge in una nota di Moody’s. Per l’Italia il tetto di rating passa dunque da tre a sei notch sopra la valutazione sovrana (Baa2), ovvero da A2 a Aa2.

RIPARTE DALLE POPOLARI IL RIASSETTO DEL CREDITO

Ma la notizia del giorno, almeno per la Borsa italiana, è la madre di tutte le riforme del credito, attesa (o paventata) da almeno un quarto di secolo. Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che riforma la governance delle banche popolari aprendo la strada al consolidamento del sistema bancario italiano.

Il decreto impone alle banche popolari con attivi superiori agli 8 miliardi di euro di trasformarsi entro 18 mesi in società per azione e superare così la regola “una testa un voto” che ha limitato la contendibilità degli istituti cooperativi e protetto gli interessi locali.
Le banche popolari interessate sono dieci, tra cui sette quotate: UBI, Banco Popolare, Popolare Milano, Popolare dell’Emilia Romagna, Popolare Vicenza, Veneto Banca, Popolare Etruria, Credito Valtellinese, Popolare di Sondrio e Popolare di Bari.

Il sistema delle popolari conta complessivamente su 70 istituti con 9.248 sportelli e 1,34 milioni di soci. Le banche popolari distribuiscono circa un quarto degli impieghi in Italia e hanno attivi complessivi per 450miliardi. Non sono coinvolte dalla riforma, quindi, una sessantina di banche.

TRA LE SCOMMESSE BPM-CARIGE E UBI-MPS

La riforma è stata anticipata dal mercato, in forte fibrillazione nelle ultime due sedute. Ieri il Banco Popolare ha guadagnato il 5,6%, Popolare dell’Emilia +7,1%, Credito Valtellinese +5,9%, solo Pop.Milano, dopo il fortissimo rialzo di lunedì, ha chiuso in calo (-0,6%): potrebbe tornare nel mirino dell’Investindustrial di Carlo Bonomi, magari in vista di uno sbarco in Carige. 

E’ scontato che la possibile evoluzione del sistema scateni da stamane le fantasie degli operatori e contagi anche le altre banche. Uno dei motivi del blitz di Matteo Renzi, del resto, è senz’altro la ricerca di un assetto definitivo per le banche a rischio, vedi Monte Paschi +3,1%.

Avanzano anche Intesa +1,3% e Unicredit +1,1%. “Credo che questo approccio sia legato al desiderio di rendere il mercato sempre piu’ aperto e trasparente e potrebbe favorire il tanto atteso consolidamento italiano”. Lo ha sottolineato l’ad, Federico Ghizzoni.

TONFO DI SAIPEM. E HALLIBURTON LANCIA L’ALLARME

Il calo del greggio ha pesato sulle quotazioni di Eni -0,5% e Tenaris -1,9%. Al contrario Saras +5,8% avvantaggiata dal calo del greggio. La nota negativa riguarda Saipem: -3,8%, la peggiore tra le blue chip di Piazza Affari. Gli analisti di Macquarie hanno abbassato la raccomandazione su Saipem a Underperform da Neutral, abbattendo il target price a 7 euro da 18 euro (-60% circa).
Il calo è collegato alla pessima performance dei titoli oil equipment a Wall Street: Halliburton -1%: la società leader mondiale nei servizi all’industria petrolifera ha detto che il 2015 sarà un anno difficile per il settore. La concorrente Schlumberger perde lo 0,7%, Apache cede il 2,8%.

Tornando a Piazza Affari positiva Enel +1,6%. Fra le utility, A2A guadagna l’1,9%.

LUXOTTICA DELUDE, IL CARO SPOT SPINGE MEDIASET

Nel resto del listino positiva Telecom Italia +1%. In grande evidenza Mediaset +4,4% spinta dal ritocco all’insù dei prezzi degli spot pubblicitari, a conferma della ripresa, seppur timida, degli investimenti.

Fra i titoli industriali Fca +0,5%, Finmeccanica +0,8%, StM +1,1%. Guadagnano anche Pirelli +1,1%, Cnh Industrial +1,3%, Buzzi+1,4%. ??Luxottica ha chiuso invece in calo dello 0,9% dopo avere annunciato ieri sera i risultati del quarto trimestre 2014. Balzo di Yoox +4,2%.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati