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Banche popolari: la Banca d’Italia non molla e in Parlamento ribadisce l’urgenza della riforma

Sulla riforma delle banche popolari: “Solo una modifica normativa puo’ imprimere una spinta decisiva alla rimozione degli ostacoli ancora esistenti”, dice la Banca d’Italia che di fronte ai componenti della commissione Finanze del Senato fa delle proposte precise. A indicarle e’ il vice direttore generale, Anna Maria Tarantola, e riguardano l’innalzamento dei limiti al possesso azionario, il ruolo degli investitori istituzionali, la trasferibilita’ e le clausole di gradimento, le trasformazioni delle popolari in s.p.a, la partecipazione degli azionisti alle assemblee.

Vediamo punto per punto le proposte:

– Possesso azionario. La Banca d’italia condivide la necessita’ di elevare i limiti, soprattuto per le popolari quotate, in un range compreso dallo 0,5% sino a un massimo del 3%. Quanto agli investitori istituzionali, a loro andrebbero riconosciuti “maggiori possibilita’ di possesso”

– Investitori istituzionali. E’ necessario riconoscere strumenti idonei a proteggere il valore del capitale da essi apportato. “Siamo quindi favorevoli- ha spiegato Tarantola- alle proposte di riservare loro la nomina di uno o piu’ esponenti degli organi di amministrazione e controllo della banca”.

– Trasferibilità. Per Bankitalia un ulteriore stimolo all’ingresso di nuovi capitali potrebbe derivare dalla “definitiva affermazione della libera trasferibilita’ delle azioni e da una semplificazione dell’iter procedurale di ammissione a socio”. E una strada potrebbe essere quella del silenzio-assenso

– Trasformazione in spa. Soprattutto per le banche popolari grandi e quotate, la Banca d’italia non e’ contraria a proposte che consentono la trasformazione volontaria a societa’ per azioni.

– Partecipazione degli azioninisti alle assemblee. La Banca d’Italia non manca di indicare “un profilo critico” nella scarsa partecipazione dei soci alle assemblee. E dunque, tra i possibili rimedi, “potrebbe essere opportuno prevedere che lo statuto delle banche popolari si attesti su un numero di deleghe superiore a quello in media rilevato dalle nostre analisi”. Altro “strumento condivisibile” e’ la possibile di tenere l’assemblea contestualmente in luoghi diversi attraverso l’uso di mezzi di telecomunicazione.

In conclusione, l’auspicio espresso dal vice direttore generale e’ che “una significativa riforma del quadro legislativo permetta un salto di qualita’ nei meccanismi di governo delle popolari”.

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