L’economia mondiale rallenta: quest’anno registrerà solo un +3,1%, contro il +3,3% previsto in primavera. La crescita degli Usa e, in minor misura, degli altri Paesi sviluppati, non è in grado di compensare la frenata cinese. Il Pil di Pechino non salirà più del 6,8%. I messaggi in arrivo dall’Outlook del Fondo Monetario non sono per niente rassicuranti. Ma alle Borse piacciono: l’allarme allontana la prospettiva di un aumento dei tassi Usa e avvicina la prospettiva dl un aumento del Quantitative Easing giapponese ed un’analoga iniziativa da parte della Bce.
IL TORO AVANZA SUI BARILI DI PETROLIO
Non ultimo, a caratterizzare i mercati contribuisce il balzo in avanti del petrolio e, di riflesso, dei titoli dell’energia. Tra le migliori blue chip della giornata di Wall Street c’è Chevron (+3%). Tra gli altri petroliferi, Exxon Mobil +1,3%, ConocoPhillips +3,5%, Halliburton +3%.
Analogo il copione in Europa. L’indice Stoxx europeo del settore Oil è salito del 2,9% in concomitanza con il forte apprezzamento del greggio: il Brent guadagna il 5,2% a 51,8 dollari al barile, massimo dallo scorso 31 agosto, il Wti sale del 4,6% a 48,4 dollari.
La francese Total e l’anglo-olandese Royal Dutch Shell sono entrambe salite del 3,3%. A Piazza Affari Eni ha guadagnato l’1,6%, nonostante il taglio del giudizio di Socgen da 18 a 16,50 euro (Buy). Tenaris +3,1%. Saipem (-3,1%) ha fatto marcia indietro dopo il balzo del giorno precedente (+10%).
ACHTUNG GERMANIA, MA I LISTINI EUROPEI AVANZANO
Grazie al forte contributo del settore petrolifero è proseguito il rally delle Borse europee. A Milano l’indice FtseMib è salito dello 0,9%, la Borsa di Londra ha guadagnato lo 0,4%, Parigi +0,9%, Francoforte +0,9%. Dalla Germania è arrivato a sorpresa un dato congiunturale molto debole: gli ordini di fabbrica ad agosto sono scesi dell’1,8% rispetto a luglio. Il dato è peggiore delle stime degli analisti, che si aspettavano un incremento dello 0,5%.
FCA, DA STASERA A DETROIT SI SCIOPERA
Al rialzo di ieri delle Borse ha contribuito sensibilmente il settore Automotive, l’indice Stoxx è salito del 2%. A Francoforte, Volkswagen ha chiuso in rialzo del 3,8%. Parlando davanti ai 20 mila dipendenti il ceo Matthias Mueller ha sottolineto che l’azienda difenderà ad ogni costo il suo rating. A questo scopo è già stata avviata una severa ricognizione degli investimenti. Bene anche Daimler (+2,5%), Renault (+5,8%), Peugeot (+3,9%).
A Milano Fiat Chrysler è salita dello 0,8%. Il gruppo, in attesa dell’Ipo di Ferrari, dovrà fronteggiare un’ondata di scioperi in Usa dopo l’inattesa bocciatura del contratto. L’Uaw ha notificato che i suoi iscritti hanno intenzione di indire uno sciopero già a partire da domani sera.
FINMECCANICA VENDE FATA E FA ROTTA SULLA FLOTTA
Nel resto del comparto i industriale si è messa in luce Finmeccanica (+2,6%) che ha raggiunto un accordo con la Danieli per la cessione di Fata. Giuseppe De Giorgi, Capo di Stato maggiore della Marina militare, ha annunciato un piano per nuove 12 navi, con “ricadute su Fincantieri e Finmeccanica”. Fincantieri è salita dell’1,1%, StM +1,6%.
TOD’S ALZA IL TACCO DIETRO A LVMH
La boccata d’ossigeno dei mercati emergenti favorisce il rimbalzo del lusso, il comparto più bersagliato dallo scoppio della crisi cinese. Tod’s, che venerdì aveva toccato i minimi degli ultimi nove mesi (75,35 euro), è stata la miglior blue chip del FtseMib con un guadagno del 3,82% a 78,80 euro.
Il rimbalzo del lusso è partito però dall’ammiraglia europea, Lvmh +2% dopo un progresso del 5% nella seduta di lunedì. A Piazza Affari giù Moncler (-0,16%) e Luxottica (-0,32%), Cucinelli +2,4%. Ferragamo +0,4% è stato promosso da Socgen a hold da sell (tp a 26 da 24,50 euro). Continua l’avanzata di Yoox (+2,1%) dopo la fusione con Net à Porter.
BAZOLI VERSO L’ADDIO A MILANO. IL CASO DELLE POPOLARI. CEDOLA RECORD PER UNIPOL SAI.
Tra le banche avanza Intesa (+1,2%). Giovanni Bazoli, presidente del Consiglio di Sorveglianza, ha detto ieri: “La mia avventura milanese sta per finire”, rivelazione che si presta a varie interpretazioni ma che lascia intuire che il Professore intende fare un passo indietro con l’approvazione della nuova governance. Il banchiere compirà 83 anni a dicembre, Bazoli ha anche detto che un’eventuale aggregazione con Unicredit “non sta né in cielo né in terra”.
Fra le banche, che potrebbero essere tra le maggiori beneficiarie della riduzione della tasse sui redditi delle aziende nel 2016, salgono anche Unicredit (+0,6%) e, Monte Paschi (+1,1%). Sono scese le popolari: Ubi Banca -1%, PopMilano -2%, Banco Popolare -1,3%. L’arretramento in controtendenza delle banche popolari non è casuale ma è strettamente correlato all’imminente pronunciamento del Tar del Lazio che oggi si riunisce in camera di consiglio per valutare i ricorsi di alcune organizzazioni di consumatori contro i decreti attuativi della riforma che prevede la trasformazione in spa entro 18 mesi e, su raccomandazione di Banca d’Italia, limita i diritti di rimborso in caso di recesso subordinandoli alla stabilità finanziaria degli istituti sulla scia di quanto avvenuto alla Popolare di Vicenza e a Veneto Banca.
Generali segna un lieve progresso dello 0,1%. UnipolSai +3,5: l’ad Carlo Cimbri ha detto che il nuovo piano industriale confermerà un dividend yield all’8% nel 2016, in linea con le aspettative del consensus.
VIVENDI, LE AZIONI TELECOM IN CARICO A 1,14 EURO
Telecom Italia ha chiuso sui massimi della seduta con un progresso dell’1,3% a 1,0850 euro e recupera le perdite della mattinata. Cala l’appeal speculativo dopo gli acquisti di Vivendi, salita al 19,88%. La società francese ha comunicato che il prezzo di carico della quota è di 3,054 miliardi di euro, pari a circa 1,14 euro per azione. Intanto Barclays ha deciso di tagliare la raccomandazione a Underweight da Equal Weight. Forte rialzo di Mediaset (+2,9%), promossa da Hsbc a Buy da Hold.