Non tutto il male viene per nuocere. La Borsa di Milano, dopo i bruschi ribassi legati alla minaccia della crisi politica, rimbalza: l’accordo sull’Imu ha compensato, almeno per una giornata, i rischi legati al possibile attacco in Siria.
A Piazza Affari l’indice Ftse Mib sale dello 0,98%, a quota 16.743. In rosso, al contrario, gli altri listini del Vecchio Continente: Parigi -0,47%, Francoforte -1,38%, Londra -0,27%.
A rasserenare il clima ha contribuito l’esito positivo dell’asta del Tesoro sui Bot semestrali. L’intero ammontare, 8,5 miliardi di euro, è stato collocato ad un rendimento medio dello 0,886%, in rialzo dallo 0,799% dell’asta precedente, ma comunque ancora sotto la soglia dell’1%. La domanda è risultata stabile e pari a 1,47 volte l’offerta, come nell’asta del mese scorso.
Mark Carney, governatore della Bank of England, nel suo primo discorso ufficiale ha ribadito che i tassi rimarranno sui minimi storici fino a quando il tasso di disoccupazione scenderà al 7%.
In lieve rialzo invece gli indici di Wall Street: Dow Jones +0,38%, S&P +0,36% e Nasdaq +0,56%.
Anche qui, secondo alcuni osservatori, potrebbe valere il principio che non tutto il male vien per nuocere: un’azione militare in Siria potrebbe indurre la Federal Reserve a lasciare invariato il piano di acquisto di Treasury e bond nel meeting di settembre.
Sotto la parità JP Morgan (-0,4%): secondo alcune fonti le multe che l’istituto dovrà pagare per risolvere le varie inchieste legate alla vicenda delle fallimentari negoziazioni su derivati del trader soprannominato la “Balena di Londra” sono previste complessivamente tra 500 e 600 milioni di dollari. Le scommesse di Bruno Iksil, che ha assunto posizioni talmente importanti sul mercato dei derivati da influenzarne l’andamento, sono costate a JP Morgan più di 6 miliardi di dollari di perdite.
Barrick Gold, primo produttore mondiale di oro, avanza dell’1,7%. Il metallo giallo sale di un modesto +0,1% a 1.415 dollari l’oncia.
Piazza Affari è sostenuta dall’andamento favorevole dei titoli dell’energia, sull’onda della crescita del greggio. L’indice Stoxx di settore è in rialzo dell’1,8%. Eni, dopo le vendite dei giorni scorsi in arrivo dall’estero, guadagna il 2,85%, Saipem +2,35%. Più modesto il rimbalzo pattuglia degli altri titoli petroliferi europei: Total +1,9%, Bp +1,1%, Royal Dutch Shell +2,1%.
Fra le banche milanesi spicca il Banco Popolare (+6,79%), dopo i risultati del trimestre, davanti ad un’altra Popolare, Ubi (+6,36%). Positiva Pop.Milano (+1%). Unicredit sale delL’1,61%, Intesa +1,04%. Nel risparmio gestito forte ribasso di Azimut (-2,2%).
Fra i titoli industriali brilla Finmeccanica (+2,73%) sulle indiscrezioni per cui la Cassa depositi e prestiti, tramite il Fondo strategico italiano, starebbe trattando l’acquisto di Ansaldo Energia e del 29% di Ansaldo Sts (-1,97%).
Fiat sale dello 0,9%, nonostante il calo dell’automotive europeo: Volkswagen perde il 2,5%, Peugeot -2,9%. Fiat Industrial -1,34%.
Tra le utilities Enel +1,29%. In grande evidenza Iren (+5,52%) dopo i risultati semestrali, che hanno mostrato un utile in forte crescita: utile netto di 110,7 milioni (+47,1% risetto all’anno prima), ed Ebitda a 376 milioni (+11,7%).
Perdono terreno i titoli del lusso: Tod’s -0,59%, Ferragamo -1,47%.