Non solo le banche e il mondo della finanza ma soprattutto i piccoli soci aspettano con ansia l’udienza finale della Corte Costituzionale sulla riforma delle banche popolari che avrà luogo martedì 20 marzo. Il verdetto tiene sulla corda circa 250 mila soci e piccoli risparmiatori, di cui 175 mila della Banca Popolare di Sondrio e 69 mila della Banca Popolare di Bari.
Il nodo della questione, che domani contrapporrà le parti in attesa della sentenza attesa per metà aprile, è la legittimità costituzionale della riforma realizzata per decreto dal governo Renzi dopo oltre vent’anni di rinvii, false partenze, riforme abortite. La riforma, molto caldeggiata dalla Banca d’Italia, prevedeva la trasformazione in spa delle maggiori banche popolari, quelle con oltre 8 miliardi di attivo.
Da allora 6 Popolari si sono trasformate in spa (Banco Popolare, Bpm, Ubi, Bper, Creval, Volksbank), una è finita in risoluzione ed è stata poi acquistata da Ubi (la Banca Etruria), due sono praticamente fallite e sono state poi incorporate da Intesa Sanpaolo, mentre altre due – la Popolare di Bari e quella di Sondrio – hanno congelato la loro trasformazione in società per azioni dopo aver vinto il ricorso al Consiglio di Stato che ha sospeso l’applicazione della riforma in attesa del verdetto finale della Consulta.
Le questioni all’esame della Corte Costituzionale sono sostanzialmente due: la legittimità del ricorso al decreto e il diritto al recesso dei soci con la connessa facoltà delle banche, concessa dalla Banca d’Italia, di sospenderne o rimodularne il rimborso nel caso si mettesse in forse la stabilità patrimoniale degli istituti in questione. E’ inutile dire che è proprio su questo secondo punto che si concentrano le attese delle banche e dei 250 mila soci direttamente coinvolti.
Dopo l’udienza finale di domani ci vorrà però ancora un po’ di tempo per arrivare alla fine della tribolata vicenda, sia perché la Corte avrà bisogno di almeno un mese per predisporre e pubblicizzare il suo verdetto, sia perché la parola tornerà poi al Consiglio di Stato che dovrà recepirne le indicazioni ed emettere la sentenza definitiva.