Nonostante il blocco del Paese causato dall’emergenza coronavirus, a marzo gli impieghi delle banche popolari italiane sono aumentati del 2,1%, registrando andamenti positivi sia verso le famiglie (+2,8%) che verso le imprese (+1,8%). I dati sono stati diffusi venerdì da Assopopolari, l’Associazione nazionale fra le banche popolari.
Per quanto riguarda invece la raccolta, dall’analisi emerge che – sempre a marzo – i depositi hanno continuato a crescere, facendo segnare un +5,8% su base annua.
Su entrambi i fronti, i dati delle banche popolari superano quelli della media del sistema bancario italiano, che nello stesso mese ha visto gli impieghi salire dell’1,4 e i depositi del 5,7%.
Questi numeri “confermano come le Banche Popolari – commenta Giuseppe De Lucia Lumeno , segretario generale di Assopopolari – hanno proseguito, anche in un mese difficile come è stato marzo con i primi provvedimenti di contrasto al Covid-19, nella loro azione di sostegno e di vicinanza alla clientela di riferimento, ossia famiglie e piccole e medie imprese. Una vicinanza che si è concretizzata anche nelle settimane successive con l’adozione delle misure introdotte dal governo per incentivare ulteriormente il credito e con iniziative autonome in favore degli ospedali e delle aziende sanitarie locali che sono state in prima linea in questa fase”.
Sul versante della solidità patrimoniale, il coefficiente Cet 1 delle banche popolari si attesta in media al 16,4%, “ampiamente al di sopra del requisito minimo richiesto dalla vigilanza prudenziale – conclude la nota di Assopopolari – e con un significativo grado di omogeneità tra i diversi istituti, a conferma di una solidità diffusa”.