Partenza lenta della settimana finanziaria. Chiusa per festività la Borsa di Tokyo, sarà necessario attendere domani per sapere le reazioni al nuovo piano di stimoli messo a punto da Shinzo Abe. Le note più rilevanti sono la relativa debolezza del dollaro (1,1865), in risposta alla frenata dell’aumento degli stipendi, emerso venerdì dalle statistiche sull’occupazione Usa, ed il nuovo tonfo del petrolio.
Stamane il Brent tratta a 49,3 dollari, il Wti a 47,5 dollari. Goldman Sachs ha rivisto a ribasso le stime per il 2015: nella prima metà dell’anno il greggio oscillerà attorno ai 40 dollari.
L’attenzione dei mercati è concentrata sull’Europa. Mancano dieci al Board della Bce di giovedì 22 gennaio da cui si attende il via libera al Quantitative Easing: 500 miliardi di euro di titoli con rating compreso tra tripla A e BBB- secondo quanto anticipato da Bloomberg.
Mercoledì 14, invece, intanto dovrebbe esser reso noto il parere dell’Avvocatura generale della Corte di giustizia Europea sulla legittimità del piano Omt approvato nel 2012 dalla Bce. Sarà un test rilevante per Mario Draghi in attesa del Qe.
Stamane, però sarà da osservare la reazione delle Borse dopo il venerdì nero delle banche: l’indice Eurostoxx Banks ha perduto in una sola seduta il 5,7%. Nella settimana la perdita è stata del 3,2%, il risultato peggiore dal settembre 2013.
DOPO IL SANTANDER ARIA DI NUOVI AUMENTI PER I BIG
A provocare la caduta è stata la reazione del mercato alle lettere inviate dalla Vigilanza europea ai 130 istituti europei sottoposti da gennaio al Supervisory mechanism europeo: i gruppi hanno tempo fino a venerdì per esprimere le loro osservazioni sui nuovi livelli di capitale richiesti, in genere ben superiori a quanto previsto da Basilea 3. Secondo gli analisti di Berenberg, del resto, al sistema delle banche europee mancano almeno 230 miliardi.
I nuovi parametri sono, secondo gli osservatori, la ragione principale dell’aumento di capitale del Banco de Santander per 7,5 miliardi, già effettuato con un collocato accelerato: il colosso spagnolo ha lasciato sul terreno venerdì il 14%. Gli operatori, secondo il Financial Times, si attendono ora operazioni analoghe da parte di altri Big. Nel mirino Unicredit, Banca Raffeisen, Bnp Paribas e Société Générale, Deutsche Bank e Commerzbank. Pesante, venerdì, la reazione di Piazza Affari: Unicredit -5,6%, Intesa -4%, Banco Popolare -7,7%, Ubi Banca -5,3% e Mediobanca -4,9%.
Il caso più delicato riguarda Banca Monte Paschi (-8% nell’ultima seduta della settimana). La lettera della Bce fa riferimento alla necessità di raggiungere, nel caso non venga ultimato il lavoro di pulizia, un coreTier1 del 14,3% contro l’attuale 12,5%. Si annuncia una giornata difficile anche per Carige: venerdì la Consob ha reso noto di aver impugnato i bilanci 2012 e 2013, chiuso dall’ex presidente Giovanni Berneschi.
BOT, OGGI IL TESORO PUNTA A NUOVI RECORD
Riprendono oggi le aste del Tesoro. Verranno offerti 8 miliardi di Bot a 12 mesi: sul grey market, venerdì pomeriggio, il nuovo titolo è stato trattato a 0,245% ad un nuovo minimo. Domani sarà la volta dei titoli a medio e lungo termine: saranno offerti Btp triennali tra 2,5 e 3 miliardi, Btp settennali tra 2 e 2,5 miliardi e Btp a quindici anni tra 1 e 1,5 miliardi; Il decennale ha segnato venerdì un rendimento all’1,88%; lo spread si è allargato a 139 punti base.
STASERA I CONTI DI ALCOA, POI JP MORGAN E GOLDMAN
Stasera, come da tradizione, la trimestrale di Alcoa inaugurerà la stagione dei conti della Corporate America. Sarà l‘occasione per un test molto atteso, dopo l’impatto dell’aumento del dollaro sui bilanci delle multinazionali Usa. In settimana usciranno i dati dei Big della finanza da JP Morgan a Goldman Sachs. Nell’attesa, Wall Street ha chiuso la settimana scorsa in ribasso: S&P -0,7%, Dow Jones -0,5%. Sono in ribasso otto dei dieci comparti più importanti, a partire dall’energia -3,6% (Chevron -3,9%). In forte ribasso anche JP Morgan -5,5% tra i finanziari e tra gli industriali Caterpillar. In evidenza al contrario Merck +9,4% tra i pharma.
Sul fronte macro al forte aumento dell’occupazione (252 mila nuovi posti a dicembre) ha fatto da contrappeso l’andamento piatto dei salari: la prossima riunione della Fed (28/29 gennaio) non dovrebbe riservare soprese sul fronte dei tassi.
MADRID HA PERSO IL 6%, MILANO IL 3,3%
Le Borse europee hanno chiuso la settimana scorsa all’insegna della volatilità, scandita dalle tensioni per la campagna elettorale greca, le indiscrezioni sul Qe ed il saliscendi del petrolio. Venerdì la capitalizzazione dei mercati è scesa di 155 miliardi. Nella settimana l’indice Eurostoxx 600 ha perduto l’1,3%. Per la Borsa spagnola la settimana si chiude con una perdita superiore al 6%. Segue a ruota Piazza Affari, in calo del 3,3%. Parigi, sotto lo shock del massacro a Charlie Hebdo, arretra dell’1,2%. Francoforte ha archiviato la settimana a +0,23%.
ENEL: NEL 2015 FUORI DALL’EST
Il calo del greggio lascia prevedere un avvio difficile per i titoli energetici. Eni (-3,7%) ha chiuso la settimana con un nuovo ribasso a 13,62 euro. Saipem -3,5%. Sotto pressione Enel (-5,5%) nell’ultima seduta della settimana dopo il downgrading di Exane a Underperform da Neutral. Il Financial Times riporta un’intervista all’ad del gruppo elettrico, Francesco Starace, in cui il manager ribadisce che nel corso del 2015 verranno cedute le consociate in Romania e Slovacchia con un incasso attorno ai 4 miliardi. In questo modo il debito, oggi 39 miliardi, scenderà sotto il livello previsto (37,5 miliardi ai fine 2014). L’aggiornamento del piano aziendale è previsto per marzo.
FCA, OGGI MARCHIONNE SHOW A DETROIT
Sergio Marchionne sarà oggi grande protagonista della giornata inaugurale del salone di Detroit. Il ceo di Fca si presenta dopo aber centrato l’obiettivo di 4,7 milioni di vetture vendute nel 2014 (contro 4,4 milioni). In Usa, Fiat Chrysler ha venduto 300 mila veicoli in più dell’anno precedente. Assai più modesta la crescita nei principali mercati europei (poco meno di 30 mila pezzi), inca lo (-100 mila) il Brasile.
Per il 2015 le previsioni sono assai prudenti: 4,8-4,9 milioni, in attesa dell’accelerazione del 2016, cui contribuiranno i primi modelli della nuova Alfa. Al centro dell’attenzione a Detroit, nel frattempo, saranno Jeep e Hummer, oltre alla Maserati.
GENERALI COMPLETA L’ACQUISTO DI PPF
In settimana è previsto il closing dell’acquisto da parte di Generali del100% di Ppf Holding, la società creata dal finanziere ceco Pete Kellner. L’operazione comporterà un esborso di 1,3 miliardi che vanno a ad aggiungersi a quanto (1,28 miliardi) già investito in precedenza. D’ora in poi il Leone potrà incassare il 100% dei benefici che matureranno nell’Est Europa, ormai il quarto mercato della compagnia con oltre 11 milioni di clienti ed una raccolta complessiva di circa 3 miliardi ed un’alta redditività: il comparto danni registra uncombined ratio pari all’88,8%.