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Banche, la Borsa scommette sull’accordo per le sofferenze

La Borsa di Milano (+2,3% poco prima di mezzogiorno) guida la corsa delle Borse europee grazie alla spinta delle banche: l’indice Ftse Mib torna ad avvicinare i 16.000 punti. Si scommette sull’intervento pubblico, forse già nel weekend, a favore delle banche più esposte, a partire da Mps.  

In terreno positivo anche gli altri listini del Vecchio Continente ma con rialzi inferiori: solo Madrid col +1,1% vanta un rialzo superiore al punto percentuale, mentre l’unica in territorio negativo è Londra -0,11%. 

Sul fronte delle valute, la sterlina è poco mossa sia contro dollaro che contro euro (1,107 rispetto alla valuta Usa). L’attenzione è concentrata sul dollaro dell’occupazione Usa di giugno, in uscita alle 14.30, ora italiana. Il rendimento del Bund decennale tedesco staziona a -0,17%, molto prossimo al minimo storico.

Il petrolio Brent è in rialzo dello 0,9% a 47 dollari, ieri ha perso quasi il 5% dopo i dati sulle scorte Usa. Tra i petroliferi avanza Saipem +1%. Barclays ha portato la raccomandazione a Overweight dal precedente Underweight. Eni -0,2%. L’amministratore delegato Claudio Descalzi si è dichiarato ottimista sulla vendita di una quota di circa il 20% del giacimento di Zohr. Tenaris -0,5%.

L’attenzione di Piazza Affari è sempre concentrata sulla partita bancaria. La Banca d’Italia è favorevole a un intervento pubblico per le banche italiane nell’attuale situazione di tensione sui mercati. Lo ha detto il governatore Ignazio Visco a conclusione dell’intervento all’assemblea Abi: “Ci si attende che altre iniziative aggregative abbiano luogo in tempi non lunghi”. Secondo la Banca d’Italia la Brexit potrà provocare un calo nell’ordine di un quarto di punto di Pil in meno in tre anni.

Monte Paschi +4,9%, grazie anche allo scudo del divieto di vendite allo scoperto fino al 5 ottobre. La banca si prepara a liberarsi di almeno 10 miliardi di euro di crediti deteriorati, un’operazione lampo da chiudere nel giro di un paio di settimane. A seguito della cessione, si dovrebbe poi procedere al lancio di un aumento di capitale da almeno 3 miliardi di euro, operazione che vedrebbe lo Stato con un ruolo di forte supporto, non è ancora chiaro in quale modo. Sembra che la manovra risparmierà gli obbligazionisti.

In forte rialzo anche il Banco Popolare +8,8% rimbalzando dal minimo storico di 1,756 euro. L’istituto ha condotto stress test interni seguendo i dettami della Bce e li ha superati, afferma una nota della banca in risposta alle considerazioni negative di Morgan Stanley. Una nota precisa che la banca “può anticipare di aver condotto internamente un esercizio di stress test applicando le linee guida, le indicazioni e i criteri fissati dall’Eba e che tale esercizio, contrariamente al fuorviante rapporto di Morgan Stanley del 6 luglio 2016, conferma la resilienza del Banco Popolare a fronte dello scenario avverso”.

Unicredit +5%. Gli acquisti sono sostenuti da aspettative positive su una rapida soluzione del gravoso problema dei crediti dubbi che dovrebbe vedere l’intervento massiccio della mano pubblica. Martedì scorso Goldman Sachs ha alzato il giudizio su Unicredit a Buy dal precedente Neutral. Target price confermato a 3,50 euro, praticamente il doppio rispetto alla quotazione di oggi.

Vola Intesa Sanpaolo +4,7%. A margine dell’assemblea Abi l’ad Carlo Messina ha detto che la banca supererà stress test e che Atlante contribuirà a risolvere i problemi anche di Montepaschi. Ieri Exane BNP Paribas ha alzato la raccomandazione a Outperform da Neutral. Il target price è fissato a 2,60 euro. E’ la prima volta dal settembre 2012 che il broker francese consiglia l’acquisto.

In rialzo anche Ubi Banca +2,5% e Pop. Emilia Romagna +3,5%. Alla riscossa Generali +3%. Mediobanca ha alzato la raccomandazione a Outperform da Neutral. Unipol +2%. Rimbalza anche l’asset management: Azimut +1,5%.

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