La redditività delle banche italiane si è quasi dimezzata nei primi sei mesi del 2016. Lo scrive la Banca d’Italia nel suo ultimo bollettino economico. “Nella prima metà del 2016 – si legge nel testo – la redditività dei cinque maggiori gruppi è diminuita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: il rendimento annualizzato del capitale e delle riserve (Roe, il rendimento sul capitale) si è attestato al 3,7% (dal 6,3% dei primi sei mesi del 2015)”.
In particolare, Palazzo Koch segnala come il risultato di gestione sia sceso di un quinto, mentre i costi operativi siano “aumentati in misura marcata (7,1 per cento), a causa degli oneri straordinari connessi con i piani di incentivazione all’esodo di parte del personale e alle contribuzioni ai fondi di garanzia dei depositi e di risoluzione (al netto dei quali i costi sarebbero rimasti sostanzialmente invariati)”.
Anche il margine d’interesse e gli altri ricavi si sono contratti (del 2,1% e 4,5 rispettivamente). Le rettifiche di valore su crediti sono cresciute del 18,7 per cento, per effetto del significativo incremento dei tassi di copertura delle esposizioni deteriorate da parte di alcuni intermediari.
IL PATRIMONIO SALE MA RESTA SOTTO LA MEDIA EUROPEA
Allo stesso tempo, i coefficienti patrimoniali dei cinque maggiori gruppi bancari sono aumentati: alla fine di giugno il capitale di migliore qualità (Cet1) e il totale dei fondi propri si attestavano, rispettivamente, all`11,6% e al 15,4% delle attività ponderate per il rischio (15 punti base in più rispetto ai valori di marzo).
Rispetto alla fine del 2008 i coefficienti dei maggiori gruppi italiani relativi al patrimonio di migliore qualità sono raddoppiati, raggiungendo l`11,6% alla fine di giugno, rispetto alla media relativa alle principali banche europee rimangono ancora più bassi di circa due punti percentuali.
AZIONI BANCHE +20% DOPO IL CROLLO POST-BREXIT
“Nel complesso del trimestre le azioni del comparto bancario hanno registrato un parziale recupero, nell’ordine del 9 per cento – prosegue la Banca d’Italia –, rispetto al calo osservato dopo il referendum sulla Brexit sono aumentate del 20 per cento”.
Quanto ai premi sui Cds delle maggiori banche italiane, “che avevano segnato un sensibile rialzo in seguito all’esito della consultazione del 23 giugno nel Regno Unito, sono successivamente scesi; nel complesso del terzo trimestre si sono ridotti in media di 43 punti base (a 239 punti)”, conclude Palazzo Koch.