Quest’anno il mercato italiano degli Npl potrebbe superare quota 60 miliardi di euro. Un valore che comprende non solo le sofferenze vere e proprie, ma anche altri tipi di “non performing loans”, tra cui gli “unlikely to pay”. Lo scrive la società di consulenza inglese PwC in un suo recente studio dal titolo piuttosto significativo: “The Italian NPL Market, The Place To Be”.
Dopo aver raggiunto il valore record di 341 miliardi a fine 2015, nel 2016 il volume complessivo di Npl è sceso in modo significativo (324 miliardi a fine anno), ma è rimasto comunque il più alto in Europa.
A fare la parte del leone è naturalmente Mps, che ha già chiuso il suo affare diventando protagonista di una delle più grandi operazioni di cartolarizzazione mai realizzate in Europa. Montepaschi ha chiuso un accordo con Atlante II per un portafoglio da 26,1 miliardi a un prezzo medio pari al 21% del Gross Book Value.
Per quanto riguarda le esposizioni deteriorate di Veneto Banca e della Banca Popolare di Vicenza, il decreto per il salvataggio varato lo scorso 25 giugno dal governo nell’ambito della cessione degli istituti a Intesa Sanpaolo prevede che 9 miliardi di Npl saranno trasferiti in una bad bank pubblica.
Un altro stock di Npl significativo (10,3 miliardi) è quello delle quattro banche salvate nel 2015 (Banca Marche, Carichieti, CariFe e Banca Marche) ceduto nel 2015 alla Bad Bank Rev, che quest’anno potrebbe trovare degli acquirenti.
Anche Banco Bpm sta cedendo un portafoglio Npl (2 miliardi), mentre Carige dovrebbe liquidare entro quest’anno parte delle sofferenze da 3,7 miliardi.
Ecco le principali transazioni attese sul mercato nei prossimi mesi:
Fonte: elaborazione Reuters sui rapporti “Navigating the Italian credit opportunity – Non-performing loans and new credit tools” di EY e
“The Italian NPL market – The place to be” di PwC”.
Intanto, dall’Ecofin è arrivato il via libera alla strategia per affrontare il problema dei crediti deteriorati. Tra le varie azioni proposte, che toccano la supervisione e la ristrutturazione bancaria, si chiede alla Commissione “di sviluppare entro fine anno un ‘blueprint’ per la potenziale creazione di società nazionali per la gestione degli asset (AMC)”.