I crediti deteriorati delle banche italiane hanno superato a luglio i 140 miliardi di euro, aumentando del 22,3% su base annua. La maggior parte dei crediti deteriorati è detenuta dalle tre principali banche italiane. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato oggi da Pwc.
Nello stesso mese il rapporto fra le sofferenze lorde e il totale del crediti era pari al 7,2%, contro il 5,7% del luglio 2012. Il rapporto ha raggiunto il 12,9% per le Pmi, l’11,3% per le grandi imprese e il 6% per la clientela retail.
Nel primo semestre, i risultati hanno invece mostrato un aumento del rapporto sofferenze nette da una media del 3,3% nel 2012 a una del 3,6% per tutte le banche, con l’eccezione di Bnl, per la quale i valori sono diminuiti a seguito di una transazione infragruppo. Il rapporto di copertura delle sofferenze è risultato sostanzialmente invariato rispetto al 2012, a eccezione di Mediobanca, il cui rapporto di copertura è maggiore nel primo semestre di quest’anno (dal 47,8% al 56,3%).
Con l’aumento dei crediti deteriorati, le banche italiane hanno iniziato a migliorare i loro livelli di copertura delle sofferenze di oltre il 10% – in leggero ritardo secondo Pwc –, pur rimanendo al di sotto dei livelli pre-crisi.
Pwc ritiene che l’anno prossimo Bankitalia e la Banca centrale europea imporranno agli istituti italiani di aumentare il proprio grado di copertura e che i bilanci del prossimo anno saranno interessati da consistenti svalutazioni sui crediti, con un miglioramento nel rapporto di copertura delle sofferenze.
Gli analisti sottolineano infine che le modifiche sulla deducibilità delle svalutazioni e delle perdite su crediti ai fini Ires contenute nell’ultima legge di stabilità sarebbero un incentivo importante per la ripresa del mercato.