Le banche dell’Eurozona sono in ansia per dividendi, cedole e bonus. Il timore è che i requisiti di capitale imposti dalla Bce con il Srep (Supervisory Review and Evaluation Process, processo di revisione e valutazione prudenziale) restringano la quota di capitale che gli istituti sono autorizzati a distribuire. In particolare, i rischi sono legati all’interpretazione da parte della Banca centrale europea di alcune norme della direttiva europea Crd4.
Dal 2016 le banche dovranno mantenere in cassa riserve aggiuntive di capitale che cresceranno progressivamente negli anni successivi. Se non rispetteranno questi parametri, scatteranno limitazioni appunto su dividendi, bonus e cedole di titoli additional tier 1 (AT1) e in base al divario rispetto ai requisiti minimi viene definito un ammontare massimo distribuibile.
Ma la direttiva Ue – come si legge oggi su MF – non chiarisce esplicitamente il trattamento dei requisiti di secondo pilastro, cioè quelli fissati dalla Bce nelle procedure Srep per le banche dell’Eurozona. Se i requisiti Srep fossero inclusi nei conteggi, le banche si ritroverebbero infatti più vicine alle soglie minime patrimoniali.
Danièle Nouy, presidente del consiglio di vigilanza Bce, avrebbe scelto inizialmente l’opzione più severa, scatenando la reazione dei banchieri, preoccupati per le possibili conseguenze. A fine ottobre Nouy si è detta aperta a una soluzione “meno inflessibile”, anche se non c’è ancora certezza sulle decisioni finali.