BANCHE IN RIPRESA, A MEDIOBANCA TORNA LA CEDOLA. LA CINA PESA SUI BIG DEL LUSSO. RISCOSSA PER TELECOM
La carica in arrivo da Wall Street e dalla Cina si è trasmessa ai listini europei. A Milano l’indice FtseMib guadagna l’1,1% superando di nuovo, seppur di poco la soglia dei 21 mila punti (21.008). Avanzano anche Francoforte +0,49%, Parigi +0,7% e Londra +0,19%. Madrid avanza dello 0,91%.
Intanto arriva un nuovo segnale di forza dal mercato dei titoli di Stato tedesco. Il governo di Berlino ha collocato stamattina 3,3 miliardi di Schatz a due anni con un rendimento negativo (-0,07%). L’inflazione europea, secondo le rilevazioni dell’Eurostat, ad agosto registra +0,4%, lo stesso tasso del mese precedente, e lievemente superiore alla stima flash, indicata a 0,3%.
Secondo giorno di recupero del petrolio: dopo il +2,4% di ieri, oggi il Brent guadagna lo 0,3% a 98,39 dollari al barile. Stabile, in attesa del responso di stasera della Fed, l’euro nei confronti del dollaro a 1,296 euro. A sostenere il recupero del listino italiano ci sono al solito le banche. Unicredit guadagna l’1,6%, Intesa +1%, tiene pure Monte Paschi +0,2%. Ubi Banca segna +3%, Popolare di Milano l’1,9%.
Mediobanca è in rialzo dello 0,6%. Oggi piazzetta Cuccia ha tolto il velo sul bilancio chiuso al 30 giugno 2014: utile netto di 465 milioni (contro 176 di perdite) grazie anche a cessioni di partecipazioni azionarie per 843,2 milioni compensato dall aumento delle rettifiche sui crediti a 736 milioni. Il dividendo è stato fissato a 10,15 euro per azione.
FinecoBank sale dell’1,6%. Equita ha avviato la copertura sulla banca multicanale controllata da Unicredit con raccomandazione Buy e target price a 5 euro. Fiat arretra dello 0,1%: ad agosto le innatricolazioni sono scese in Europa del 2,7%. In grande evidenza Telecom Italia +2%, in netto recupero dopo lo scivolone di ieri.
Enel avanza dell’1%. Positiva Eni +1,2%. Brilla World Duty Free: la società dei Benetton che gestisce spazi commerciali negli aeroportii fa un balzo del 6,2% dopo l’annuncio delle dimissioni dell’amministratore delegato Josè Maria Palencia Saucedo. Seduta negativa infine per il lusso sulla scia di Richemont la prima società al mondo della vendita di gioielli ed orologi di lusso, che cede il 3% a Zurigo, dopo aver comunicato stamattina che nel periodo aprile – agosto i ricavi nell’area Asia-Pacifico (il 40% delle vendite) hanno chiuso con una variazione pari a zero, contro il +5% atteso dagli analisti. A Parigi LVMH perde lo 0,4% a Parigi e Prada è al terzo ribasso consecutivo a Hong Kong. Tutte le blue chip del lusso sono deboli: Salvatore Ferragamo (37% dei ricavi in Asia) perde l’1,1%, Moncler -0,5%, Tod’s -0,8%.