Condividi

Banche in luce: sono il motore della rotazione portafogli

Dopo il rialzo del 20% da inizio d’anno, il settore bancario si concede una pausa ma proprio il credito sarà trai settori avvantaggiati dalla revisione dei portafogli. Ecco le operazioni in corso e i titoli più appetibili

Banche in luce: sono il motore della rotazione portafogli

Il grande rally è finito? Molto probabilmente no, ma non deve stupire il fatto che il settore bancario, dopo aver accumulato un rialzo del 20% abbondante da inizio anno, si conceda una pausa. Molti elementi, del resto, lasciano pensare che proprio il mondo del credito sarà il più avvantaggiato dalla rotazione dei temi operativi avviata nei giorni scorsi. La previsione è confortata dall’Outlook dell’Ocse presentato in mattinata che prova a misurare l’effetto del pacchetto di sostegno all’economia promosso dal presidente Joe Biden: grazie agli stimoli Usa, la crescita mondiale raggiungerà il 5,6% con un incremento di 1,4 punti percentuali rispetto alla stima di novembre (4,2%).

La ripresa, argomenta il capo economista Laurence Boone, è destinata a sostenere i settori che più hanno sofferto la crisi, a partire dai molti clienti “non zombi” che nei prossimi mesi dovranno cercare di aggiudicarsi una parte dei frutti della ripresa bussando alle porte del sistema già in pieno movimento. Il fenomeno è tanto più sentito in Italia, il Paese che ha sofferto di più la svalutazione del valore di libro dei titoli, più che dimezzato rispetto al patrimonio sotto la pressione della crisi. Il turnaround, secondo vari segnali, potrebbe essere vicino.

Il governo, secondo Reuters, è in pressing sulla Commissione Europea per allungare di 12 mesi, fino al maggio 2022, le garanzie sulla cartolarizzazione delle sofferenze (i Gacs) con l’obiettivo di liberarsi quest’anno di sofferenze per almeno 30 miliardi che andrebbero ad aggiungersi agli 85 miliardi deconsolidati dal 2016 ad oggi.

In attesa dell’esito della trattativa per allungare al maggio 2022 l’intesa (altrimenti destinata a chiudersi il prossimo maggio) i Big sono già in movimento: Unicredit sta per cedere, secondo le voci di giornata, due miliardi di euro di crediti in sofferenza, in caso di successo, l’esposizione ai crediti deteriorati di piazza Gae Aulenti scenderà al 4,1%, da 4,5%. Anche Intesa Sanpaolo prepara la cessione di circa 5 miliardi di euro di crediti incagliati ed in sofferenza, a seguito di questa operazione, il rapporto sofferenze/impieghi calerà a 3,4%.

In grande movimento anche le banche che aspirano a diventare grandi, come Banco Bpm che promette, dopo aver risolto la grana con Cattolica, un salto di qualità “entro un anno” come anticipa il presidente Massimo Tononi. L’obiettivo? L’integrazione con Unicredit, alla rincorsa di Intesa Sanpaolo, oppure la fusione con Bper Banca, la più effervescente sul mercato grazie alla spinta assicurata dalla plusvalenza garantita dalla cessione di Cedacri.

Certo, non mancano le partite aperte, a cominciare da Mps. Ma è assai maggiore l’appeal dei dossier che, dopo anni di stallo, sembrano più vicini ad una conclusione, a partire dall’eterna questione del polo Generali-Mediobanca di nuovo in movimento grazie alla spinta dell’accoppiata Del Vecchio/Caltagirone. A conferma che il clima è cambiato contribuisce il ritorno delle Opa: due operazioni (ieri Isagro, oggi Cerved), a conferma del ritorno dell’investimento di rischio dopo anni dominati dai tassi negativi o poco sopra lo zero.

La tendenza, insomma, sembra solida. L’unica incertezza, più sui tempi che sul fenomeno in sé, riguarda l’atteggiamento delle banche centrali. E questo spiega la cautela alla vigilia della riunione del direttorio.  

Commenta