Adesso che l’Italia sembra essersi finalmente lasciata alle spalle la più grande crisi finanziaria è possibile cominciare a fare un primo bilancio degli effetti, in certi casi devastanti, che la recessione internazionale ha avuto sul mercato finanziario e sui vari settori dell’economia internazionale.
Guardando a Piazza Affari, lo scenario che ci si prospetta davanti non è dei migliori. Dal 2007 ad oggi il valore del Ftse Mib si è più che dimezzato, registrando un calo pari a -52%. A pagare il prezzo più alto di questo crollo sono state soprattutto le banche che, secondo i dati elaborati da R&S Mediobanca per il Sole 24 Ore, nello stesso arco temporale di riferimento hanno perso il 76,7% in termini di ritorno totale.
All’interno di questo contesto a tinte oscure, si segnalano però due “mosche bianche”, due vere e proprie regine di Borsa.
Mentre i titoli di molti grandi istituti colavano a picco sotto i colpi della crisi, due realtà riuscivano a consolidarsi, puntando sui loro punti di forza e sulle loro peculiarità. Caratteristiche che non solo sono state in grado di proteggerle dalle bordate che hanno affossato l’intero indice bancario, ma che hanno consentito loro di realizzare un andamento in controtendenza, registrando rialzi a tripla cifra. Stiamo parlando di Banca Ifis e di Banca Generali che dal 2007 alla fine del 2016, secondo i dati di R&S Mediobanca, hanno accumulato un rialzo da record: +383,1% per l’istituto guidato da Giovanni Bossi, +255,4 per la banca del gruppo Generali gestita dal nuovo amministratore delegato Gian Maria Mossa.
Come hanno fatto? Rafforzando il proprio patrimonio, ampliando la propria clientela, creando un modello di business originale gestito da un management dinamico e puntando l’una (Banca Ifis) sul recupero crediti, l’altra (Banca Generali) sul risparmio gestito. Ricette vincenti che la Borsa ha premiato con rialzi spettacolari. Tra l’altro proprio oggi l’assemblea dei soci ha confermato la distribuzione di un dividendo unitario di 1,07 euro per un ammontare complessivo di 124,7 milioni. Lo stacco della cedola avverrà il 22 maggio 2017, la record date e il pagamento sono fissati nei due giorni successivi.
Impossibile, in questo frangente, non fare anche un accenno a chi ha perso di più. Sul primo gradino del podio dei peggiori troviamo Monte dei Paschi che dal 2007 a fine 2016 ha quasi azzerato il proprio valore di Borsa, lasciando sul campo il 99,8%. Segue Banca Carige, con un ribasso del 99,2%. Giù anche Unicredit, che ha perso l’89,1% mentre si è difesa un po’ meglio Intesa Sampaolo, arretrata del 32,6%.