Dopo il fervore degli ultimi mesi, il risiko bancario spagnolo registra una prima, grande, battuta d’arresto. In attesa di novità sui dividendi, il comparto guarda verso la Spagna dove le possibili nozze tra Banco Sabadell e Bbva, che avevano dato il via ai movimenti europei degli istituti di credito creando fermento sulle Borse di tutto il continente, non ci saranno.
Le due banche avevano annunciato il 16 novembre l’avvio delle trattative volte a creare il secondo gruppo bancario spagnolo, con quasi 600 miliardi di dollari di asset, una realtà in grado di affrontare solida meglio i contraccolpi della pandemia di Covid-19.
Oggi, il Sabadell ha fatto sapere che “il cda ha deciso di chiudere il negoziato perché le parti non hanno raggiunto un accordo sul possibile rapporto di cambio per le azioni di entrambe le entità”. Parlando in parole povere, Sabadell ha rifiutato l’offerta di Bbva, considerata troppo bassa. L’operazione appariva più come l’acquisizione da parte del più grande (Bbva) della più piccola rivale, che come un progetto di fusione e consolidamento.
Il rifiuto di Sabadell ha immediatamente scatenato la reazione della Borsa. In apertura il titolo dell’Istituto ha registrato un calo del 18%. Alle 12 le azioni cedono il 13,2% a 0,3489 euro, a fronte di un forte rialzo di Bbva, che avanza del 2,5% a 3,863 euro.
Il motivo è presto detto: dopo questo No, Sabadell tornerà sotto pressione in uno scenario bancario che in Spagna sta dando segni di consolidamento e fervore. Bisogna infatti considerare che lo scorso settembre CaixaBank, terza banca spagnola, ha rilevato Bankia, quarto istituto del Paese, formando la nuova leader del mercato spagnolo (il Santander ha dimensioni assolute maggiori, ma dovute alla sua presenza internazionale). Da qualche mese inoltre Liberbank e Unicaja stanno negoziando per un un’eventuale matrimonio. Da sottolineare inoltre che, qualche ora prima dell’annuncio di novembre, il Bbva aveva reso noto l’accordo per la cessione a Pnc Financial delle sue attività negli Usa per 9,7 miliardi di euro, un’operazione che era stata collegata al processo di consolidamento del settore bancario in Spagna, uno dei Paesi in assoluto più colpiti dalla crisi del coronavirus.