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Banche, esuberi: 25mila con aiuti pubblici, 9.300 solo da Mps e venete

I salvataggi di Mps e delle banche venete riaccendono i riflettori sugli esuberi bancari. Molti sono già stati decisi e molti ancora ne devono arrivare. Con l’ultima legge di Bilancio, il Parlamento ha stanziato 648 milioni di euro di fondi pubblici per agevolare 25mila uscite in cinque anni (di cui 174 milioni solo per quest’anno e 224 milioni per il prossimo).

Ma il conto per le banche resta salato: in aggiunta alle risorse garantite dalle casse pubbliche, per raggiungere l’obiettivo dei 25mila esuberi gli istituti di credito devono mettere di tasca loro cinque miliardi.

Le uscite in questione, però, non sono ancora tutte da fare. Al contrario: più della metà, quasi 15mila, sono state già oggetto di accordi sindacali. Questo significa che gli esuberi ancora possibili sono poco più di 10mila. Di questi, 3.900 vengono assorbiti dalla coppia Veneto Banca-Popolare di Vicenza e altri 3.700 dal Monte dei Paschi di Siena.

Al conteggio di Mps, tuttavia, si devono sommare anche 600 uscite già concordate in accordi precedenti, 750 legate al turn over fisiologico e 450 concentrate nelle sedi estere. Alla fine, perciò, il totale degli esuberi aggiuntivi imposti dal salvataggio delle banche venete e di Montepaschi supera quota 9.300.

Per quanto riguarda gli sportelli, nell’ambito dell’integrazione in Intesa Sanpaolo, Veneto Banca e Pop Vicenza saranno costrette a chiudere 612 sportelli su 900. Nel caso di Mps, invece, il piano industriale che accompagna la ricapitalizzazione precauzionale a carico dello Stato prevede la chiusura di 600 filiali su 2mila.

Tornando agli esuberi del sistema bancario italiano nel suo complesso, dal 2000 al 2016 gli istituti di credito hanno fatto uscire attraverso il Fondo di solidarietà oltre 60mila bancari e il costo medio per ogni prepensionamento attraverso il fondo supera i 200mila euro.

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Categories: Finanza e Mercati