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Banche, Eni e Telecom alla ribalta: la Borsa spera sempre più nella liquidità della Bce

Scalpita il Toro, eccitato dal drappo rosso agitato dalla prospettiva di nuove misure espansive da parte della Bce e dal taglio dei tassi da parte della Banca centrale cinese. Stamani avanzano tutti i listini asiatici: Hong Kong avanza del 2%, Shanghai +1,4%. Salgono anche Sidney e Seoul (+1,2%). La prospettiva di un rilancio degli acquisti di materie prime da parte di Pechino ha spinto al rialzo le azioni minerarie +3,8% in Australia. Oggi è chiusa per festività la Borsa di Tokyo. Debole l’euro a 1,2375. Oro a quota 1.201: salgono le scommesse in attesa del referendum svizzero del 30 novembre.

WALL STREET VUOLE BATTERE IL RECORD NUMERO 45

Settimana corta anche per Wall Street che chiuderà i battenti giovedì per la Festa del Ringraziamento (venerdì aprirà solo fine alle 12). Ci sarà comunque tempo per tentare nuovi record: l’indice S&P 500 (+1,2% la scorsa settimana) ha stabilito venerdì l’ennesimo primato, toccando un nuovo massimo per la 45 ma volta nel corso del 2015. Dai minimi del 15 ottobre l’indice ha accumulato un guadagno dell’11%. 

Ora il mercato Usa si prepara all’appuntamento con il test degli acquisti del week end del Thanksgiving day, tradizionale punto d’avvio degli acquisto di Natale, on e off line. Sarà l’occasione per e Bay e le altre piattaforme elettroniche per reagire all’offensiva di Alibaba (+2,2% venerdì), ormai lanciato alla conquista dei mercati occidentali. Wall Street ci crede: 33 analisti su 38 hanno mantenuto la raccomandazione buy sul titolo (capitalizzazione 270 miliardi). Il bond emesso per 8 miliardi di dollari ha ricevuto richieste per 57 miliardi. 

E L’EUROPA CONFIDA NELL’IFO TEDESCA

Anche l’Europa promette una partenza sprint. Ma la giornata sarà condizionata dall’uscita stamani del dato dell’indice Ifo, il misuratore più completo della fiducia dell’economia tedesca. Venerdì la reazione dei mercati alle parole di Mario Draghi è stata veemente: l’indice Eurostoxx è salito in settimana del 2,9%. La Borsa di Milano ha registrato un rialzo del 5,2%, un dato pari alla performance da inizio anno. Anche il Dax tedesco è cresciuto del 5,2%. 

Grandi rimbalzi anche per il mercato obbligazionario. Venerdì il rendimento del decennale benchmark italiano è tornato a toccare un nuovo minimo storico a quota 2,219%, mentre lo spread è sceso sotto quota 145 punti base, fino a spingersi a 144,4, livello minimo dallo scorso 13 ottobre quando aveva segnato 143,5 punti base. Il Tesoro offrirà in asta il prossimo 26 novembre 6 miliardi di Bot a 6 mesi contro 7,15 miliardi in scadenza. In serata sarà comunicato l’ammontare dell’asta dei titoli a medio-lungo termine del 27 novembre.

DRAGHI DA’ IL VIA AGLI ACQUISTI DI ABS

Si profila così una settimana cruciale per la finanza dell’area euro. In attesa del varo a Bruxelles del piano Juncker, ovvero i 300 miliardi promessi per il rilancio dell’economia del Vecchio Continente ha preso il via l’operazione che, secondo le attese dei mercati, culminerà presto con il varo del QE europeo. Nel pomeriggio di venerdì la Bce ha comunicato di aver avviato l’acquisto di bond provenienti da cartolarizzazioni (Asset Backed Securities ABS). 

L’operazione si inquadra nella manovra con la quale Draghi intende aumentare di mille miliardi di euro il bilancio della banca centrale secondo le linee d’azione ribadite nell’intervento di venerdì a Francoforte: la Bce è pronta a qualsiasi intervento pur di far crescere l’inflazione. Oggi saranno comunicati i dati degli acquisti settimanali di covered bond.

INTESA, NEL MIRINO IL PRIVATE DELLA REGINA: COUTTS & CO.

Superato lo scoglio degli stress test Intesa (+4,8% venerdì) pensa allo shopping. L’istituto sta studiando un’offerta per comprare Coutts & co., una storica banca del Regno Unito che esercita anche attività di private banking e wealth management messa in vendita da Rbs. Lo scrive il Financial Times, citando fonti finanziarie. Il valore dell’operazione, riporta il sito del quotidiano della City, ammonterebbe intorno a 500 milioni di sterline (circa 630 milioni di euro); tra i clienti del gruppo figura anche la regina Elisabetta II. 

L’ad Carlo Messina, parlando con l’Ft, ha sottolineato che la banca vanta un excess capital di 13 miliardi certificato dagli Aqr condotti dalla Bce nel frattempo salito a 16 miliardi. “Noi – ha aggiunto – abbiamo le caratteristiche del potenziale consolidatore”. Il manager si è detto anche ottimista sulla congiuntura per le imprese italiane che esportano: “Un calo dell’euro del 10% – ha detto – comporta un possibile impatto positivo dell’1% sul pil”. 

UNICREDIT, RUSH FINALE PER UCCMB

Dovrebbe essere intanto giunta alle ultime battute l’annosa trattativa per la cessione da parte di Unicredit (+5,5% venerdì) di Uccmb. Stamani si terrà un summit tra le parti coinvolte (la stessa Unicredit, Prelios e Fortress) per definire gli ultimi dettagli. Sul piano economico l’accordo dovrebbe prevedere il pagamento di 300 milioni per la piattaforma di gestione (con 700 dipendenti) più 250 milioni per un portafoglio di non performing loans dal valore nominale di 2,5 miliardi.

SUL RALLY DELLE BANCHE L’INCOGNITA EBA

Dopo i guadagni di venerdì (Monte Paschi +2,2%, Pop. Emilia +5,4%, Banco Popolare +5,4%, Pop. Milano +4,2%) il settore bancario è atteso ad un bis date le premesse: calo dei tassi, avvio degli acquisti sugli Abs da parte della Bce e l’attesa della seconda tranche, ormai imminente, dei prestiti Tltro. 

Ma sul sistema grava il rischio di una nuova stretta, stavolta legata alle nuove regole dettate dall’Eba sulla classificazione dei crediti a rischio (le banche italiano rischiano di dover rivedere al rialzo i patrimoni per 16 miliardi), ai nuovi parametri previsti a fronte dei titoli di Stato ed ai requisiti patrimoniali previsti dal Financial Stability Board per le banche sistemiche: Unicredit +5,5% venerdì, l’unico istituto italiano dell’elenco, potrebbe esser chiamato ad un aumento di capitale nell’ordine di un miliardo.

ENI, UNA SCOMMESSA IN ATTESA DELL’OPEC

Riflettori accesi sulla riunione dell’Opec del 27 novembre. Il cartello del petrolio si riunisce dopo la brusca caduta delle quotazioni del greggio, pari al 31 % dallo scorso giugno. In attesa delle decisioni, il mercato ha recuperato posizioni: il Brent è risalito sopra quota 80 dollari (contro i 112,5 di inizio estate), il Crude texano i 76. Le imprtazioni americane dai Paesi del cartello sono scesi ai minimi da 30 anni.

Secondo gli analisti l’Arabia Saudita acconsentirà ad un modesto taglio della produzione, venendo incontro alle richieste di altri produttori. Il taglio dei tassi cinesi, inoltre, potrebbe favorire un recupero della domanda del colosso d’Oriente. Ma, si legge in un report di Goldman Sachs, il mercato resta improntato al ribasso nel medio termine: un taglio troppo brusco della produzione saudita, spiegano broker Usa, farebbe sì scendere i prezzi nel breve ma stimolerebbe un aumento della produzione dello shale gas americano.

Nel frattempo la speculazione sta tornando in forze sui titoli oil, depressi dal lugo ribasso. Eni ha messo a segno venerdì un rialzo del 4,6%. In Europa l’indice Stoxx dei titoli petroliferi ha guadagnato in giornata il 3,3%. Saipem è salita dello 0,7%, Tenaris +4,3%.

OGGI IL DIVIDENDO MEDIOBANCA. ACCONTO DA DIVERSE BLUE CHIP

Stamani Mediobanca stacca il dividendo (0,15 euro) relativo all’esercizio 2013/2014 che andrà in pagamento il prossimo 26 novembre. Staccano un acconto diverse società quotate: Atlantia (0,355 euro), Mediolanum (0,15 euro), Tenaris (0,12 euro), Terna (0,07 euro) e Sias (0,14 euro).

BRASILE E METROWEB: TELECOM CI PROVA 

Test sul mercato dei risultati del cda di Telecom Italia di venerdì. Il board del gruppo italiano (seguito da un’analoga riunione di Tim Brasil) ha dato il via libera alla cessione delle 6.481 torri di trasmissione nel Paese sudamericano al gruppo American Power per oltre 900 milioni di euro.

Ma la decisione più importante riguarda il mandato al presidente Giuseppe Recchi e all’ad Marco Patuano di “approfondire le opzioni riguardanti una possibile integrazione Tim-Oi”. Secondo Equita Sim un deal in Brasile “avrebbe un forte senso industriale, eleverebbe il posizionamento strategico di Telecom Italia in Brasile fornendole una chiara mission”.

Inoltre il cda è stato informato dall’ad Marco Patuano in merito alla proposta inviata a F2i “per mezzo della quale Telecom Italia ha formalizzato l’interesse ad avviare in tempi rapidi le discussioni volte all’acquisizione di una quota di controllo della società Metroweb”. Per il gruppo di tlc, Metroweb è “il partner per realizzare celermente il piano di sviluppo delle infrastrutture di rete in fibra ottica di nuova generazione a livello nazionale”.

Oggi F2i esaminerà “la manifestazione di interesse assieme a quella in arrivo da Vodafone. 

ENEL, A2A, STM, CDP RETI: VENDITE DI FINE ANNO

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Conto alla rovescia per la vendita delle azioni Enel (+4,4% venerdì sull’onda del classamento della quota Endesa per 1,3 miliardi) da parte del Tesoro. Novità in vista anche per A2a: il comune di Brescia sembra intenzionato a cedere il suo pacchetto entro la fine dell’anno.

S’avvicina anche la cessione della quota del Tesoro in Stm holding (il 13,5%) alla Cassa depositi e Prestiti che giovedì perfezionerà il passaggio del 35% di Cdp Reti (che detiene il 30% di Terna e l’85% di Snam) a State Grid of China per 2,1 miliardi più il 6% a una trentina di Fondazioni ex bancarie più la Cassa Forsense (importo 315 milioni). 

Categories: Finanza e Mercati