I grandi banchieri centrali, riuniti nel Comitato di Basilea, si sono accordati ieri per allentare il perimetro di definizione del rapporto di leva, uno dei principali criteri con cui viene valutata la solidità patrimoniale degli istituti di credito.
Come indica la nota diffusa al termine della riunione, il gruppo dei Governatori e dei Capi della Vigilanza (Ghos) ha approvato le proposte in merito a “una definizione comune dell’indice di leva finanziaria (leverage ratio), formulata per superare le differenze contabili che hanno finora ostacolato il confronto fra gli indici delle banche di paesi diversi”.
Rispetto alla precedente definizione, sono stati adottati alcuni emendamenti che ammorbidiscono il calcolo dell’esposizione. Le variazioni riguardano le operazioni di finanziamento tramite titoli (come le operazioni pronti contro termine, in cui viene autorizzata in alcuni casi una pratica contabile definita “netting” rispetto alla stessa controparte che riduce la misura dell’esposizione), le voci “fuori bilancio”, il margine di variazione della liquidità, il clearing centrale (per evitare i doppi conteggi dell’esposizione) e i derivati di credito.
Il Ghos ha anche approvato la proposta di modifica dell’indicatore strutturale (Net Stable Funding Ratio) su cui sarà avviata a breve una consultazione. Il leverage ratio impone agli istituti di credito di detenere entro il 2018 dei mezzi propri pari al 3% del totale degli asset.
Nel comunicato diffuso ieri, Mario Draghi, presidente del Ghos e della Bce, ha dichiarato che “la messa a punto di una misura uniforme a livello internazionale della leva finanziaria delle banche rappresenta un passo significativo verso la piena attuazione di Basilea 3. L’indice di leva finanziaria costituisce un importante elemento a integrazione dei requisiti patrimoniali basati sul rischio e, insieme all’Lcr e all’Nsfr, dà forma a uno schema di regolamentazione che dovrebbe contribuire a far sì che le banche siano molto più resistenti agli shock finanziari rispetto al passato”.
La decisione ha prodotto un effetto positivo sui mercati azionari, dove i titoli bancari viaggiano ovunque in rialzo. All’inizio del pomeriggio Banco Popolare sale del 3,97% a Piazza Affari, Intesa Sanpaolo dell’1,20%, Unicredit dell’1,78%, Bpm dell’1,63%.
A Parigi il Credit Agricole avanza dell’1,64%, Société Générale dell’1,88% e Natixis dell’1,89%. A Francoforte, Deutsche Bank migliora del 3,67%, mentre a Madrid Bbva è in progresso dell’1,73% e Santander dello 0,78%. A Londra brillano Barclays (+2,27%) e Royal Bank of Scotland (+2,47%).