Sale tensione tra l’Abi e la Banca d’Italia sulla riforma della governance delle banche popolari.
Lo scontro riguarda in particolare la questione nodale del voto capitario e della possibilità che esso sia temperato da una miglior raccolta delle deleghe nelle assemblee degli azionisti in modo da far pesare maggiormente i soci con un maggior numero di azioni, pur senza snaturare la natura della banca popolare.
Le polemiche sul documento di consultazione sono affiorate nel corso della riunione del vertice Abi di oggi.
Per quel che riguarda la governance delle Popolari “il problema c’è” ammette Flavio Trinca, presidente di Veneto Banca. Ma aggiunge: “Non capiamo perché c’è un atteggiamento così rigido, soprattutto da parte del governatore ma anche dei suoi collaboratori”.
Per concludere, un banchiere spiega: “Non sono arrabbiate solo le Popolari, ma anche le Casse di Risparmio vogliono ridurre il presidente della banca a un usciere”.
In realtà il riassetto delle Popolari, che dispongono di una solida lobby in Parlamento si trascina da molti anni e non sorprende che le Popolari cerchino di arroccarsi nella difesa dello status quo proprio nel momento in cui la banca centrale vuole rompere gli indugi ed arrivare finalmente ad una ssetto piu consono a istituiti che liberamente hanno scelto di rivolgersi al mercato dei capitali o attraverso la quotazione in Borsa o attraverso l’emissione di bond.