Seduta volatile per le Borse in attesa del discorso di Janet Yellen, presidente della Federal Reserve. Milano azzera le perdite e chiude attorno alla parità (+0,03%), sopra comunque i minimi di seduta. Segno positivo anche per gli altri principali indici europei con l’eccezione di Londra che chiude a -0,01%. Al contrario Parigi sale dello 0,85% e Francoforte dello 0,37%, muovendosi comunque con guadagni frazionali in un clima di attesa. Alla chiusura dell’Europa, Wall Street gli indici hanno il segno meno con il Dow Jones che cede lo 0,21% e l’S&P500 che si muove appena sotto la pari a -0,05%.
Il mercato spera in un po’ di chiarezza sulla tempistica con cui la banca centrale Usa potrebbe alzare i tassi, soprattutto dopo che recentemente vari membri della Fed non hanno escluso la possibilità che già ad aprile ci possa essere una stretta. Il quadro è poi appesantito dall’andamento dell’oro nero.
Il petrolio si muove ancora sotto i 40 dollari a barile, mentre le previsioni sulle scorte Usa raggiungono livelli da record. Il Wti cede il 3,55% a 37,99 dollari al barile e il Brent il 3,43% a 38,89 dollari. Il cambio euro dollaro è stabile a 1,1199. L’oro sale dello 0,47% a 1227,43 dollari l’oncia. I rendimenti dei titoli di Stato Usa, i Tresury, scendono all’1,85%.
Lo spread Btp Bund in calo a 110 punti base e rendimento all’1,24%. In Italia il Tesoro ha venduto tutti i 6 miliardi di euro di Bot a sei mesi a fronte di una domanda che ha raggiunto i 9,7 miliardi con tassi in calo. Il rendimento medio resta negativo e scende a -0,050% da -0,042%.
Sul fronte macroeconomico la fiducia dei consumatori americani è salita in marzo a 96,2 punti dai 94 di febbraio, meglio delle attese degli analisti che si attendevano un dato sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente. I prezzi delle abitazioni nelle 20 principali metropoli degli Stati Uniti sono invece rimasti invariati in gennaio rispetto al mese precedente mentre sono saliti del 5,7% rispetto a un anno fa secondo l’indice Case Shiller.
A Piazza Affari è pesante Saipem, peggio blue chip – 5,25%, che risente del calo del petrolio. Ma le vendite colpiscono soprattutto il comparto bancario. Mps -4,78% è penalizzata dai timori su un possibile aumento, che è stato smentito. Bpm -3,64% e Banco Popolare -3,75% subiscono ancora i contraccolpi della fusione nonostante la promozione di analisti e agenzie di rating. Moody’s ha espresso un giudizio positivo così come i broker di Exane che ha confermato il giudizio Outpeform su entrambe le banche e alzato il target price di Pop Milano del 29% a 1,15 euro (mentre ha abbassato del 6% quello di Banco Popolare a 11,8 euro). Tra i titoli peggiori anche Bper -4,13%. Ubi -2,06%, Unicredit -2,7%. Tra le banche controcorrente Intesa Sanpaolo +1,08%.
Sotto pressione Poste Italiane -1,71% sulla scia delle indiscrezioni che accreditano un piano del Tesoro per cedere una seconda tranche di capitale del colosso postale nazionale. Eni chiude invariata dopo che Moody’s ha tagliato il rating a Baa1 da A3, con outlook stabile. In controtendenza in cima al Ftse Mib Buzzi Unicem +4,46%, Ferragamo +2,71%, Prysmian +1,87%, Enel +1,59% a 3,972 dopo che Ubs ha alzato il target price a 5 euro , Enel Green power +1,53%. Generali +0,85%, Francesco Gaetano Caltagirone ha acquistato negli ultimi giorni un altro 0,19% del capitale, portando la quota al 2,82%.
Fuori dal paniere principale vola Banca Carige +4,8%. L’istituto ha confermato di aver ricevuto un’offerta di acquisto del portafoglio di crediti “in sofferenza” del gruppo, compensandone gli effetti con un aumento di capitale da 550 milioni (interamente garantito da fondi affiliati ad Apollo), riservato a fondi riferibili ad Apollo per 500 milioni, e offerto in opzione per i restanti 50 milioni agli attuali Azionisti.