Avvio di settimana positivo. I listini europei confermano nel pomeriggio i rialzi della mattinata e chiudono con guadagni sostenuti. Il migliore è il Ftse Mib che sale del 3,52% con lo spread Btp-bund che chiude in calo a 135 punti base e rendimento all’1,53%. Segue Francoforte +1,98%, Parigi +1,79% e Londra +1,47%. Se oltremanica i timori sulla Brexit spingono al ribasso la sterlina, soprattutto dopo che nel weekend il sindaco di Londra Boris Johnson si è schierato fra i favorevoli, gli acquisti sui listini sono arrivati in scia al balzo di Shanghai (+2,35% in chiusura), sostenuto a sua volta dalla rimozione del presidente dell’Autorità di regolazione dei mercati Xiao Gang, chiesta da numerosi investitori per la cattiva gestione della recente crisi di Borsa. Il nuovo numero uno della Consob cinese è Liu Shiyu.Chiusure positive anche per l’indice Hang Seng di Hong Kong (+0,93%, che compensa le perdite di venerdì) e per il Nikkei della Borsa di Tokyo (+0,9%).
Nel frattempo, a imprimere ulteriore slancio, il petrolio Wti corre al rialzo del 6,8% a 31,66 dollari al barile e Wall Street ha aperto positiva. Il Dow Jones sale dell’1,31% e l’S&P500 dell’1,23%. Acquisti su Intel dopo l’annuncio dell’alleanza con gruppi del settore tlc per lo sviluppo del 5G, sui titoli petroliferi e anche sulle banche. Tuttavia, un analista di Goldman Sachs ha detto che lo stress test annuale, fatto dal 2011 dalla Fed, quest’anno potrà essere più severo, cosa che potrà limitare i piani degli istituti finanziari sull’aumento dei dividendi e il riacquisto di titoli propri.
Sul fronte macroeconomico, a gennaio l’indice manifatturiero calcolato dalla Federal Reserve di Chicago ha recuperato terreno. Il dato è salito a +0,28 punti da -0,34 di dicembre (dato rivisto dall’iniziale -0,22). La media a tre mesi è migliorata a -0,15 da -0,30 della lettura di dicembre.
L’indice Pmi manifatturiero negli Stati Uniti è invece sceso nel mese di febbraio a 51 punti dai 52,7 della lettura precedente (Markit).
Nell’Eurozona, in Germania l’indice manifatturiero Pmi elaborato sempre da Markit è risultato, nel dato diffuso oggi, in discesa a 50,2 a febbraio da 52,3 di gennaio, il livello più basso da 15 mesi. Il cambio euro dollaro cede l’1,02% a 1,1017.
A Piazza Affari gli acquisti premiano Bper +10,14% a 5,095 euro dopo essere stata anche sospesa in asta di volatilità, grazie alla conferma da parte di Goldman Sachs dell’inserimento nella lista dei preferiti e anche il ritorno d’attenzione sulle aggregazioni dopo che il presidente del Creval (istituto dato da mesi nel mirino di Modena) ha ulteriormente sottolineato il suo favore per alleanze sono alla base del forte rialzo. In evidenza anche Banco popolare +8,05%, Ubi Banca +7,96% e Unicredit +6,95%. Il petrolio spinge Saipem +5,84%. In rialzo anche Eni (+3,61%), dopo il via libera dell’Egitto al contratto di sviluppo di Zohr, che sancisce l’avvio dello sviluppo del giacimento di gas situato nella concessione di Shorouk, al largo
Sotto i riflettori anche Telecom Italia +5,5% in scia agli ulteriori acquisti da parte di Vivendi, salita al 22,8% del capitale e sempre più primo azionista, Mediaset +1,48%, spinta sempre dall’interesse di Vivendi su Mediaset Premium e Rcs +2,55%nella giornata che vede il Cda riunirsi per esaminare i risultati preliminari del gruppo editoriale.
Non ci sono titoli del Ftse Mib che chiudono la seduta in territorio negativo. Sullo Star chiudono in territorio negativo, in fondo al paniere: Panariagroup -2,35%, Openjobmetis -2,26%, Moleskine -1,3%, Sesa -1,08%.