Filippo Cavazzuti, economista di prestigio, già braccio destro di Carlo Azeglio Ciampi al Tesoro ed ex commissario Consob, non sarà più il presidente di PattiChiari, il consorzio delle banche dell’Abi per la trasparenza e l’educazione finanziaria. Con una lettera spedita qualche giorno fa a tutti i Consorziati e membri del Consiglio direttivo del Consorzio, Cavazzuti manifesta la propria “indisponibilità a candidarmi o a essere candidato alla carica di Presidente per il prossimo triennio” in vista del rinnovo delle cariche che avverrà il prossimo 21 febbraio dopo l’assemblea straordinaria del Consorzio. “Dopo quattro anni della mia Presidenza – aggiunge Cavazzuti – è giunto il momento che si faccia avanti qualcun altro”.
L’addio di Cavazzuti a PattiChiari non è un fulmine a ciel sereno e non arriva del tutto inatteso. Da tempo le incomprensioni tra l’Abi e PattiChiari erano sfociate in una sorta di incomunicabilità, al punto che in tutte le occasioni ufficiali l’associazione bancaria non ha mai fatto riferimento al notevole lavoro condotto in questi anni dal Consorzio sia sul fronte della trasparenza bancaria che su quello dell’educazione finanziaria. Soprattutto l’impegno sulla trasparenza bancaria – che ha permesso al Consorzio di documentare in modo imparziale e di mettere a confronto conti correnti, mutui e servizi finanziari delle diverse banche aderenti – ha fatto storcere il naso alle banche meno efficienti e soprattutto a quelle piccole.
La recente nomina di Antonio Patuelli alla presidenza dell’Abi (grazie al sostegno delle piccole banche ) ha aperto anche un problema statutario. In base all’attuale statuto del Consorzio, il Presidente del’Abi è membro di diritto del Consiglio direttivo del Consorzio stesso: sennonché la banca che esprime Patuelli e cioè la Cassa di Risparmio di Ravenna non ha mai aderito a Patti Chari. Può un membro di diritto con il peso di Presidente dell’Abi essere tale senza aderire al Consorzio stesso? Di fronte all’assenza di risposte e ai mugugni delle piccole banche, Cavazzuti ha preso la sua decisione e giovedì PattiChiari dovrà trovarsi un nuovo presidente.
Ma la novità non sarà indolore, perché l’autorevolezza e l’indipendenza di Cavazzuti è nota ed apprezzata da tutte le istituzioni di controllo e di vigilanza – dalla Banca d’Italia alla Consob e all’Antitrust – e la sua rinuncia renderà più difficile per l’associazione delle banche proporre di risolvere i problemi di trasparenza bancaria attraverso l’autoregolamentazione. Problema tanto più spinoso se si considera il difficile momento che le banche attraversano dopo lo scandalo che ha investito il Monte dei Paschi oltre alla Bpm e alla Popolare di Spoleto.
Interpellato in proposito da FIRSTonline, Cavazzuti s’è limitato a un amaro e laconico commento: “Non ho mai capito le ragioni della torbida opposizione a PattiChari” di Abi e di una parte delle banche.