Piazza Affari chiude euforica (+1,26%) e torna oltre la soglia dei 21.000 punti (21.071), con le banche in rally sulla scia del via libera di Banca Intesa (+2,45%) all’acquisto di banche venete, a un prezzo simbolico, depurate, fra l’altro, dai crediti deteriorati. L’istituto guidato da Carlo Messina, fissa paletti precisi per rilevare assett che non incidano sulla forza patrimoniale del gruppo e sul dividendo, escludendo perciò aumenti di capitale. Tanto basta a infiammare il settore che, dopo la nota della banca, prende il volo, in un contesto europeo debole e con Wall Street cauta in apertura e attualmente contrastata: Dow Jones e S&P risultano in frazionale ribasso, mentre il Nasdaq sale. Parigi cede lo 0,37%; Francoforte -0,32%; Londra -0,33; Madrid -0,05%.
Poco mosso il rapporto euro-dollaro. Il petrolio invece non trova pace, nonostante gli sforzi per sostenerlo e con i dati sulle scorte settimanali Usa in calo in misura maggiore delle attese. Dopo un modesto tentativo di rialzo, il Brent scende dello 0,28% a 45,89 dollari al barile; Wti -0,4% 43,34 dollari. Intanto Morgan Stanley abbassa l’outlook per le oil services, citando l’incremento delle probabilità di uno scenario ribassista che vede un possibile downside delle quotazioni del 30-50 per cento. Piccolo recupero per l’oro: +0,22%, 1244,6735 dollari l’oncia.
Prosegue la fase positiva della carta italiana: sul secondario il rendimento del Btp 10 anni scende all‘1,91%, lo spread col Bund a 164.30 punti base, -1,2%. Sul Ftse Mib, nel pomeriggio, si scatena la corsa agli acquisti dei titoli bancari, mentre giungono notizie anche per Mps, con lo Stato che dovrebbe entrare nel capitale a luglio, secondo il presidente Alessandro Falciai. Oggi la Camera ha approvato in via definitiva il progetto di legge che istituisce una commissione bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario italiano.
Insieme a Intesa salgono Unicredit +3,59%; Bper +4,49%; Banco Bpm +2,35%. La più esplosiva è Ubi +5,06%, nell’ultimo giorno di negoziazione dei diritti di opzione dell’aumento di capitale.
Seduta positiva per le utility con Enel che, a mezzora dalla chiusura, sale dell‘1,6 % e con 50,5 miliardi di capitalizzazione diventa il gruppo con la più elevata market cap del listino italiano, superiore a Eni (+0,51%), a ridosso della soglia di 50 miliardi. Alla fine il colosso elettrico ritocca ulteriormente verso l’alto e si ferma a +1,8%. Bene anche Terna +1,08% e A2 +1,33%. Velocità diverse per i petroliferi: Saipem +0,19%; Tenaris -0,3%.
Nel lusso a resta in auge solo Ferragamo, +0,87%; perdono quota Moncler -2.03% e Ynap -1,48%. Giornata alla riscossa per Leonardo, +2,71%; acquisti anche per Buzzi +1,65%; Generali +1,73%, Unipol +1,33% e Unipolsai +1,79%.
Sul segmento Star si distingue invece Landi Renzo, +11,95%, a tratti sospeso per eccesso di rialzo. Le azioni del gruppo hanno guadagnato oltre il 65% nell’ultimo mese e oltre il 125% da inizio anno, in un rally che potrebbe essere sostenuto dalla pubblicazione del nuovo piano industriale al 2020, prevista per luglio.