I mercati europei anche oggi non trovano spunti di ottimismo e chiudono tendenzialmente in calo, orfani della spinta di Wall Street, che apre in rosso. Milano cede lo 0,52% e si ferma a 202.004 punti base, trascinata al ribasso dai bancari. Simile Madrid -0,54%; si accoda Londra -0,22%; resta piatta Parigi; in leggero rialzo Francoforte +0,13%. Prosegue la corsa dello spread fra decennale italiano e tedesco, anche se rallenta nella seconda parte della seduta. La chiusura è a 208.20 punti (+1,61%), rendimento 2,29%. Recupera invece la carta francese, nonostante i timori per le imminenti elezioni (-2,17% rispetto al Bund, 72.30, rendimento 0,93%).
Nel Def approvato dal governo italiano si legge che è necessario “preparare il paese alla fine del Qe della Bce”, una prospettiva che potrebbe concretizzarsi entro il 2018. “L’Italia – osserva Bruxelles, citando le parole del presidente della Commissione Jean Claude Juncker a Repubblica – sta facendo grandi sforzi per tenere il deficit sotto controllo, ma nel medio-lungo termine ha bisogno di consolidare decisamente i suoi conti pubblici e specialmente il suo enorme debito per salvare se stessa e l’Unione monetaria”
Opening bell stonata per New York, che resta debole per la prima parte della seduta, con le banche in calo, alla vigilia delle prime trimestrali in calendario per domani, a partire da JP Morgan, Citi e Wells Fargo. Sul listino a stelle e strisce BlackBerry apre invece col botto, grazie alla vittoria della battaglia legale con Qualcomm, che dovrebbe portarle in cassa una montagna di denaro. Sui listini Usa si continua a sentire il peso delle tensioni internazionali, nonostante le azioni di Donald Trump in Siria siano supportate dal consenso popolare: secondo recenti sondaggi la maggioranza degli elettori è a favore di un intervento in Siria e il 66% approva l’attacco della scorsa settimana contro la base da cui sarebbe partita l’offensiva con armi chimiche.
In questa cornice resta più o meno stabile il rapporto euro/dollaro (+0,12%), 1,061. Stessa sorte per l’oro: -0,01%, 1274.54 dollari l’oncia. Il Brent cede qualcosa, nonostante il calo delle scorte USA, -0,28%, 56,07 dollari al barile. Sul listino di Milano pesano i finanziari: Banco Bpm -3,14%; Bper -1,08%; Intesa -0,96%; Mediobanca -2,61%; Ubi -1,24%; Unicredit -2,22%. Banca Mediolanum -0,8%, con Finivest che ricorrerà contro il provvedimento di Bankitalia che le impone di dismettere la quota eccedente il 9,99% (in calo Mediaset -1,08%). Tonfo di Unipol -2,22%.
In controtendenza Finecobank +1,57%, miglior titolo di giornata, e Azimut +0,58%. Giù i petroliferi: Tenaris, -1,67%; Saipem -0,92%, piatta Eni. Giornata a più facce per le firme della moda. Moncler cede il 2,3%; Ferragamo lo 0,96%. Guadagna Ynap +1,16%; bene Luxottica +1,27%. Per restare in tema: calano gli utili di Prada, ma cresce la cedola sull’esercizio 2016-2017 e il titolo, quotato alla Borsa di Honk Kong si ferma, in mattinata, a +1,3%.
Positive le utilities: Italgas +1,38%; Snam +1,19%; Terna +0,6%; Enel +0,37%. Controcorrente A2a -1,23%. Male Poste -1,05%. Gli acquisti premiano Cnh +1,03%; Recordati +0,97%. Arretrano Buzzi Unicem -1,66% e Leonardo -1,21%. Fuori dal paniere principale si chiude in bellezza con la Juventus, +5,7%, dopo che ieri sera ha battuto 3-0 il Barcellona a Torino nella partita di andata dei quarti di finale della Champions League.