L’economia tira, le Borse cercano di prevedere i tempi e l’entità della riforma fiscale promessa da Donald Trump. A confermare l’aria che tira a Washington sono arrivate le dimissioni a sorpresa dalla Fed di Daniel K. Tarullo, l’uomo che ha tradotto in regole i principi della Dodd-Franck, la legge approvata dopo i crack del 2008/09. Sotto la sua regia le banche Usa hanno aumentato i ratios di capitale dal 7 al 12 percento, con aumenti di capitale per 700 miliardi di dollari. Ora, per la gioia di Goldman Sachs, si allentano le briglie.
L’economia tira anche in Europa, ma le incognite politiche alimentano l’inquietudine dei mercati. E così nelle sale operative si mettono a punto le strategie per sfruttare le possibili turbolenze. Il momento giusto per approfittare della debolezza degli Oat (i Btp transalpini), suggeriscono i traders, sarà tra il primo ed il secondo turno delle elezioni, da fine aprile all’8 maggio.
C’è chi suggerisce invece di vendere i Bund tedeschi, approfittando del calo di consensi di Angela Merkel, e di acquistare in cambio i titoli polacchi, approfittando del miglioramento dell’economia. Da non trascurare, naturalmente, l’eterna partita greca, sempre più pericolosa. E poi c’è l’Italia, tramortita dai nuovi colpi da KO in arrivo dai bilanci delle banche.
SALE LA BORSA DI TOKYO. SVIZZERA: NO ALLA RIFORMA DEL FISCO
Il missile nordcoreano lanciato ieri nel Pacifico mentre Donald Trump e Shinzo Abe concludevano la loro partita a golf non ha turbato più di tanto i mercati. Anzi, le Borse asiatiche hanno preso atto con sollievo che il presidente Usa non ha avanzato richieste precise sullo yen o altre misure per indebolire l’export di Tokyo. Di qui il rialzo dei mercati asiatici e del dollaro, salito oltre quota 114 yen.
Sidney ha chiuso con una variazione positiva dello 0,7% grazie alla spinta delle società delle materie prime. L’indice Nikkei di Tokyo sale dello 0,5% nel finale di seduta (venerdì aveva guadagnato il 2,5%). La crescita del Pil del Giappone nell’ultima parte del 2016 è stata più debole del previsto. Seul +0,2%. La Borsa di Hong Kong è in rialzo dello 0,4%, Shanghai +0,5%.
Poco mossi i prezzi del petrolio, stabili attorno ai 57,6 dollari segnati venerdì: i membri Opec hanno già realizzato oltre il 90% dei tagli alla produzione previsti dall’accordo di Vienna per fare ripartire i prezzi della materia prima. Un report rileva stamane che l’anno scorso ci sono state solo 174 scoperte di nuovi giacimenti.
La riforma fiscale svizzera è stata bocciata dagli elettori. Il nuovo regime, accusato di essere troppo morbido con le multinazionali, è stato respinto con il 59,1% dei “no”, una percentuale molto più alta del previsto.
PIL E PREVISIONI UE: NUOVO ESAME PER L’ITALIA
Aleggia sui mercati l’attesa per la pubblicazione del rating di Moody’s su Italia e Francia, già prevista per venerdì scorso. Oggi l’Italia torna al centro dell’attenzione. Bruxelles pubblicherà stamane le previsioni economiche d’inverno che non conterranno la correzione promessa da Padoan entro aprile per rientrare nei parametri.
Nel documento della Commissione si rileverà però che le misure annunciate dal ministro Pier Carlo Padoan, se attuate, possono sistemare tutto. Ma il tempo stringe. Il 22 febbraio la Ue pubblicherà il rapporto previsto dall’articolo 126.3 del Trattato sul debito italiano. Entro questa data il presidente Juncker e il responsabile agli Affari economici, Pierre Moscovici, chiedono che l’Italia approvi almeno una parte della manovra. Domani l’Istat rilascerà i dati sul Pil del quarto trimestre.
OGGI IN ASTA 8,5 MILIARDI DI BTP
In questa cornice si terrà stamane l’asta del Tesoro sui titoli a medio termine. Saranno offerti fra 6,25 e 8,5 miliardi di euro di Btp a tre, sette e 30 anni in corso di emissione e di due titoli off-the-run.
Venerdì lo spread è risalito nel finale a quota 193 poco sotto i 200 punti. Il Btp 10 ha chiuso al 2,25%. Anche il rendimento del decennale francese di riferimento è tornato a salire e attorno a quota 1,049% da una chiusura di ieri a 0,985%.
Sempre esplosiva la situazione del debito greco. Il tasso del 10 anni di riferimento ha chiuso venerdì al 7,603% da una chiusura di ieri a 8,025%, con un rialzo in termini di prezzo di 2,094. Il premier Alexis Tsipras ha ammonito Fm e Ue a “non scherzare con il fuoco”.
JANET YELLEN DOMANI AL CONGRESSO
Oltreoceano, in attesa delle sorprese che riserverà l’incontro tra Benjamin Netaniahu e Donald Trump, si guarda con attenzione alle mosse della Fed. Il vice di Janet Yellen, Stanley Fischer, ha messo in guardia i rischi di uno stravolgimento delle regole sui mercati. Domani scenderà in campo la stessa Yellen per la prima delle due audizioni parlamentari. Sarà l’occasione per aggiornare le previsioni sul prossimo aumento dei tassi su cui la banca centrale non intende esprimersi prima che Trump non sveli il suo gioco. I futures dei Fed Funds segnalano al 13,3% la possibilità di un rialzo dei tassi già a marzo.
Settimana ricca di dati per il mercato Usa: inflazione, consumi ed andamento del mercato immobiliare le voci più attese. Dopo tante schermaglie a distanza, venerdì lo staff del presidente Trump, capitanato dal vice Mike Pence e dal ministro della Difesa Mattis, affronterà la controparte europea, capitanata da Angela Merkel, al vertice sulla sicurezza di Monaco di Baviera.
PROVA D’APPELLO PER LE BANCHE. RIFLETTORI SUI CONTI DI PRADA
Le Borse Usa ripartono dai massimi segnati nel fine settimana. Settimana negativa invece per la Borsa di Milano che ha sofferto il calo delle banche. L’indice FtseMib ha chiuso la seduta di venerdì con una flessione dello 0,4%, che porta a una perdita settimanale di -1,3%. Sono in pareggio le performance settimanali dell’EuroStoxx50 e della Borsa di Parigi, Francoforte segna +0,1%.
Riflettori ancora accesi sulle banche italiane dopo la deludente ondata di trimestrali. Il titolo più bersagliato è stato Banca Popolare Emilia Romagna (-13,7%) in trattative con Pop Vicenza e Veneto Banca per rilevare il 40% detenuto dai due istituti in Anima.
Sotto tiro anche Banco Bpm (-12,9%) e Ubi (-7,9%). Se la cava Unicredit (-3,5%) nella prima settimana del mega aumento di capitale. Grande attesa stamane per i conti di Prada. Dopo i risultati positivi di Ferragamo e Kering il mercato attende un nuovo segnale positivo dal mercato del lusso.
In Usa si avvia alla conclusione la campagna delle trimestrali. In arrivo in settimana i conti di Cisco Systems, Pepsico, Deere and Kraft-Heinz. In Europa riflettori sul Crédit Suisse e su Nestlè. Venerdì toccherà a Allianz.