Prospetti informativi, firme digitali, leasing, profilatura dei clienti e non solo. La Commissione parlamentare per le semplificazioni presieduta da Bruno Tabacci ha messo a punto 10 proposte per accrescere la trasparenza, semplificare i rapporti tra intermediari e clienti e migliorare la comunicazione fra il sistema finanziario e i cittadini. Il documento, varato lo scorso 21 dicembre, è stato realizzato al termine di un’indagine conoscitiva su come rendere più semplici e trasparenti i rapporti degli utenti con banche, assicurazioni e intermediari finanziari (hanno partecipato, fra gli altri, Bankitalia, Consob, Ivass, Abi, Federcasse, Assopopoplari, Ania, rappresentanti dei promotori finanziari e dei consumatori).
L’indagine prende le mosse da casi recenti come quelli delle quattro banche salvate a fine 2015 (Banca Etruria, Banca Marche, CariFe e CariChieti) o delle due venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca). «In questi casi – si legge nel testo – l’asimmetria informativa tra le banche e i clienti si è probabilmente sommata a scambi non dichiarati tra le due parti, ove il cliente persegue magari un fine ulteriore oltre quello strettamente legato alla sottoscrizione di un contratto, nella convinzione (o forse, meglio, illusione) di partecipare al disegno strategico della banca».
L’origine del problema è da ricercare «in una serie di fattori – prosegue il documento – che investono i rapporti tra le parti a tutto scapito della clientela: la profilatura dei clienti vissuta da questi ultimi come un adempimento puramente formale cui prestare scarso interesse; la complessità dei prospetti informativi; la scarsissima educazione finanziaria dei cittadini. Il tutto ha acuito la crisi di fiducia nei confronti del sistema bancario e finanziario». Perciò «appare necessario far emergere e porre fine a evidenti conflitti di interesse che, in relazione a vicende specifiche, potrebbero aver contribuito a determinare svantaggi concreti nel trattamento di alcuni azionisti e obbligazionisti subordinati».
Ecco, nel dettaglio, quali suggerimenti contiene il decalogo.
1) SEMPLIFICARE I PROSPETTI INFORMATIVI
Innanzitutto, secondo la commissione Tabacci, i prospetti informativi dovrebbero «convergere verso modelli uniformi e semplificati che richiamino l’attenzione sul rischio finanziario», sulla base di una normativa il più possibile omogenea a livello italiano ed europeo. Un’attenzione particolare dovrebbe essere dedicata a «evitare la duplicazione di informazioni», come già sperimentato ad esempio nei «prospetti informativi semplificati per le emissioni dei prestiti obbligazionari semplici».
2) I PRODOTTI FINANZIARI DEVONO ESSERE COMPARABILI
Per aumentare la chiarezza dell’offerta – si legge ancora nel documento – è fondamentale che tutti i prodotti finanziari rivolti alle stesse categorie di risparmiatori siano fra loro comparabili.
3) PIÙ DIGITALE CONTRO LA BUROCRAZIA
Dal punto di vista delle procedure, invece, gli strumenti digitali possono «costituire un importante veicolo di semplificazione – scrive la commissione – purché venga utilizzata per liberare il cliente da una serie di appesantimenti burocratici (in primo luogo, le numerose firme da apporre a qualsiasi contratto, facilmente sostituibili con un numero ben più ridotto di firme digitali duplicabili), concentrandone l’attenzione sugli aspetti fondamentali del contratto e sulle sue componenti di rischio».
4) VALORIZZARE LA CONSULENZA
Un altro aspetto cruciale è la natura del rapporto fra operatori e clienti, che, stando alle valutazioni della commissione, dovrebbe «sempre più ispirarsi alla logica della consulenza». Lo scopo è garantire che gli interessi delle due parti coincidano.
5) PIÙ PESO A OBBLIGAZIONISTI E CORRENTISTI
In linea con il meccanismo dei bail-in (il salvataggio interno delle banche), il decalogo propone inoltre di attribuire responsabilità a «soggetti che prima ne erano esclusi, in particolare attraverso un ripensamento dei poteri dell’assemblea degli obbligazionisti e il riconoscimento di un diritto di tribuna di un rappresentante dei correntisti nelle assemblee» degli istituti.
6) PUNTARE SUL LEASING
Il documento dedica poi un’attenzione particolare al leasing, sottolineando che l’adozione di una disciplina generale relativamente a questo tipo di contratto «potrebbe costituire l’occasione per un approccio normativo nell’ottica della semplificazione e dell’armonia con quello utilizzato negli altri Paesi europei».
7) MIGLIORARE LA PROFILATURA DEI CLIENTI
Anche in vista del recepimento della direttiva cosiddetta MiFID II, la profilatura del cliente «dovrebbe costituire momento essenziale e costitutivo del rapporto fiduciario tra operatori e clienti – prosegue la connessione – e potrebbe eventualmente essere oggetto di codici di autoregolamentazione, volti ad evitare che il profilo risulti un ritratto posticcio, adattabile ai contratti sottoposti ai clienti stessi».
8) VIGILANZA: AUMENTARE IL COORDINAMENTO FRA LE AUTORITÀ
Per quanto le attività di vigilanza, il decalogo prescrive che siano ispirate a «minimi comuni denominatori, con un maggiore coordinamento tra le Autorità competenti, a livello europeo e nazionale».
9) EDUCAZIONE FINANZIARIA SULLA RAI
In tema di educazione finanziaria, il documento afferma che le molte iniziative meritevoli «promosse dai soggetti istituzionali e privati, spesso in accordo con le associazioni rappresentative degli utenti», dovrebbero essere «oggetto di campagne informative anche da parte della società concessionaria pubblica del servizio radiotelevisivo». La Rai, insomma.
10) POTENZIARE IL RUOLO DEL PARLAMENTO
Infine, la commissione Tabacci chiede che venga valorizzato «il ruolo del Parlamento» per fare in modo che le diverse normative e l’azione delle Autorità nazionali siano sempre ispirate a «principi di massima semplificazione e trasparenza».