L’inflazione continua a far paura, come dimostra la tensione sui prezzi dell’oro, ai massimi da gennaio, a 1873 dollari l’oncia. Ma un po’ meno, visto che rallenta la corsa delle materie prime: il petrolio, in particolare, ha registrato una battuta d’arresto ieri sull’onda dei progressi sul negoziato con l’Iran sul nucleare. Stamane il Brent tratta poco sopra i 65 dollari, lontano dai massimi di inizio settimana. Anche altre commodity industriali segnano una pausa. L’indice globale delle Commodity di Bloomberg stamattina è poco mosso, a 90,75: nelle ultime tre sedute il calo è di circa il 3,5%. I motivi? Un po’ la frenata degli acquisti della Cina, decisa a non favorire una bolla dei prezzi, un po’ il fatto che gli operatori – temendo che la domanda, pur in ripresa, non sia ancora abbastanza forte per sostenere prezzi in rialzo – rallentano gli acquisti come capita per il legno negli Usa. Il risultato è una minor pressione sui prezzi, assai gradita a fine settimana.
Salgono le Borse in Asia. Stamattina l’indice Nikkei di Tokyo è in rialzo dello 0,4%; la settimana chiude in lieve progresso (+0,8%). Continua la ripresa di Taiwan (+1,8%), che ha quasi azzerato il tonfo di inizio settimana. Ad Hong Kong (+2,4% da lunedì scorso) oggi apre l’edizione asiatica di Basel Art, un segnale di ritorno alla normalità.
Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in calo dello 0,7% (+0,6% la settimana), Hang Seng di Hong Kong -0,2% (+2,4% la settimana), avanza il BSE Sensex di Mumbai (+1%, +2,6% la settimana) nonostante la pressione della pandemia.
Stamane il future del Nasdaq è leggermente positivo, dopo il +1,8% di ieri. L’indice S&P 500 ha guadagnato l’1,06%, Dow Jones +0,55%.
Le nuove richieste di sussidio di disoccupazione sono state la scorsa settimana 444.000, 34.000 in meno della settimana precedente.
Cisco -5%. Il produttore di apparecchiature per le reti telefoniche ha presentato conti del trimestre superiori alle aspettative, ma le anticipazioni sulla redditività hanno deluso.
Il bitcoin è appena sopra i 40.000 dollari, in lieve calo. Presto potrebbe arrivare la stretta del fisco statunitense: i trasferimenti in criptovalute superiori a 10.000 dollari vanno segnalati all’Internal Revenue Service, l’agenzia delle entrate americana.
Janet Yellen ha ridimensionato la portata delle proposte di riforma globale del fisco: il Tesoro Usa ora propone un livello minimo di tassazione degli utili aziendali del 15%, sei punti base in meno al progetto originario.
LANE (BCE): L’INFLAZIONE NON C’È, CONCENTRIAMOCI SUL LAVORO
Ieri mattina sul tema dell’inflazione è intervenuto Philip Lane, chief economist della Bce. “Gran parte di quello che stiamo vedendo – ha detto – è un’inversione di quello che è successo lo scorso anno. La buona notizia è che la ripresa globale è più forte di quanto molte persone si aspettassero. Vediamo che vari settori sono stati eccessivamente pessimisti, ad esempio per il rischio di carenza di semiconduttori. Se si verifica uno squilibrio imprevisto fra domanda e offerta, questo porterà a un aumento dei prezzi. Ma questa non è inflazione”.
Secondo Lane, non c’è “quasi nessuna connessione” tra gli attuali aumenti dei prezzi globali e l’andamento di fondo dell’inflazione. “Né negli Stati Uniti né nell’eurozona – ha spiegato – vi è la prospettiva di una ripresa rapidissima del mercato del lavoro. Semplicemente non vedo il mondo e l’area dell’euro in un contesto di inflazione persistente”. Le stime Bce, ha concluso Lane, prevedono che “l’inflazione sia all’1,4% nel 2023, dunque ancora ben al di sotto del target a breve sotto il 2%”.
CREDIT SUISSE CONSIGLIA LE AZIONI DI ITALIA E SPAGNA
Credit Suisse, in una ricerca pubblicata ieri, ha promosso le azioni dell’Europa continentale a Overweight, citando un robusto recupero della ripresa economica, valutazioni attraenti e liquidità in eccesso.
“Il Pil europeo è sotto del 5,5% rispetto al picco precedente, mentre gli Stati Uniti sono già tornati a quei livelli. Ora vediamo un potenziale recupero in Europa sulla base del lancio del vaccino (forse il 70% della popolazione adulta già vaccinata entro l’inizio di settembre), dell’impatto positivo delle politiche fiscali (2% del PIL) e del risparmio in eccesso (4,5% del PIL)”, ha scritto Andrew Garthwaite in una nota ai clienti.
Credit Suisse ha segnalato l’Europa meridionale, in particolare Spagna e Italia, come le aree di maggior recupero del Pil, grazie all’esposizione al settore turistico e all’enorme esposizione verso il settore delle banche. Gli strateghi di CS hanno anche affermato di aver ridotto il sovrappeso in Germania.
PIAZZA AFFARI SALE DELLO 0,9%, L’FMI ELOGIA BERLINO
Questa diagnosi si riflette nel miglioramento degli umori dei mercati: dopo tre giorni di ribasso, l’indice EuroStoxx 50 rimbalza e sale dell’1,4%.
Il Ftse Mib guadagna lo 0,9% a quota 24902 ai massimi della giornata.
Il rialzo è poco più della metà del Dax di Francoforte (+1,7%). La Germania ha fatto “un uso eccellente” della propria capacità di spesa, con misure di sostegno senza precedenti per la lotta contro la pandemia di Covid-19. Lo afferma, con un raro encomio, il Fondo monetario internazionale (Fmi).
Segno più anche per gli altri listini: Amsterdam +1,5%, Parigi +1,3%, Madrid +0,53% e Londra +1,01%.
CORRE DEUTSCHE TELEKOM, UNA VORAGINE PER I TRENI INGLESI
Deutsche Telekom guadagna il 2,51% dopo aver rivisto al rialzo il proprio outlook sugli utili a medio termine.
Easyjet perde il 2,05% dopo aver avvisato che i ritardi nella comunicazione delle nuove regole hanno comportato perdite di metà anno più ampie del previsto.
LO SPREAD SCENDE A 111 PUNTI
Decisa accelerazione sul secondario italiano nella seconda parte del pomeriggio. Lo spread rispetto alla carta tedesca scende a 111 punti base per il decennale. La forbice per il 30 anni scende a 160 punti da 166.
Il Btp decennale chiude ad un rendimento di 1,01%, contro -0,11% del titolo tedesco.
In Germania i prezzi alla produzione sono saliti in aprile dello 0,8% e del 5,2% su base tendenziale, in linea con le stime.
STM FA SHOPPING IN NORVEGIA, CORRE FERRARI
A Piazza Affari avanza Stm (+1,42%), sospinta dall’interesse per Nordic Semiconductors, ieri +9% alla Borsa di Oslo, specializzata nelle tecnologie wireless per l’IoT e leader di mercato nel Nord Europa per la connettività bluetooth low energy. La società ha chiuso l’ultimo anno con un fatturato di 405 mln di dollari, un Ebitda di 76,8 milioni e un utile operativo di 45,7 milioni. L’operazione rappresenterebbe una grande deviazione dall’approccio storico, che finora ha previsto solo “acquisizioni strategiche piccole e mirate”. La jv italofrancese potrebbe finanziare l’operazione senza ricorrere ad aumenti di capitale.
Corrono anche gli altri industriali, mentre il premier Draghi anticipa in Parlamento l’accelerazione della crescita italiana nel secondo trimestre. Ferrari avanza del 2,25%, preceduta da Campari (+2,77%). Recupera Cnh Industrial (+1,45%) dopo lo scivolone della vigilia, continua invece la marcia di Amplifon (+2,01%). Interpump +1,43%.
SOSTEGNI BIS DELUDE LE BANCHE. IN ROSSO ANCHE BPM
I titoli del credito hanno pagato lo slittamento degli incentivi fiscali per le aggregazioni bancarie che non sono previsti nel Dl Sostegni bis presentato dal Governo. Tra i bancari arretra anche Banca Bpm (-2,17%) dopo diverse sedute brillanti. Giù anche Bper (-0,93%) e Mediobanca (-0,25%). In controtendenza Unicredit (+0,43%).
NUOVO AD PER ESSILUX: È MILLERI, L’UOMO DI DEL VECCHIO
Oggi l’assemblea di Essilux, il colosso con 140 mila dipendenti nato dall’integrazione di Luxottica e la Francese Essilor, voterà il nuovo consiglio, espressione della Delfin di Leonardo Del Vecchio, primo azionista (al 32,2%) del leader mondiali delle lenti e degli occhiali, con sede in Francia ma con un timoniere italiano: Francesco Milleri, braccio destro di Del Vecchio, ieri cooptato dall’assemblea del sindacato dei dipendenti di Valoptec (terzo azionista al 4% di Essilux) dove il 90% dei partecipanti ha votato per eleggere Milleri tra gli associati.
ARRIVANO LE VACANZE: PORTALE SARDEGNA FA BOOM
Meglio le utility: Hera +1,33%, Italgas +1,20%. Frena invece Telecom (-0,20%) dopo l’avvio positivo in scia alla trimestrale.
Nel settore petrolifero, Tenaris -0,62%, Saipem -0,78% ed Eni -0,16%.
Tra le mid cap in evidenza Maire Tecnimont (+1,55%), dopo la firma di un accordo per lo sviluppo di un impianto di produzione di idrogeno verde via elettrolisi in Italia. Sull’Aim in luce Portale Sardegna (+29,13%). A spingere il titolo Integrae Sim, che ha alzato il target price a 5,87 euro da 4,2, confermando il rating buy.