I mercati si adeguano alle severe direttive in arrivo dalle banche centrali imboccando la strada del ribasso. Non fa eccezione Piazza Affari che lascia sul terreno più di mezzo punto percentuale. Ancor prima dello scontato aumento dei tassi del Regno Unito, gli operatori hanno preso atto delle decisioni prese dai banchieri centrali di Norvegia e Svizzera.
Un quarto di punto in più per la Svizzera, 50 punti base per la Norvegia
Berna ha alzato di un quarto di punto il tasso di interesse di riferimento, a 1,75%, in linea con le aspettative degli economisti. Nel comunicato, si parla della possibilità di nuovi interventi sul cambio.
Scende però il franco a conferma che il mercato puntava ad un aumento superiore.
Anche la banca centrale norvegese ha aumentato il tasso di riferimento di 50 punti base al 3,75%, più di quanto previsto dal consenso Reuters (25 punti), e ha fatto sapere di puntare a un altro rialzo in agosto. A seguito dell’annuncio, la corona norvegese è salita di più del 1% sia contro l’euro che contro il dollaro.
Aumenti anche dalla Bank of England
L’atteggiamento “falco” dei banchieri di due tra i Paesi più solidi ha avuto conferma alle 13 da parte della Bank of England che, alle prese con problemi più gravi, si è spinta a varare un aumento di mezzo punto. A completare il quadro nel pomeriggio ilo repentino cambio di rotta della Turchia: che ha portato il tasso repo a una settimana al 15%, dal precedente 8,5%: il consensus era 20%.
I falchi battono le colombe
La stretta generale porta comunque acqua al mulino dei falchi della Bce, a partire dai rappresentanti tedeschi. “Bisogna monitorare con attenzione i rischi di una spirale salari-prezzi”. E’ l’avvertimento dell’esponente della Bce, Isabel Schnabel, che a un convegno a Berlino ha sottolineato ieri come l’inflazione domestica sia “guidata sia dai profitti che dai salari”. Bond governativi poco mossi. Il Treasury Note a dieci anni tratta a 3,74%, Bund a 2,43%. BTP a 4,06%, spread 162.