Dopo le decisioni del Tesoro Usa e in attesa del Recovery Fund europeo, il compito di sostenere i mercati torna nelle mani delle banche centrali, impegnate nell’ardua missione di schiodare l’economia mondiale dalla paralisi in cui l’ha precipitata l’epidemia. E così, già scontando l’arrivo di nuove misure di sostegno, la settimana corta delle borse si apre in tono positivo. Ma senza troppe illusioni, a giudicare dalla nuova flessione dei prezzi del petrolio (a 16 dollari il greggio texano, giù a 21,45 dollari al barile il brent) e dagli acquisti sull’oro (a 1.722 dollari l’oncia).
La prima a muoversi, già stasera, sarà la Banca del Giappone, che potrebbe annunciare la cancellazione del tetto agli interventi già assai robusti: nell’ultimo mese la BoJ ha acquistato 18 miliardi solo di Etf.
Domani comincerà la due giorni della Federal Reserve, da cui si attendono nuove mosse espansive in linea con i bazooka già attivato a marzo. È scontato che Jay Powell confermerà i tassi ai minimi, tra 0 e 0,25%. La Fed potrebbe estendere i suoi acquisti ai mini-bond, le obbligazioni locali (mercato da 4 mila miliardi) e allargare la rete della Banca centrale ai titoli ad alto rendimento senza rating, una mossa invocata da banche e petrolieri travolti dal crollo del greggio.
Riflettori accesi anche sulla Bce, che giovedì non potrà limitarsi a esaminare i primi effetti della decisione di allargare gli acquisti del Qe anche ai titoli senza rating, mossa che ha consentito a Standard & Poor’s di confermare il rating dell’Italia a BBB, mantenendolo due gradini sopra al livello “spazzatura”, pur confermando l’outlook negativo. Ma Lagarde potrebbe andare più in là: nell’attesa che prenda corpo il Recovery Fund dell’Unione Europea, la Bce potrebbe aumentare gli acquisti, concentrandosi sui “fallen angels”, ovvero i titoli diventati meno sicuri.
Intanto, con il nuovo Def il governo italiano ha fissato venerdì l’obiettivo di deficit al 10,4% del Pil nel 2020 e vede il debito salire al 155,7% del prodotto interno lordo.
A poco a poco i mercati si apprestano a entrare nella fase 2 di parziale rimozione dell’emergenza. Ma nel frattempo si fanno i conti con i dati macro. Sono previste le stime preliminari sulla crescita del Pil Usa e di quello dell’Eurozona nel primo trimestre. C’è grande attesa in particolare per le statistiche sul mercato del lavoro dell’intera area euro e delle tre principali economie (Germania, Francia e Italia). Anche questo aumenta l’interesse della conferenza stampa di Madame Lagarde, specie dopo la gaffe al suo esordio. Da seguire anche la fiducia dei consumatori europei. Attenzione poi all’inflazione di Germania, Italia e altre economie del blocco.
Settimana corta ma ricca di eventi societari. Due gli appuntamenti-clou. Generali terrà, per la prima volta nella sua storia, l’assemblea a Torino sotto la guida del presidente Gabriele Galateri (che guiderà l’assise da Torino), dell’ad Philippe Donnet e del cfo Cristiano Borean.
L’offerta pubblica di scambio tra Intesa e Ubi resta uno dei punti più significativi dell’assemblea di Intesa Sanpaolo, ovviamente in remoto. L’ad Carlo Messina ha anche di recente confermato che l’Ops resta sempre valida e che anzi l’emergenza Coranavirus ne rafforza la “strategicità”, in particolare per quanto riguarda le sinergie di costo, l’aumento del grado di copertura dei crediti deteriorati e la riduzione dei crediti unlikely to pay. Il numero uno della banca di sistema, in un’intervista sul “Sole 24 Ore”, ha intanto lanciato un’idea per aumentare l’appeal dei titoli di Stato italiani, proponendo un bonus fiscale per aumentare l’appeal per il rimpatrio dei capitali investiti in strumenti non tricolori.
Oggi staccano il dividendo Piaggio e Saes Getters. Le aste del Tesoro riprendono domani con l’offerta di Bot per sei miliardi (7 miliardi, contro 7,15 in scadenza) e la riapertura per 3,5 miliardi di titolo a tre mesi. Stasera verranno comunicati i dati dell’asta del 29 sui titoli a medio-lungo termine.
A Wall Street prosegue la sfilata delle trimestrali. In settimana tocca ai grandi della tecnologia: Alphabet, Amazon, Apple, Facebook e Microsoft.