La stagione campale del rinnovo dei contratti del settore del credito si è conclusa ieri con il rinnovo del contratto dei dirigenti bancari. Il ccnl dei 7mila dirigenti bancari italiani rappresenta una conquista notevole per i sindacati che hanno ottenuto il mantenimento del minimo tabellare del contratto precedente e del sistema di calcolo del Tfr.
Maurizio Arena, segretario aggiunto First Cisl e coordinatore nazionale DirFirst, sindacato cui aderiscono l’80% dei dirigenti bancari, ci spiega che l’intesa siglata ieri “non è relativa a un contratto di conquista ma di tutela”.
Come definisce il contratto dei dirigenti siglato ieri in Abi?
Ritengo che il contratto firmato ieri sia assolutamente equilibrato. Non è un contratto di conquista, visti i tempi, quanto piuttosto di tutela poiché non era scontato il rinnovo. Di tutela perché tutto resta invariato (non si registrano aumenti né arretramenti). Una parte dei banchieri non era propensa alla contrattazione collettiva e preferiva la contrattazione singola ma alla fine è stato trovato l’accordo per il rinnovo rafforzando il fondo di garanzia per i licenziati che è molto importante per stimolare l’occupazione.
Due contratti in pochi mesi per i sindacati del settore, missione compiuta?
Il bilancio è positivo altrimenti non avremmo siglato i due contratti e bisogna sottolineare che i due rinnovi rappresentano una continuità in termini logici visto che in entrambi i casi si è fatta avanti la volontà di mantenere le tutele sia per le aree professionali più basse che per i dirigenti.
La stagione delle fusioni bancarie è alle porte e in prima linea ci sono le Popolari. Altri nuovi esuberi in vista?
Da parte nostra c’è molta preoccupazione in vista di questa prossima stagione di fusioni poiché stiamo parlando di un settore che negli ultimi 5-6 anni ha già perso 40mila addetti complessivamente. Nel 2016 ci sarà un’accelerazione con il processo delle fusioni delle popolari e il nostro timore è che arriverà una nuova ondata di esuberi, non solo per le qualifiche inferiori ma anche tra i dirigenti.
Infine, restando sul tema della Riforma delle popolari, qual è la vostra posizione sull’ipotesi di ingresso di gruppi di lavoratori nel capitale e nei cda delle popolari?
Guardi, per noi di First è un cavallo di battaglia. Siamo assolutamente d’accordo e bisogna far entrare i lavoratori nei processi decisionali dell’azienda. Per noi è un aspetto fondamentale anche perché serve per riequilibrare le dinamiche all’interno dell’azienda.