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Banche, ancora in calo il numero degli sportelli: neanche più uno in 4 Comuni su dieci

Imagoeconomica

Da una parte per il crescente utilizzo dell’home banking, dall’altra per l’esigenza di tagliare i costi, fatto sta che gli sportelli bancari continuano a diminuire in Italia, tanto che molti Comuni non ne hanno nemmeno uno: elemento, questo, che sta creando disagio a oltre 4 milioni di persone e a 255.000 aziende.

È quanto emerge dall’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, che elabora i dati resi disponibili al 31 dicembre 2023 da Bankitalia e Istat: nel 2023 in Italia hanno chiuso 826 sportelli bancari, il 3,9%, e ora sono circa 3.300 Comuni, il 41,5% del totale, che non hanno più sportelli bancari sul loro territorio.

Nel corso del 2023 sono stati 134 i Comuni che hanno subito il cosiddetto fenomeno della “desertificazione”, avanzata rapidamente: tra il 2015 e il 2023 il 13% dei comuni italiani ha visto chiudere l’ultima filiale, dice il rapporto che aggiunge: “una percentuale che potrebbe salire ulteriormente: i comuni con un solo sportello sono infatti il 24% del totale”.

Parallelamente cresce il numero di persone che non ha accesso ad una filiale nel Comune di residenza: sono 362.000 in più rispetto ad un anno fa. Mentre sono oltre 6 milioni gli italiani residenti in comuni nei quali è rimasto un solo sportello. Il disagio vale anche per le imprese: sono cresciute di 22.000 unità a 255.000 quelle che risiedono in comuni senza sportello. Confrontando i numeri con quelli di un anno fa emerge inoltre che le chiusure non colpiscono in modo omogeneo le diverse aree del Paese. Nel 2023 le regioni più colpite sono state Marche (- 6,7%), Abruzzo (-5,1%), Lombardia (-5,1%), Sicilia (- 5%), Calabria (- 4,2%).

Colombani: nel 2024 ci sarà un’ulteriore accelerazione

“La corsa alla chiusura degli sportelli non si è fermata nemmeno nel 2023, anzi promette di registrare nel 2024 un’ulteriore accelerazione in base all’attuazione dei piani d’impresa delle banche. L’aumento del numero dei comuni desertificati ha raggiunto ormai dimensioni da allarme sociale”, sottolinea il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani. “Nonostante tutti i proclami sulla sostenibilità sociale, le banche italiane stanno privando dell’accesso ad un servizio essenziale milioni di persone”. A pagare il prezzo più pesante “sono i fragili, anziani in primo luogo, così come le persone con un basso livello di istruzione” prosegue Colombani, che hanno scarse competenze digitali. Il basso livello di utilizzo dell’internet banking rispetto alla media Ue ci dice una cosa semplice: le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi, non dalla diffusione del digitale”.

L’utilizzo dell’internet banking in Italia, per quanto in crescita, resta ancora inferiore a quello che si verifica in altri stati europei: nel nostro paese lo utilizza per il 52% della popolazione mediamente, ma con quote sotto il 40% nel sud della penisola, mentre in Spagna e Francia è utilizzato per il il 70% per una media europea del 63,9%.

L’inversione di tendenza: il caso di Jp Morgan

Un’inversione di tendenza si è vista negli Usa dove “due colossi come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filiali e continueranno a farlo nei prossimi anni” dice ancora Colombani. “È un segnale chiaro: la presenza sul territorio fa bene alla società ed anche ai bilanci delle banche. È tempo che in Italia il problema venga affrontato dalla politica e dalle istituzioni: First Cisl è pronta al confronto”.

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Categories: Economia e Imprese