A ottobre 2016 i prestiti bancari sono stati nettamente superiori rispetto alla raccolta. E’ quanto emerge dal rapporto mensile dell’Abi, l’associazione delle banche italiane, secondo cui l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.804,3 miliardi di euro (cfr. Tabella 1) è nettamente superiore, di oltre 142,5 miliardi, all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.661,7 miliardi di euro (cfr. Tabella 2).
I dati di ottobre 2016 confermano la prosecuzione in miglioramento della dinamica dello stock dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese, la cui variazione percentuale su base annua è prossima allo zero (-0,3% nei confronti di ottobre 2015), in miglioramento sia rispetto agli ultimi mesi (-0,4% a settembre 2016) sia, soprattutto, nel confronto con il picco negativo di -4,5% toccato a novembre 2013.
Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a settembre 2016, si conferma, anche per i finanziamenti in essere, la ripresa del mercato dei mutui, inizialmente colta con l’impennata dei nuovi mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie ha registrato una variazione positiva di +2,1% rispetto a settembre 2015 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento).
Nel complesso, il totale dei prestiti all’economia (aggregato che include famiglie, imprese e pubblica amministrazione) ha segnato a ottobre 2016 una variazione annua prossima allo zero (-0,1%, -0,6% il mese precedente, cfr. Tabella 1). Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono cresciuti da 1.673 a 1.804,3 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.402,5 miliardi di euro.
A ottobre 2016, si sono ridotti ulteriormente i tassi di interesse applicati sui prestiti alla clientela: il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 2,94%, toccando il nuovo minimo storico (era pari a 2,97% il mese precedente e a 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al minimo storico di 2,02%, lo stesso valore del mese precedente (5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso (cfr. Tabella 3). Al minimo storico anche il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato all’1,45%, era pari a 1,50% il mese precedente (5,48% a fine 2007).
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse) a fine settembre 2016 si collocano a 85,1 miliardi di euro, un valore lievemente inferiore rispetto agli 85,4 miliardi di agosto, proseguendo quindi la riduzione delle sofferenze nette che erano pari a 89 miliardi a dicembre 2015 (cfr. Tabella 4). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,79% a settembre 2016, dal 4,81% di agosto 2016 (era il 4,94% a fine 2015 e lo 0,86% prima dell’inizio della crisi).
In Italia i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a fine ottobre 2016, di oltre 32 miliardi di euro rispetto a un anno prima (variazione pari a +2,5% su base annuale), mentre si conferma la diminuzione della raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, per quasi 63,5 miliardi di euro in valore assoluto negli ultimi 12 mesi (pari a -16,4%). La dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) ha registrato a ottobre 2016 una variazione su base annua pari a -1,8%, era -1,5% il mese precedente (cfr. Tabella 2).
Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è cresciuta da 1.513 a 1.662 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di oltre 149 miliardi. A ottobre 2016 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) in Italia si è collocato all’1,01% (era 1,03% il mese precedente e 2,89% a fine 2007) ad effetto:
– del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), che si è attestato allo 0,41% (dallo 0,42% di settembre);
– del tasso sui PCT pari a 1,25% (dall’1,30% di settembre);
– del rendimento delle obbligazioni, pari al 2,75%, in lieve calo dal 2,79% del mese precedente (cfr. Tabella 5).
Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, ad ottobre 2016 risultava pari a 193 punti base (194 punti base il mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (329 punti base a fine 2007).
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