I tassi d’interesse sui prestiti bancari non sono mai stati così bassi. E’ quanto emerge dal rapporto mensile pubblicato oggi dall’Abi. Secondo gli analisti dell’Associazione bancaria italiana, a maggio il rendimento medio sul totale dei finanziamenti è sceso al 3,44%, dal 3,49% di aprile, toccando un nuovo minimo storico.
Per quanto riguarda soltanto il tasso medio sui nuovi mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, è salito leggermente al 2,68%, dal 2,63% di aprile, restando comunque sui valori più bassi da settembre 2010. Il tasso medio sui nuovi finanziamenti alle imprese, aggiunge Palazzo Altieri, è calato al 2,10% (dal 2,28% di aprile), il valore più basso da maggio del 2010.
Sul fronte della concessione dei prestiti, l’Abi registra un leggero miglioramento della dinamica, che resta però con il segno negativo. A maggio il complesso dei finanziamenti a famiglie e imprese ha fatto segnare una contrazione dello 0,57% su base annua, in miglioramento rispetto al -0,92% di aprile. Prosegue così il trend in risalita dal picco negativo di novembre del 2013 (era a -4,5%). Quello del mese scorso è il miglior risultato da maggio del 2012.
I nuovi prestiti alle imprese, in particolare, nei primi quattro mesi del 2015 hanno segnato un aumento di circa l’11,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Per i nuovi mutui per l’acquisto di immobili, nello stesso quadrimestre c’è stata una crescita del 55,2% rispetto a gennaio-aprile 2014, mentre le nuove operazioni di credito al consumo hanno segnato un +11,6%.
A maggio, sottolinea l’associazione bancaria, l’ammontare dei prestiti è stato di 1.815 miliardi, “nettamente superiore, di 111 miliardi, all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.704 miliardi”. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, a oggi “i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.815 miliardi, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.403 miliardi”.
Intanto, però, le sofferenze bancarie sono aumentate ancora a livelli record, nonostante i segnali di ripresa dell’economia. Ad aprile le sofferenze lorde sono cresciute a quota 191,577 miliardi, dai 189,5 miliardi di marzo. Il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti è salito così al 10% (era all’8,8% ad aprile dell’anno scorso). Non toccava questa soglia dalla fine del 1996.